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Genitori & figli: manuale generazionale

La nuova commedia di Veronesi, che riflette col sorriso sul confronto generazionale.
di Marzia Gandolfi

Storie di tutti i giorni
Luciana Littizzetto (59 anni) 29 ottobre 1964, Torino (Italia) - Scorpione. Interpreta Luisa nel film di Giovanni Veronesi Genitori & Figli: Agitare bene prima dell'uso.

martedì 23 febbraio 2010 - Incontri

Storie di tutti i giorni Esaurita la vena dei film “a episodi”, Giovanni Veronesi affronta una commedia “organica” che suo malgrado tradisce e svolge due storie. Storie che finiscono per confluire nel tema assegnato alla protagonista adolescente da un padre (e professore) in crisi col figlio diciottenne e deciso a partecipare alle selezioni per il Grande Fratello. Col sorriso e un cast in stato di grazia, Genitori & figli affronta l’eterno confronto e le immancabili incomprensioni che da sempre vedono schierati e contrari genitori e figli. A Roma per presentare il suo film, Giovanni Veronesi racconta la sua idea di famiglia e confessa l’amore per i suoi attori “accordati”. Famiglia allargata Giovanni Veronesi: Non credo molto nella famiglia allargata, certo so che esiste e che noi divorziati siamo costretti ad adeguarci al suo modello. Personalmente sono convinto che esista solo una famiglia, una sorta di branco che comprende quelle tre o quattro persone davvero importanti, le sole capaci di condizionarti nel bene o nel male la vita, le sole in grado di chiamarti a raccolta. Volevo parlare esattamente di questo “branco” nel mio film e per questa ragione nella sequenza finale riunisco la famiglia rappresentata in un bagno liberatorio. È evidente che i due coniugi non torneranno mai insieme, sarebbe stato banale anche solo pensarlo, ma ugualmente in quel preciso istante loro smettono i sorrisi finti da fotografia e si (ri)trovano in comunione. Dopo la morte dei miei genitori ho capito di averli sottovalutati, non dal punto di vista affettivo, ma da quello fisico. Intendo che mai come oggi sento il desiderio di rivederli, di toccarli, mi manca il contatto con loro. Convivenza e integrazione Giovanni Veronesi: Considero la scena girata nel campo rom tra le più belle, indubbiamente la più vera. Ho vissuto per molto tempo vicino a un campo nomade e so bene quali sono gli usi e i costumi degli zingari. Ho voluto perciò replicarli nella sequenza in cui Luciana Littizzetto, madre nella finzione di un bambino razzista, si reca dai genitori del ragazzino offeso e ferito dal figlio per chiedere scusa. Volevo che la mia protagonista piccolo borghese venisse in un certo modo punita. La richiesta dei cento euro da parte del padre del ragazzo è un risarcimento, è il modo in cui nella realtà si comporterebbe un nomade, applicando il suo concetto di giustizia. È un fatto culturale. Cast “intonato” Giovanni Veronesi: Questa volta, più di altre, sento di essere stato fortunato nella ricerca degli attori, l’orchestra attoriale sul set ha suonato bene, non ci sono state stecche o stonature, tutto ha funzionato alla perfezione. Trovo che il mio ultimo film abbia perciò una sua musicalità e di questo equilibrio devo ringraziare tutti gli attori che hanno partecipato. Scegliere gli interpreti delle mie commedie non è mai facile perché devono saper far ridere e commuovere. Non sempre un attore bravo può essere in grado di esibire due emozioni opposte così ravvicinate. Mariti e mogli Silvio Orlando: Stimo da sempre il lavoro di Luciana Littizzetto e da tempo desideravo lavorare con lei. Trovo che Luciana sia un’attrice completa che avrà l’occasione di esibire anche le sue qualità drammatiche. Per quanto mi riguarda ho risposto con entusiasmo alla chiamata di Giovanni perché lo ritengo uno dei pochi registi in Italia capace di creare storie ben strutturate dentro le quali gli attori possono rendersi utili, piuttosto che realizzare una struttura leggera da costruire intorno al comico di turno. Spero quindi di aver reso un buon servizio al film che si regge sugli occhi chiari di Chiara Passarelli, è stata lei a infondere su tutti noi, e sulla storia che avevamo deciso di raccontare e interpretare, un tocco poetico. Lei è la nostra Alice nel paese delle volgarità, una ragazzina che riesce a dire anche dei no senza farsi condizionare troppo dall’aria di conformismo che sta distruggendo noi e i nostri adolescenti. Mogli e mariti Luciana Littizzetto: Non avrei mai potuto dire no a questo progetto e alla possibilità di interpretare la moglie di un attore di cinema consumatissimo come Silvio Orlando. Lavorando al suo fianco ho imparato moltissimo, d’altra parte la mia esperienza nel cinema è ancora modesta. Mi piaceva anche il mio personaggio, una donna da inventare dal nulla perché non sapevo da dove venisse la sua storia e il suo matrimonio sull’orlo di una crisi di nervi. Quello che conoscevo di Luisa era il suo essere nevrotica e sempre in agitazione per qualcosa o qualcuno. Una donna sposata a un uomo fragile e legata sentimentalmente a un amante impavido, insomma un personaggio femminile complesso che deve continuamente fare i conti coi suoi fallimenti. Una donna sensibile e difficile che assomiglia in fondo alle donne di oggi, quelle che vogliono fare tante cose e finiscono per farle tutte male.

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