La storia della Jugoslavia attraverso il cinema di regime. Tito fu un vero cinemane (non credo che la parola esista), tanto che aveva il suo proiezionista personale (Aleksandar Leka Konstantinović) che ogni sera gli mostrava un film -a volte faticando non poco a trovare qualche buon prodotto-. Konstantinović ha tenuto un diario di tutte le proiezioni e per la prima volta ha parlato del suo più che trentennale lavoro.
[+]
La storia della Jugoslavia attraverso il cinema di regime. Tito fu un vero cinemane (non credo che la parola esista), tanto che aveva il suo proiezionista personale (Aleksandar Leka Konstantinović) che ogni sera gli mostrava un film -a volte faticando non poco a trovare qualche buon prodotto-. Konstantinović ha tenuto un diario di tutte le proiezioni e per la prima volta ha parlato del suo più che trentennale lavoro. ll film ripercorre la storia di questo Paese morto prematuramente e attinge a materiale d'archivio, a frammenti di 56 lungometraggi, alle testimonianze dirette. Oltre Konstantinović, il focus è su Veljko Bulajić, regista di alcuni dei kolossal prodotti dalla Jugoslavia, e sulla nascita, sviluppo e decandenza post titina di Avala, la Cinecittà belgradese. Il quadro che ne emerge è di una Jugonostalgia non accondiscendente e quasi sottotraccia anche perché Mila Turajlić, la regista, è troppo giovane (1979) per avere un ricordo personale dell'epoca titina. Un bel prodotto, adatto ai balcanofili.
[-]