cianoz
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domenica 23 ottobre 2022
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filmetto fracassone con protagonista antipatico
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Film di poca sostanza che appare subito fortemente irritante, fin dai primi minuti. "Merito" di una regia approssimativa che ci propina fin da subito una colonna sonora a volume inascoltabile, talmente alto da rendere impossibile concentrarsi sui dialoghi. E questo fastidio ci accompagna per tutto il film. L'altra componente ammazza film e il protagonista, Jake comesichiama, personaggio palesemente non credibile per gli eccessi da "simpatico per forza" e per la totale mancanza di carisma a cui vuoi sopperire per l'appunto con un atteggiamento costruito e costruito male. Semplicemente antipatico. Il tutto portato avanti con ripetute scenette zeppe di dialoghi poveri senza anima né corpo e situazioni palesemente stupide caricaturali.
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rongiu
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venerdì 25 agosto 2017
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“e l’amore guardò il tempo e rise”
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E l’amore guardò il tempo e rise,
perchè sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.
Luigi Pirandello
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alessandro vanin
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sabato 29 agosto 2015
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affronta il tema della malattie in modo giusto
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Buon film che affronta il tema della malattia nel modo giusto. Trattare un tema così delicato non è facile Nei film, come nella vita, di solito le persone malate invalide o vengono trattate con pietismo (odiato dal 99% delle persone invalide) o vengono trattate in modo estremo opposto come se fossero sane il che è ridicolo perché purtroppo non lo sono. Farlo riuscendo anche a far ridere è ancor più difficile.La superficilaità dei rapporti con l'altro sesso è metafora della superficilità dell'esistenza di molte persone che non sanno vivere. Il finale può sembrare scontato, ma solo in apparenza. Non è un lieto fine da "e vissero felici e contenti", ma un decisero di vivere assieme nonostante la malattina inguaribile, non è la stessa cosa.
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floyd80
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lunedì 6 luglio 2015
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così così
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Una pellicola che prova a cambiare i binari della classica commedia americana ma il percorso ahimè rimane sempre lo stesso.
Gli attori non sono al loro meglio ma il film a tratti rimane divertente.
Commedia? Drammatico?
Mah però si lascia guardare.
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la druga
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giovedì 4 settembre 2014
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notevole lato b.
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Perché, devo dirlo, è il solo contenuto suggestivo di tutto il film. Solita storia: un tombeur de femmes incallito (Jake Gyllenhaal) che, dopo tanta superficialità e leggerezza nei rapporti, incontra Lei (Anne Hathaway), la ragazza speciale, la prima in assoluto a cui dire le due fatidiche paroline "Ti amo"... precedute ovviamente da varie sedute di sesso e scene di nudo esplicito, senza allusioni. Da un lato sono d'accordo a lasciare da parte quel puritanesimo di certi film americani che, pur di non mostrare un centimetro di pelle in più, lasciano tutto al sottinteso, frustrando lo spettatore che vorrebbe trovarsi un pò più coinvolto anche dai momenti di tensione sessuale, ma in "Amore ed altri rimedi" è davvero troppo! In un'ora e mezza almeno tre quarti d'ora sono occupati da scene di sesso e il tutto avviene là, "nature", davanti l'obiettivo.
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Perché, devo dirlo, è il solo contenuto suggestivo di tutto il film. Solita storia: un tombeur de femmes incallito (Jake Gyllenhaal) che, dopo tanta superficialità e leggerezza nei rapporti, incontra Lei (Anne Hathaway), la ragazza speciale, la prima in assoluto a cui dire le due fatidiche paroline "Ti amo"... precedute ovviamente da varie sedute di sesso e scene di nudo esplicito, senza allusioni. Da un lato sono d'accordo a lasciare da parte quel puritanesimo di certi film americani che, pur di non mostrare un centimetro di pelle in più, lasciano tutto al sottinteso, frustrando lo spettatore che vorrebbe trovarsi un pò più coinvolto anche dai momenti di tensione sessuale, ma in "Amore ed altri rimedi" è davvero troppo! In un'ora e mezza almeno tre quarti d'ora sono occupati da scene di sesso e il tutto avviene là, "nature", davanti l'obiettivo. Dopo due tre volte capite che il tutto diventa fine a se stesso. Ah sì, argomento di "contorno" è la malattia di lei, affetta dal parkinson al primo stadio già all'età di 26 anni. Lui ad un certo punto si spaventa del futuro che gli si prospetta accanto ad una ragazza con queste problematiche ma, come immaginate, il finale è pieno stile "and they lived happily ever after".
Il lato b di Jake Gyllenhaal, signori, vale tutti i 113 minuti. Solo lui però, purtroppo.
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head in the clouds
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venerdì 22 febbraio 2013
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ancora?
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La storia non si regge in piedi!
Sembra che per vivere una storia d´amore intensa o lei o lui debba essere un malato terminale! Sono proprio stanca delle solite storie romanzate america!
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gogolack
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sabato 4 agosto 2012
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un esempio di buon cinema
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Un esempio di buon cinema, questo amori ed altri disastri, commedia romantica che del genere mantiene la struttura e diversi clichè, ma può contare su di una regia attenta, dialoghi curati ed una buona recitazione. Zwick passa con disinvoltura da situazioni pecorecce alla American Pie a momenti drammatici mai banali, dall'erotismo alla tenerezza, da un gruppo di malati di parkinson che riacquista la dignità con l'ironia, ad un marito devoto che amaramente riconosce l'annientamento della malattia, dal fratello nerd e segaiolo del protagonista, alla tenerezza del classico rincontro finale dei due innamorati confezionando così, un'opera che dal titolo e dalla trama difficilmente ti aspetti.
Finalmente un film che sa parlare di sesso, finalmente un film dove il protagonista è un po' più del classico bello e dannato, finalmente un film in grado di lasciare spazio al dramma di una malattia non in maniera pietosa e dove i siparietti romantici non sono stucchevoli e smielate parentisi da buttare a casaccio.
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Un esempio di buon cinema, questo amori ed altri disastri, commedia romantica che del genere mantiene la struttura e diversi clichè, ma può contare su di una regia attenta, dialoghi curati ed una buona recitazione. Zwick passa con disinvoltura da situazioni pecorecce alla American Pie a momenti drammatici mai banali, dall'erotismo alla tenerezza, da un gruppo di malati di parkinson che riacquista la dignità con l'ironia, ad un marito devoto che amaramente riconosce l'annientamento della malattia, dal fratello nerd e segaiolo del protagonista, alla tenerezza del classico rincontro finale dei due innamorati confezionando così, un'opera che dal titolo e dalla trama difficilmente ti aspetti.
Finalmente un film che sa parlare di sesso, finalmente un film dove il protagonista è un po' più del classico bello e dannato, finalmente un film in grado di lasciare spazio al dramma di una malattia non in maniera pietosa e dove i siparietti romantici non sono stucchevoli e smielate parentisi da buttare a casaccio. La Hathaway brava, bravissima in certi momenti, espressiva al punto di non dover quasi parlare e assolutamente a suo agio nel delineare un personaggio ben caratterizzato, Gyllenhaal personalmente non mi ha mai colpito, fa il belloccio con la faccia da bambacione ma ha tempo debito se la cava, forse perchè tratto in salvo, anche qui, dall'ottima caratterizzazione.
Nella norma tutto il comparto tecnico, senza alti ne bassi. Qualcuno criticava il finale...American-Style direte voi, eppure un paio di amare battute conclusive a me ricordano che un certo tipo di cinema può sopravvivere anche all'interno di consolidate formule di genere.
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picassa
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venerdì 6 aprile 2012
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coinvolgente
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bravissimi gli attori
storia originale
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tiamaster
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sabato 11 febbraio 2012
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non porta a niente...si dimentica in fretta.
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Dopo la visione di "amore e altri rimedi" mi son chiesto una semplice cosa "e tutto questo cosa dovrebbe significare???"
Amore e altri rimedi è una pellicola che,rimanendo sul filone della commedia,vuole essere profonda,ma qual'è la moraletta???tutte queste battute e momenti pseudo-drammatici cosa vorrebbero dire???Le interpretazioni sono discrete,sufficiente la colonna sonora e la regia,il regista non è più ai livelli del suo "blood diamond".così e così.
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