werner
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martedì 8 settembre 2009
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delusione
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Sono andata al cinema devo dire con molte aspettative: il tema era interessante e la formula film-documentario mi appassiona. Sarà che per un italiano le vicende berlusconiane (almeno a grandi linee) sono tristemente note, ma ho trovato desolantemente superficiale questo prodotto, che graffia molto meno di un qualsiasi film di Moore e va molto meno in profondità di una qualsiasi puntata di Report. Una grande occasione sprecata. Anche per quanto riguarda ritmo e tono, lo ho trovato fiacco e poco ironico. Inoltre, paga lo scotto della tempistica, che (questa sì di una ironia amara) ha fatto affiorare le inquietanti trame che collegano politica e intrattenimento televisivo con il caso Noemi e d'Addario, che il film (ovviamente perchè prodotto prima) non cita, destinandosi in questo modo a un anacronismo di partenza insuperabile.
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Sono andata al cinema devo dire con molte aspettative: il tema era interessante e la formula film-documentario mi appassiona. Sarà che per un italiano le vicende berlusconiane (almeno a grandi linee) sono tristemente note, ma ho trovato desolantemente superficiale questo prodotto, che graffia molto meno di un qualsiasi film di Moore e va molto meno in profondità di una qualsiasi puntata di Report. Una grande occasione sprecata. Anche per quanto riguarda ritmo e tono, lo ho trovato fiacco e poco ironico. Inoltre, paga lo scotto della tempistica, che (questa sì di una ironia amara) ha fatto affiorare le inquietanti trame che collegano politica e intrattenimento televisivo con il caso Noemi e d'Addario, che il film (ovviamente perchè prodotto prima) non cita, destinandosi in questo modo a un anacronismo di partenza insuperabile. La cosa inquetante e tipica del sistema-Berlusconi non è che questo abbia prodotto i "Ricky" (mi riferisco al ragazzo che voule a tutti i costi diventare famoso, che è italiano ma che potrebbe essere anche americano o rumeno, incarnando una evidente tendenza praticamente universale verso questo tipo di valori) ma le Noemi che candidamente dichiarano di essere INDECISE tra la carriera politica o televisa (ENTRAMBE allo stesso modo aperte in Italia e con questo governo a chi non abbia alcuna competenza nel campo)
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clavius
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martedì 8 settembre 2009
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amaro
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Certo in questo film non si scopre niente di nuovo, ma resta una fotografia imbarazzante del nostro paese. Deformata fin che si vuole, cerca comunque di sondare una delle cause che hanno trascinato l'Italia nel desolante vuoto culturale nel quale è immersa da almeno un ventennio. A tratti impietoso il documentario mette alla berlina comportamenti tra il ridicolo e l'orrido che contraddistinguono una fetta consistente degli italiani impegnati ad apparire, vogliosi di emergere senza competenze nè qualità.
La televisione ridotta ad enorme circo Barnum dove al posto del numero della donna barbuta ci sta lo spogliarello di una casalinga meneghina mascherata.
Si esce dalla visione un po' nauseati nell'osservare un universo (quello delle televisioni commerciali) sempre più autorefernziale, dove girano molti soldi in mano a gente che non sa fare nulla tranne che nutrirsi della popolarità che una società oramai priva di senso critico e gusto è disposta a concedere loro.
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Certo in questo film non si scopre niente di nuovo, ma resta una fotografia imbarazzante del nostro paese. Deformata fin che si vuole, cerca comunque di sondare una delle cause che hanno trascinato l'Italia nel desolante vuoto culturale nel quale è immersa da almeno un ventennio. A tratti impietoso il documentario mette alla berlina comportamenti tra il ridicolo e l'orrido che contraddistinguono una fetta consistente degli italiani impegnati ad apparire, vogliosi di emergere senza competenze nè qualità.
La televisione ridotta ad enorme circo Barnum dove al posto del numero della donna barbuta ci sta lo spogliarello di una casalinga meneghina mascherata.
Si esce dalla visione un po' nauseati nell'osservare un universo (quello delle televisioni commerciali) sempre più autorefernziale, dove girano molti soldi in mano a gente che non sa fare nulla tranne che nutrirsi della popolarità che una società oramai priva di senso critico e gusto è disposta a concedere loro.
Le critiche mosse al documentario mi sono parse pregiudiziali. Certo la pellicola potrebbe essere ancora più incisiva ma c'è materiale sufficiente per porsi qualche domanda spinosa. E senza falsi moralismi chiedersi: ma nel resto del mondo sarà poi tanto diverso?
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(di francesco2)
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goldy
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martedì 8 settembre 2009
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mi tocca dire: corona sei un genio.!
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Ecco il clima culturale radicatosi nel nostro paese cinicamente pianificato e voluto da chi , pur possedendo strumenti e mezzi che si potrebbero impiegare per renderlo più bello e civile ha preferito utilizzare per diffondere stupidità e insipienza: un Re Mida all'incontrario che trasforma in merda tutto ciò che tocca . Un potere mediatico che giocando sul naturale istinto di affermazione che dovrebbe essere leva per grandi progetti lo umilia e lo impoverisce per traguardi apparentamente facili da conseguire .in realtà crudeli e mortificanti . I più soccombono a meno che non ci si chiami Corona che invece nei meccanismi dello spettacolo ci è entrato senza farsi stritolare e dai quali ha ricavato fama, soldi successo alla faccia dei poveretti che lo idolatrano e dei quali lui stesso è il primo a farsi beffe.
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Ecco il clima culturale radicatosi nel nostro paese cinicamente pianificato e voluto da chi , pur possedendo strumenti e mezzi che si potrebbero impiegare per renderlo più bello e civile ha preferito utilizzare per diffondere stupidità e insipienza: un Re Mida all'incontrario che trasforma in merda tutto ciò che tocca . Un potere mediatico che giocando sul naturale istinto di affermazione che dovrebbe essere leva per grandi progetti lo umilia e lo impoverisce per traguardi apparentamente facili da conseguire .in realtà crudeli e mortificanti . I più soccombono a meno che non ci si chiami Corona che invece nei meccanismi dello spettacolo ci è entrato senza farsi stritolare e dai quali ha ricavato fama, soldi successo alla faccia dei poveretti che lo idolatrano e dei quali lui stesso è il primo a farsi beffe. Impossibile pensare a un messaggio più diretto e meno ipocrita per consapevolizzare i troppi coatti a non lasciarsi fregare dalla ragnatela di stupidità che li mortifica con buona pace del burattinaio che ha tirato le fila del sistema sostenuto da un elettorato sapientamente coltivato.
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xenja
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martedì 8 settembre 2009
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interessante
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Le parti più interessanti sono quelle su Mora e su Corona. Più che sinistre, sono agghiaccianti. Inotre il video "Meno male che Silvio c'è": io non l'avevo mai visto e non riesco a credere ai miei occhi e alle mie orecchie. Certe parti potevano essere approfondite, in altre si fa un po' di confusione ("il grande fratello" o "x-factor" per esempio non sono fenomeni berlusconiami, ci sono ovunque); in ogni caso è un documentario da vedere.
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machupicha
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domenica 6 settembre 2009
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dovrebbero vederlo tutti
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purtroppo è la triste realtà ma la gente non si rende conto
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gomez
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domenica 6 settembre 2009
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tutto sommato, una delusione
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Come troppo spesso succede, il trailer passato in tv promette molto piu' di quanto il film mantenga, chi fidandosi del titolo si aspetta chissa' quali rivelazioni sull'ascesa di Berlusconi e compagnia restera' deluso...
I ragazzini si divertivano a scoprire cos'erano le tv private, ma chi come me ha vissuto la nascita delle tv libere ha trovato monco questo documentario (?), che esalta la parte pruriginosa e scollacciata delle piccole tv che pubblicizzavano il gommista all'angolo tra uno striptease e l'altro delle "casalinghe" (che, quasi tutte, frequentavano piu' Corso Massimo che i supermercati...) ma di fatto trascura tutti gli esperimenti di comunicazione finalmente e realmente libera, dando delle tv libere la stessa immagine che all'epoca si sforzavano di sottolineare i media ufficiali (gia' allora pesantemente asserviti ai partiti di governo) che tentavano di farle chiudere.
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Come troppo spesso succede, il trailer passato in tv promette molto piu' di quanto il film mantenga, chi fidandosi del titolo si aspetta chissa' quali rivelazioni sull'ascesa di Berlusconi e compagnia restera' deluso...
I ragazzini si divertivano a scoprire cos'erano le tv private, ma chi come me ha vissuto la nascita delle tv libere ha trovato monco questo documentario (?), che esalta la parte pruriginosa e scollacciata delle piccole tv che pubblicizzavano il gommista all'angolo tra uno striptease e l'altro delle "casalinghe" (che, quasi tutte, frequentavano piu' Corso Massimo che i supermercati...) ma di fatto trascura tutti gli esperimenti di comunicazione finalmente e realmente libera, dando delle tv libere la stessa immagine che all'epoca si sforzavano di sottolineare i media ufficiali (gia' allora pesantemente asserviti ai partiti di governo) che tentavano di farle chiudere.
Lo spazio dato a personaggi come Lele Mora o Fabrizio Corona e' poi francamente eccessivo, non fanno parte del "video-potere" piu' di quanto ne facciano parte i teppisti di Gomorra, e sono noti piu' per le loro vicissitudini giudiziarie che per la reale influenza che hanno avuto sulle emittenti televisive.
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cheshirek4t
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domenica 6 settembre 2009
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qualcosa di interessante
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Seppure a tratti può sembrare caotico e dispersivo, il documentario non manca di momenti particolarmente intensi. La sensazione, inizialmente, è quella di sapere già di cosa si parla, ed è dunque con poco stupore e con una certa sufficienza che ho visto la prima decina di minuti. La materia è tuttavia trattata in maniera particolare, e pian pianino si finisce per domandarsi se il saper già basti. Forse il documentario non fa altro che ripeterci cose che molti italiani già sanno, ma il tono e lo stile logico e narrativo rendono quelle consapevolezze improvvisamente assai più brucianti e profonde. In alcuni momenti mi è suonato in testa come un campanello d'allarme: "Ok, so, ma mi sono assuefatto a tutto ciò!" Secondo me, il merito del film è proprio qui, nella capacità di renderci più pesanti e più urgenti le problematiche che tratta.
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Seppure a tratti può sembrare caotico e dispersivo, il documentario non manca di momenti particolarmente intensi. La sensazione, inizialmente, è quella di sapere già di cosa si parla, ed è dunque con poco stupore e con una certa sufficienza che ho visto la prima decina di minuti. La materia è tuttavia trattata in maniera particolare, e pian pianino si finisce per domandarsi se il saper già basti. Forse il documentario non fa altro che ripeterci cose che molti italiani già sanno, ma il tono e lo stile logico e narrativo rendono quelle consapevolezze improvvisamente assai più brucianti e profonde. In alcuni momenti mi è suonato in testa come un campanello d'allarme: "Ok, so, ma mi sono assuefatto a tutto ciò!" Secondo me, il merito del film è proprio qui, nella capacità di renderci più pesanti e più urgenti le problematiche che tratta. Da non sottovalutare neppure certi interessanti spunti di riflessione buttati qua e là dalla voce narrante, o suggeriti dal delinearsi dei personaggi di Mora e Corona. E' un documentario che dà parecchio da pensare, al di là di qualche limite che indubbiamente ha. Considerando il momento storico in cui viviamo, lo consiglio vivamente. Anche per non condividerne alcunché, magari, ma per ragionarci su.
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marezia
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sabato 5 settembre 2009
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sempre relativamente alla scheda
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anche il titolo o frase di lancio non è un granché perché lo definirei piuttosto un documentario (SE si può chiamare così e non credo) sul NULLA. Berlusconi c'entrerà come coprotagonista ma visto che nel corpo della recensione sparisce a favore di altri personaggi direi che è il male minore. A me l'idea di pagare un biglietto per vedere questi personaggi (e non mi riferisco a Berlusconi) FA SCHIFO quindi purtroppo non potrò condividere lo stupore di fronte alla suoneria del bianco Mora o alle confessioni di Corona. Pazienza! (Per chi non l'avesse capito ironico.)
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marezia
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sabato 5 settembre 2009
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"p.s." corretto
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E mi meraviglio della Fandango che ha deciso di distribuire questo obbrobrio! Come lo classifichiamo affinché possa essere di interesse internazionale: di costume? satirico? sociologico? O semplicemente autoreferenziale e vuoto? A voi la scelta; in ogni caso chi sdogana questo non dovrebbe per deontologia professionale fare le pulci più a NIENTE, nemmeno alle creature dei Vanzina perché questo è l'apoteosi del nulla, un qualcosa che con il Cinema non ha niente a che fare.
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marezia
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sabato 5 settembre 2009
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p.s.
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E mi meraviglio della Fandango che ha deciso di distribuire questo obbrobrio. Come lo classifichiamo affinché possa essere di interesse internazionale: di costume? satirico? sociologico? O semplicemente autoreferenziale e vuoto. A voi la scelta; in ogni caso il critico che sdogani questo non dovrebbe per deontologia professionale fare le pulci più a NIENTE, nemmeno alle creature dei Vanzina perché questo è l'apoteosi del nulla, un qualcosa che con il Cinema non ha niente a che fare.
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