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The International: dietro le quinte dell'economia mondiale

Il thriller cospiratorio di Tom Tykwer è ispirato allo scandalo della Bank of Credit and Commercial International.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

C'è una differenza tra la verità e la finzione. La finzione deve quadrare
Clive Owen (59 anni) 3 ottobre 1964, Coventry (Gran Bretagna) - Bilancia. Interpreta Louis Salinger nel film di Tom Tykwer The International.

giovedì 19 marzo 2009 - Approfondimenti

C'è una differenza tra la verità e la finzione. La finzione deve quadrare
Il cinema non potrà magari cambiare il corso della storia, ma talvolta può adoperarsi per spargere il seme del dubbio, invitare alla riflessione, raccontare storie in bilico tra la realtà e la finzione. È il caso del thriller cospiratorio di Tom Tykwer, nato da una sceneggiatura di Eric Warren Singer ispirata allo scandalo della Bank of Credit and Commercial International. "Quello che mi affascinava della BCCI è che non agiva per semplice avidità" ha spiegato l'autore dello script originale. "Era la banca di chi operava nelle zone oscure e grigie del mondo: organizzazioni di servizi segreti, trafficanti di droga, crimine organizzato e tiranni del terzo mondo che depredavano le loro nazioni. La BCCI prestava tutti i servizi necessari ai propri clienti, che si trattasse di spostare i propri soldi nel mondo senza lasciare tracce, far uccidere qualcuno o tutto quello che c'è tra questi due estremi, era la banca di cui fidarsi. E loro erano in grado di agire impunemente perché, proprio come le organizzazioni terroriste e il crimine organizzato, i governi mondiali, compreso il nostro, avevano bisogno e si avvalevano dei loro servizi. La BCCI è stata chiusa negli anni novanta, ma di banche che sono coinvolte nello stesso tipo di affari - riciclando soldi sporchi, promuovendo e alimentando il conflitto per poter trarre profitto dai debiti che si creano - ce ne sono ancora. Anche se The International trae origine da eventi passati, era importante per tutti noi che fosse attinente alla nostra epoca, una cosa che purtroppo nessuno può negare. Tutto il sistema finanziario mondiale sta vivendo la peggiore crisi dai tempi della Grande depressione come risultato dei prestiti facili e della manipolazione senza scrupoli dei debiti".

Una lunga gestazione
Molto tempo prima di cominciare le riprese di Profumo, Tom Tykwer stava già sviluppando l'idea di The International. "Era il 2003 quando ho avuto l'opportunità di leggere una prima versione della sceneggiatura di Singer" ha affermato il regista di Wuppertal. "A intrigarmi è stata la qualità dei dialoghi e il fatto che il cattivo fosse una banca. Il casino in cui ci troviamo oggi è iniziato quando le banche si sono approfittate delle persone e le hanno incoraggiate a condurre un'esistenza ben al di sopra delle loro possibilità. Le decisioni delle banche hanno effetti a vasto raggio, tanto che sono a rischio non solo le nostre case e i nostri lavori, ma addirittura la qualità delle nostre vite. Gli affari globali si sono sviluppati in un impero formato dai responsabili delle maggiori corporation, che non vengono eletti dal popolo, ma che esercitano un'influenza enorme sulla politica, l'economia e le nostre vite di ogni giorno. Al centro del film ci sono degli esseri umani normali che combattono una corporation bestiale dotata di grande sangue freddo e che sembra inarrestabile. Il personaggio di Salinger non sta soltanto combattendo per svelare i crimini della banca, ma è anche impegnato in una battaglia ideologica. I dirigenti governano il mondo come se fosse un'industria piuttosto che un posto in cui gli esseri umani vivono e hanno dei legami significativi. Sono interessati solo al profitto, mentre Salinger non vuole avere nulla a che fare con la loro visione del mondo".

L'architettura geometrica di Tykwer
La struttura imponente della Berlin Hauptbanhof apre The International mettendo da subito in primo piano l'architettura scelta per incorniciare il thriller cospiratorio del regista tedesco. "Questo film esplora il ruolo dell'architettura nelle nostre vite e quanto questa influenzi le emozioni" ha spiegato Tykwer. "La moderna architettura dispendiosa ha cambiato il paesaggio di tante grandi città. È un'architettura affascinante, che sembra dipendere da un desiderio di chiarezza nelle sue linee, ma allo stesso tempo è difficile da decifrare. Io volevo indagare questa contraddizione, perché rappresenta la società moderna e, in particolare, l'industria delle banche che volevamo descrivere nel film. C'è una costante in tutte queste grandi società, al di là della facciata aperta che mostrano e ritengo che nell'architettura moderna succeda lo stesso. Si lavora spesso col vetro per mostrare apertura, ma si utilizza anche molto cemento, il materiale più solido per nascondere qualcosa. La stazione centrale di Berlino, per esempio, appare chiaramente visibile, ma quando sei dentro rimani sorpreso di trovare tanti piani diversi con ascensori ovunque. C'è un mistero e una complicazione in questo edificio che non vedi dall'esterno. Mi sembrava uno spazio fantastico per circondare Salinger. Sembra quasi che loro siano intrappolati in questo ambiente che ricorda Il mondo nuovo e che, soprattutto di notte, è decisamente inquietante. Allo stesso tempo è un'area molto vasta in cui si ha l'impressione di poter scappare. Crea una sensazione di insicurezza che il film cerca di mostrare. È tutto visibile, ma non capisci se quello che ti viene incontro è un amico o un pericolo".

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