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Striscia la coppia Greggio-Iacchetti al Roma Fiction Fest

Presentato il film tv Occhio a quei due.
di Alessandra Giannelli

Occhio a Ezino ed Enzino
Ezio Greggio (70 anni) 7 aprile 1954, Cossato (Italia) - Ariete. Interpreta Edo Marchini nel film di Carmine Elia Occhio a quei due.

venerdì 10 luglio 2009 - Televisione

Occhio a Ezino ed Enzino
La coppia del telegiornale satirico più famoso d'Italia si ritrova in un film tv che andrà in onda su Canale 5, per la regia di Carmine Elia, il prossimo autunno, ad ottobre molto probabilmente. Definito da Giancarlo Scheri, direttore della fiction Mediaset, uno degli eventi della stagione televisiva, Occhio a quei due è pronto a divenire una serie; al Roma Fiction Fest rappresenta la seconda anteprima italiana per la quale proprio stasera, all'Auditorium Conciliazione, Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti riceveranno il Premio speciale. Una produzione innovativa in cui un film italiano unisce due generi: il giallo dell'investigazione con la commedia all'italiana; un modello poco praticato in Italia, a differenza dell'America (si pensi ad Arma letale, piuttosto che Beverly Hills Cop). Di innovativo c'è il contenuto, ribadisce Scheri, che Mediaset ha voluto sperimentare "in sicurezza", chiedendo a quelli che lui definisce "i due più grandi attori comici del momento in Mediaset" di interpretare questo film che diverrà serie tv quasi certamente, visto che è in corso di stesura. Il film, pertanto, è solo l'inizio di una "bellissima avventura" ha ribadito il direttore ed è prodotto da Cattleya, una società nata per fare cinema, come ha spiegato il responsabile Maurizio Tini, ma che negli ultimi anni si è aperta anche alla televisione con il proposito di fare buoni lavori. Chiariti gli aspetti di produzione, l'incontro diventa più caldo, ma anche più divertente, con l'intervento della menzionata e celebre coppia, che dice ispirarsi a numerose coppie del passato, cui i giornalisti hanno rivolto numerosissime domande.

Ci raccontate i vostri personaggi?
Enzo Iacchetti: Sono due poliziotti anomali: uno è schivo e sta in ufficio perché ha avuto un problema con le armi, mentre l'altro è il fenomeno della questura, agisce sparando a destra e a manca, l'uomo 'del west'; si ritrovano a condurre la stessa indagine senza saperlo, non sono mai convinti di fare bene e litigano per tutto il film per poi diventare amici. C'è un discorso sentimentale che li unisce e poi li separerà. Il carattere è quello della coppia classica ed il contrasto è forte: il tipico precisino che non ce la fa con le donne, ha paura di tutto e poi, invece, c'è quello forte che ha i sentimenti dentro e non li tira fuori perché fa troppo lo sbruffone.
Ezio Greggio (Iacchetti lo presenta, affettuosamente, come il vincitore del Nastro d'Argento): Una storia molto carina ed è stato un piacere accettare l'invito di Andrea Giudici, un pezzo da novanta dell'azienda! Una bella lavorazione, dove tutti hanno dato il meglio con la propria professionalità. Purtroppo (ironizza) l'ha girata Carmine Elia, che credo abbia avuto da bambino un problema con le Ferrovie dello Stato perché ha messo carrelli ovunque (continua a scherzare l'attore!).
Di chi è stata l'idea del film?
Scheri: L'idea l'ha portata Maurizio Tini.
Tini: L'intenzione iniziale della produzione era di lavorare sulla 'strana coppia' di poliziotti e poi, insieme a Mediaset, abbiamo sviluppato quella che era un'idea di Carlo Bellamio, Vinicio Canton e Carlo Sigon per poi prendere una direzione più precisa quando sono entrati Ezio ed Enzo e a quel punto si sono inseriti nell'operazione a tutto tondo.
Quanto conta l'affiatamento tra voi due?
Greggio: Si, l'affiatamento conta in una storia. È logico che per poter dare un'improvvisazione in più devi avere una storia forte, come in questo caso. Stando in coppia ed essendo abituati a guardarci in faccia, la gag in più salta fuori e penso che questo conta molto per chi come noi lavora insieme da così tanti anni.
Iacchetti: Quest'anno è il sedicesimo anno di lavoro insieme!.

Nella vita di tutti i giorni, al di fuori del lavoro, vi frequentate?
Greggio: La nostra è un'amicizia vera e penso si noti. Ci sentiamo abbastanza spesso, ci vediamo di meno perché poi ognuno ha impegni diversi, però ci vediamo quando abbiamo la possibilità. C'è un rapporto ottimo. Vacanze insieme ogni tanto le facciamo.
Iacchetti: ...si, è vero, le facciamo, ma non vi diciamo dove...tanto i paparazzi ci beccano lo stesso!
La storia nasce sulla coppia in questione?
Tini: Abbiamo lavorato a lungo non avendo in mente a chi chiedere di interpretare il film, ma non eravamo ancora arrivati ad una sceneggiatura definitiva, quando poi Ezio ed Enzo hanno accettato è partita la scrittura su di loro e Fabio Bonifacci (lo sceneggiatore) ha scritto pensando che sarebbero stati loro ad interpretarla.
Quanto di quello che è stato scritto è stato manipolato dalla coppia?
Bonifacci: La mia intenzione era che loro non avessero tanto bisogno di manipolare e che, quindi, potessero aggiungere, arricchire, se ne avevano voglia e gli veniva l'ispirazione, ma ciò che io volevo era di metterli in condizione di recitare ciò che era scritto in modo che gli corrispondesse. Ho cercato di appoggiarmi a quelle che sono le loro corde. Io non li conoscevo di persona, ma sono personaggi pubblici e da tanti anni li avevo sotto gli occhi.
Iacchetti: Vuoi dire che siamo anziani?
Bonifacci: No, soltanto che avete iniziato giovani e nel tempo avete dimostrato il vostro talento!
Iacchetti: È vero, comunque, che il testo è quello che ha scritto lui, a parte qualche gag nostra. Ci siamo attenuti al copione. Io sono felice di aver fatto questo film; nella mia professione ho avuto il privilegio di fare 'Striscia' con Ezio, ma per il resto mi piace recitare e quando mi si propone, mi passano tutte le fregole.

Un commento sulle parole di Scheri che vi ha definito "i due più grandi attori"?
Iacchetti: Ha ragione, perfettamente!
Greggio: È uno dei più grandi bugiardi che conosca (scherza!), ma apprezziamo questa sua stima e cerchiamo di ripagarla con il nostro lavoro e questo film tv sembra essere venuto bene e speriamo piaccia al pubblico. Siamo pronti per realizzare la serie, so che Bonifacci sta lavorando alla scrittura, Cattleya è una garanzia e noi ce la metteremo tutta.
Quanto conta girare a Milano, anche per l'ispirazione?
Greggio: Siamo contenti perché facciamo 'Striscia' in quel periodo per cui, durante il giorno realizziamo il film e la sera siamo in onda. Milano è una location magica per i luoghi che ha, poi gireremo d'inverno e queste atmosfere ovattate sono tipiche di lì. Personalmente sono molto contento di girare a Milano e lo faccio con molto piacere, anche da un punto di vista logistico.
Quali sviluppi avranno i due personaggi?
Bonifacci: Hanno una potenzialità di conflitto infinita: la loro diversità, la competizione nonché la sottile invidia che li lega, il fatto di avere una storia d'amore in comune, la rivalità sul lavoro. Pertanto, l'ultimo dei problemi è trovare idee sui loro futuri rapporti. Continueranno ad essere come sono in questo pilota, sono due combattenti!.

Ezio Greggio, quanto è stato importante fare il film con Avati; si può parlare di un rilancio?
Non mi appartiene il termine rilancio perché ho sempre continuato a fare l'attore prima di film divertenti, poi c'è stata questa parentesi perché Pupi da tempo mi diceva che mi vedeva in una parte drammatica. Non sono un comico pentito, visto che dopo ho fatto questo film, poi ho in ballo una commedia per il cinema e anche storie drammatiche. L'importante, credo, sia fare belle storie, che ti piacciono, ti divertono, ti ispirano oppure siano complicate, ma che ti affascinano e mettono alla prova. E' un momento meraviglioso: il premio al festival di Taormina, poi il Nastro, poi il Globo d'oro. Per me è un momento strepitoso, ma continuo e continuerò a fare la commedia con grande passione e poi quando c'è da farla col mio socio Enzino, vado doppiamente felice sul set perché stiamo bene quando giriamo, ma anche quando non giriamo.
Vi siete definiti attori, ma se arrivasse qualcuno da Marte e non sapesse chi siete, come vi presentereste?
Iacchetti: Genericamente sono quello vicino ad Ezio a 'Striscia', ma io ho fatto decine di opere teatrali e nessuno mi ferma per dirmi quanto sono stato bravo a teatro, ma magari quando torno in tv. Questo non mi ferma. Per noi comici è molto più facile fare i drammatici perché è più difficile fare ridere. In America invece, bisogna saper ballare, recitare, fa ridere e poi piangere.
Elia: Per quanto riguarda il discorso degli attori comici che poi devono fare parti drammatiche, dico che per me è più semplice dirigere degli attori che hanno una vena di commedia innata e trasformarla in un qualcosa di drammatico; è più complicato il contrario. È vero quello che dice Enzino, facciamo troppe cose schematiche e in questo film il mio divertimento è stato quello di giocare con loro e scoprire le loro doti con una sceneggiatura scritta in un modo serio e loro erano liberi però all'interno di uno steccato, per cui io posso fare i miei ventimila carrelli e non fare solo i primi piani, ma raccontare attraverso le immagini. E' stato un piacere lavorare con loro.

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