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Ninja Assassin: fare oggi cinema d'arti marziali classico

James McTeigue torna a far squadra con i fratelli Wachowski.
di Gabriele Niola

Sangue virtuale ma salti mortali reali
James McTeigue Altri nomi: (James McTiegue ) (56 anni) 29 dicembre 1967, Sydney (Australia) - Capricorno. Regista del film Ninja Assassin.

mercoledì 2 dicembre 2009 - Approfondimenti

Sangue virtuale ma salti mortali reali
Quando si dice avere la mani piene di sangue, per realizzare Ninja assassin in ottemperanza a tutte le regole non scritte che prevede il genere nato in oriente e poi importato tempo fa in occidente è necessario l'iperrealismo sanguinario di infiniti schizzi rosso cremisi. Lo sa bene James McTeigue e lo sanno ancora meglio i fratelli Wachowski che di questo film sono stati produttori con licenza di mettere bocca sulla realizzazione. Loro che con Matrix hanno operato una fusione inedita tra fantascienza e cinema di arti marziali inventando nuove tecniche e nuove soluzioni di linguaggio oggi si dedicano (finalmente) ad un film puramente di arti marziali che non a caso riesce come uno splendida opera di serie B.
Sangue digitalissimo ma acrobazie vere dalla prima all'ultima. Se infatti l'elemento sanguinolento, cioè la conseguenza del colpo, è iperbolico come si conviene, il gesto in sè è estremo ma all'interno dei canoni umani. Nonostante proprio i Wachowski abbiano riesumato dal cinema d'arti marziali anni '70 l'uso dei cavi per sollevare gli attori e dare il senso di acrobazie impossibili per questo film hanno scelto di non usarne e di affidarsi anzi a professionisti specializzati per tutte le scene d'azione.

Litri e litri di sangue digitale
Ad occuparsi del sangue finto è stata la Pixomodo, società specializzata in effetti visivi, che ha elaborato un complicato parco di "effetti sangue": schizzi, spruzzi e sventagliate in numero tale da richiedere la creazione di apposite librerie che li contenessero ed ordinassero tutti in modo da tenerli sempre pronti all'uso.
L'ispirazione principale per la dimensione visiva della violenza è stato l'anime Ninja scroll, specialmente per il modo in cui il sangue è utilizzato come elemento visivo e coreografico. A questo tipo di approccio la Pixomodo ha aggiunto un terrificante realismo che come dicono loro "ti farebbe credere che sia tutto vero non fosse per le incredibili quantità!", si parla circa di 7 litri di sangue digitale per ogni ninja.
Le scene più complesse, a detta dei realizzatori, sono state quella iniziale e quella conclusiva, cioè la decapitazione nella sala tatuaggi e la lenta morte della nemesi, un lavoro estenuante di precisione millimetrica per rendere altamente plausibile qualcosa di fortemente irreale. Plausibile a tal punto che la produzione è stata costretta a chiedere di ridurre il realismo raggiunto altrimenti il film avrebbe ricevuto dalla censura il divieto per i minori di 18 anni.

Il meglio di diversi stili
Un altro elemento che ricollega Ninja assassin alla miglior tradizione di cinema d'arti marziali è il realismo dei combattimenti. Dove per realismo si intende non solo il fatto che le mosse per quanto estreme siano sempre state effettivamente compiute sul set senza aiuti ma anche il fatto che lo stile utilizzato sia una fusione di stili e arti marziali diverse.
L'idea era che il ninja deve essere superiore a qualsiasi altro guerriero e dunque in grado per ogni situazione o mossa di utilizzare l'arte marziale più appropriata. Alla base è stato mantenuto lo stile giapponese originale, il ninjutsu, su quell'impianto sono stati poi inseriti elementi cinesi del wushu, del krabong tailandese e del kali filippino.
E' stato dunque necessario avere sul set moltissimi esperti e specialisti che garantissero in ogni momento la possibilità di girare scene senza aiuti digitali ottenendo performances in tutto e per tutto reali. In questo senso i famosi cavi, utilizzati solitamente per ampliare o prolungare i salti, sono stati usati solo come elemento di sicurezza. Tutto quello che si vede (o quasi) è possibile.
Ogni movimento e ogni incredibile possibilità da ninja doveva corrispondere a un'abilità umana, come se i ninja raccontati riuscissero ad esprimersi al meglio in qualsiasi disciplina mai creata dell'uomo, non a caso quando ci sono sequenze di fuga nella città sono stati chiamati esperti di parkour "perchè è semplicemente il metodo più efficace che ci sia per spostarsi da un punto A a un punto B oltrepassando ostacoli e procedendo quasi in linea diretta" ha sentenziato il coordinatore degli stuntman Dave Leitch.

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