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Un sorteggio per raccontare il periodo delle Brigate Rosse

Giuseppe Fiorello in una nuova fiction di impegno civile.
di Edoardo Becattini

Gli anni di piombo visti da un uomo comune
Giuseppe Fiorello Altri nomi: (Giuseppe Fiorello ) (55 anni) 12 marzo 1969, Catania (Italia) - Pesci. Interpreta Tonino Barone nel film di Giacomo Campiotti Il sorteggio.

venerdì 22 ottobre 2010 - Televisione

Non tutti i sorteggi portano buoni auspici. Soprattutto in un periodo di tensioni e paure come quello degli anni di piombo. Per Tonino, operaio alla Fiat Mirafiori nella Torino degli anni del terrorismo delle ideologie, essere sorteggiato come giurato di riserva nella giuria popolare del primo processo alle Brigate Rosse inizialmente è solo una buona scusa per abbandonare le fatiche del lavoro in fabbrica e concentrarsi sulle sue amate gare di tango. Le cose cambiano quando arriva a percepire il fermento del clima politico circostante e i rischi reali del ruolo che è chiamato ad adempiere di fronte allo Stato.
La storia de Il sorteggio, in onda lunedì in prima serata, nasce da Giovanni Fasanella, giornalista che ha vissuto in prima persona le paure della Torino di trentacinque anni fa, e dal fermo desiderio di creare un racconto da quelle vicissitudini che, nelle sue parole, rappresentano "un argomento che non appartiene alla storia ma ancora alla cronaca dell'Italia, un paese che soffre di una sindrome da stress post-traumatico". Dalla prima stesura, vincitrice di una menzione al premio Solinas, Fasanella non è mai riuscito a trovare i finanziamenti governativi necessari a realizzare un film, perché, come spiega, "c'era un certo imbarazzo a raccontare i rapporti fra i brigatisti e le fabbriche operaie", oltre a dare ad intendere alcune precise responsabilità da parte della politica e della cultura degli anni Settanta. Il progetto è così passato attraverso varie riscritture fino ad arrivare alla Rai e alla produzione televisiva, anche se, come ci tiene a precisare il regista Giacomo Campiotti, "si tratta di una produzione anomala, girata come un film tv e non come una miniserie, e che presenta una notevole complessità formale: un montaggio molto incalzante e una tensione data dall'uso della macchina a mano e dal continuo pedinamento del protagonista".
Questa atmosfera ansiogena è sottolineata dallo stesso protagonista Giuseppe Fiorello: "È molto importante che il regista abbia raccontato gli anni di piombo senza ricorrere a una sparatoria né versare una sola goccia di sangue. Giacomo ha scelto di raccontare la violenza come puro atto psicologico, così come di non condividere né il punto di vista dei giudici, né quello dei terroristi, ma quello dell'uomo comune, un operaio sereno e disinteressato alla politica che improvvisamente si deve confrontare con i doveri di stato". Oltre a collaborare personalmente alla sceneggiatura, Fiorello ha lavorato sul personaggio di Tonino "pensando a come avrei potuto reagire nella sua stessa situazione: con un carabiniere che bussa alla porta e ti chiama a partecipare al più importante processo di quel periodo" e imparando a ballare il tango. Difatti, molto importante nella storia è il ruolo del ballo argentino, che se per l'attore Fiorello è stato anche un modo per affrontare le proprie vergogne ("Il tango è un ballo molto fisico e bisogna imparare molto a lasciarsi andare"), per la compagna di Tonino, Anna (Gioia Spaziani), diventa "la metafora della storia d'amore fra i due personaggi, un momento sospeso in cui emergono tutti i conflitti della coppia e la sensualità che le loro parole non riescono mai a esprimere".
Particolarmente importante ai fini della drammaturgia della vicenda parallela alla storia d'amore, quella che riguarda gli operai di Mirafiori e i rapporti con il terrorismo rosso, è, oltre al sindacalista Gino interpretato da Giorgio Faletti, anche il personaggio del giovane Salvatore: ricco figlio di un imprenditore torinese che per scelta ideologica decide di lavorare in fabbrica e pagarsi gli studi di giurisprudenza. Il suo interprete, Francesco Grifoni, chiude l'incontro di presentazione del film tv lasciando trapelare tutta l'importanza che ha avuto per lui questo personaggio, da lui descritto come "un ragazzo con le idee molto chiare sulle ideologie, ma con il forte contrasto interiore fra il desiderio per il libero arbitrio e il forte clima di tensione sociale di quegli anni".

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