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Il falco e la colomba: intervista a Davide Paganini

Una saga epica ambientata nel Cinquecento.
di Alessandra Giannelli

La passione e il potere
Davide Paganini - Scorpione. Interpreta Fabio nel film di Giorgio Serafini Il falco e la colomba.

martedì 20 ottobre 2009 - Televisione

La passione e il potere
In onda da martedì 13 ottobre, in prima serata su Canale 5, Il Falco e la Colomba, per la regia di Giorgio Serafini, è una fiction in costume ambientata nel Cinquecento. Una storia tratta dal celebre romanzo di Stendhal, La badessa di Castro, che racconta dell'amore tra un uomo e una donna di opposta estrazione sociale e dei numerosi conflitti che si scateneranno. Passione e potere narrati attraverso un cast assai nutrito: Giulio Berruti, Cosima Coppola, Anna Safroncik, Davide Paganini, Sabina Began, ma anche Enrico Lo Verso, Franco Oppini e molti altri ancora. Dopo Elisa di Rivombrosa e Orgoglio, di nuovo una saga epica che potrà aiutare a dimenticare i critici tempi moderni. Abbiamo chiesto a uno degli interpreti, l'attore Davide Paganini, di raccontarci le vicende di questa nuova serialità. Alle prese con teatro, cinema e tv, Paganini ci ha raccontato del suo personaggio, Fabio Campireali il fratello della protagonista, ma anche della sua intensa vita artistica, nata a teatro, per la quale ha abbandonato il tennis professionale.

Nella fiction sei Fabio Campireali, ci racconti il tuo personaggio?
È un personaggio che ambisce a grandi altezze nella Roma del Cinquecento. Userò come "merce di scambio" proprio Elena, mia sorella, ragazza di una bellezza infinita, per darla in sposa a un vecchio principe, ruolo affidato a Fabio Testi. La nostra famiglia, un tempo agiata, poi perderà le proprie ricchezze e il mio personaggio tenterà di riportarla in auge grazie al matrimonio che gli permetterà di diventare cardinale, titolo che all'epoca aveva una valenza prettamente temporale. Diventerà nemico dei Colonna, del Cardinale Pompeo Colonna, interpretato da Vincent Riotta. In mezzo a tutto questo uno dei briganti dei Colonna, Giulio Branciforte, l'attore Giulio Berruti, si innamora di mia sorella e, quindi, io ne diventerò nemico. Ci saranno delle battaglie, soprattutto nella seconda puntata ci saranno ammazzamenti, spari, inseguimenti a cavallo, sarà una puntata molto movimentata.
È stato difficile interpretare un film in costume?
È stato divertente più che altro. Abbiamo dovuto imparare ad andare a cavallo con la monta del 1500, che è diversa da quella moderna. Ci hanno insegnato ad adoperare le spade come all'epoca, io ho guardato un po' di scherma, ma non c'entra niente; abbiamo usato spade che pesano cinque chili e che richiedevano determinati movimenti. Quale altro lavoro ti fa mettere un costume del genere, se non una festa di Carnevale?

Il pubblico si appassionerà alla serie?
Si, perché è una storia che si basa sulla realtà; i Colonna, ma anche i Campireali, sono esistiti. Parliamo di una vicenda reale e poi c'è una grande storia d'amore, di passione. Fin dai tempi di Shakespeare, l'amore e la lotta hanno appassionato; poi la fiction è tratta dal romanzo di Stendhal, si parla di un amore travolgente che viene associato alla famiglia, ci troviamo in una drammaturgia classica.
Si è insinuato il paragone con Elisa di Rivombrosa, cosa ne pensi?
Sicuramente Rivombrosa è un film in costume, c'è una storia d'amore, ma le vicende non sono le stesse. L'ambientazione storica è tutt'altra, come la fonte di ispirazione e anche gli attori sono diversi. Ci auguriamo di bissare lo stesso successo, questo si!
Nella vita conta più il potere o l'amore?
Sicuramente l'amore, ma con l'amore non mangi!
Quando è nata in te la passione per la recitazione?
Da sempre, facevo il buffone anche a scuola. Quando mi mettevano alla cattedra per l'interrogazione, mi giravo e guardavo la classe come se fosse la platea. Era il mio momento, il mio spettacolo. L'interrogazione diventava un monologo, ma anche un momento comico: volevo far ridere l'insegnante e i compagni. Quasi sempre interrogavano solo me alla cattedra, gli altri li facevano restare seduti al proprio posto.

Davvero volevi fare il tennista?
Si, sono stato nella nazionale under 16, ma poi ho incontrato il teatro e ho smesso dall'oggi al domani, come si fa quando si smette di fumare. È stato un grande dramma in famiglia perché c'erano molte aspettative anche a livello di federazione, ma ho smesso di praticare il tennis. Adesso gioco con gli amici in qualche circolo. Prima mi allenavo quattro, ma anche cinque ore al giorno, poi ho cominciato a studiare teatro e non pensavo ad altro, la mia mente era sempre a quello. Ho iniziato con un corsetto serale e da lì è cominciato tutto, abbiamo fatto due estive in tutta la Liguria, io vengo da Sestri Levante, abbiamo costituito La compagnia dello schiaffo. Avevo 17 anni e non ho mai più smesso.
Quando non reciti, e non giochi a tennis, cosa ti piace fare?
Potrei rispondere come Moretti: "faccio cose, vedo gente". A parte tutto, faccio molto sport nella nazionale di calcio attori e abbiamo degli allenamenti; il sabato, ma anche il mercoledì, andiamo in giro per l'Italia a giocare per beneficenza. L'incasso viene devoluto per cause importanti, come i terremotati o, come due anni fa, per una bambina di Ostia che dovrà fare un intervento a Boston, è venuta anche Striscia la notizia a seguire la vicenda. Nel mio piccolo cerco di dare una mano a chi ne ha bisogno e poi...faccio cose, vedo gente.

Dal teatro, al cinema e poi alla televisione; qual è il contesto che più ti si addice?
Io adoro il teatro e un giorno vorrei arrivare al punto di fare televisione per mantenermi il teatro!
Un ruolo che ti piacerebbe interpretare?
Sto lavorando a una sceneggiatura, un ruolo che mi sono scritto e cucito addosso e mi auguro vada in porto. Mi piacerebbe fare cose di grande qualità, lavorare con grandi registi anche per una grande fiction o il cinema. Mi interessa la grande storia, insomma, che permetta una prova intensa, questa credo sia la cosa più interessante per un attore.
Prossimamente dove ti vedremo?
Uscirà un film al cinema che si chiama L'uomo dei sogni prodotto dal Centro Sperimentale di cinematografia di Roma, una co-regia di Alessandro Capitani e Alberto Mascia. Poi ho fatto due corti: uno con Roberto De Feo e l'altro con Fabrizio Provinciali. Il primo, lo scorso anno, ha sfiorato la candidatura agli Oscar con il cortometraggio dal titolo h5n1, ma ha vinto molti premi.
Prendendo spunto dalla serie, secondo te, oggi, è possibile l'amore tra persone di diversa estrazione sociale?
Oggi queste cose non ci sono. Magari se sei un'artista e non c'hai una lira non ci sono problemi, mentre se sei un operaio hai difficoltà a entrare in determinati settori. La società è ancora molto settoriale. Comunque, io sono di basso ceto sociale e non ho avuto problemi nella vita a stare con donne di alto ceto sociale!

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