Gli ultimi del Paradiso

Il film che chiede giustizia per le morti banche

Tre operai muoiono soffocati per esalazioni in una cisterna nella raffineria della Sars, in provincia di Cagliari. È il 26 maggio 2009. Quando lo viene a sapere, quel pomeriggio, il regista Luciano Manutti sta girando una scena della miniserie per RaiUno Gli ultimi del Paradiso, proprio nel punto in cui racconta per finta la morte di tre lavoratori, soffocati nella stiva di una nave nel porto di Trieste.
Il film, centrato sulla storia di un camionista in coma dopo un incidente (Giuseppe Zeno) e di tre amici (tra i quali Massimo Ghini, a sinistra, e Riccardo Zinna), che solidarizzano contro il loro datore di lavoro (Francesco Salvi), è lo specchio della situazione italiana e dà conto dei numeri (circa 1300 morti l'anno, quattro al giorno), della tragedia dei tredici operai soffocati in una cisterna a Ravenna nel 1988 e di quella - simile - di tre lavoratori rimasti uccisi a Molfetta, nel 2008.
Luciano Manutti - esordì con Fuori stagione, film autoprodotto e premiato con un David di Donatello - voleva ottenere sensibilità per le morti bianche. Quando, a fine r prese, è arrivata la notizia dei tre morti in Sa degna, è stato uno choc con quello stato d'animo il regista ha lavorato ai dettagli del film.
Da Il Venerdì di Repubblica, 22 gennaio 2010


di Marianna Buonassisi, 22 gennaio 2010