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5x1: brava, bella e sexy Michelle Pfeiffer

L'attrice californiana torna a essere diretta da Stephen Frears dopo Le relazioni pericolose.
di Stefano Cocci

In Cheri è un'affascinante cortigiana
Michelle Pfeiffer (Michelle Marie Pfeiffer) (66 anni) 29 aprile 1958, Santa Ana (California - USA) - Toro. Interpreta Lea de Lonval nel film di Stephen Frears Chéri.

martedì 25 agosto 2009 - Celebrities

In Cheri è un'affascinante cortigiana
Una donna che ha incarnato un tempo rimanendo una donna di un altro tempo. Michelle Pfeiffer stupì il mondo nel 1983 con Elvira di Scarface malgrado il regista Brian De Palma, che fino a l'ultimo si mostrò riluttante nello scritturarla. Con quel personaggio si impose per il suo talento diafano ed etereo ma soprattutto per un canone di bellezza che ancora oggi resiste e che, a 51 anni suonati, la incorona ancora come una delle donne più belle, affascinanti ed attraenti del pianeta. Sebbene Michelle Pfeiffer rappresenti ancora un canone di bellezza, il suo stile di vita si discosta da quelle che ormai sono i vizi imperanti dello star system. Dell'attrice si conoscono due storie d'amore conclamate: con il regista Peter Horton, da cui ha divorziato nel 1988, e con lo sceneggiatore David E. Kelley (autore di Ally McBeal, Chicago Hope, La famiglia Brock, The Practice e Boston Legal), incontrato in un appuntamento al buio nel 1993 e sposato l'anno seguente. Tra i due matrimoni si è vociferato di qualche flirt ma sicuramente niente a che vedere con le paparazzate di cui sono protagonisti gli attori del grande e piccolo schermo negli States e anche nel nostro paese. Non solo: la Pfeiffer, praticamente all'apice della carriera, si è ritirata dalle scene per dedicarsi alla cura dei suoi due figli, per ritornare solo recentemente in Hairspray e Stardust. Lontana dai rifiuti che ne hanno caratterizzato la carriera – ha rinunciato a Thelma e Louise, Basic Instinct e Il Silenzio degli innocenti – torna con un film di Stephen Frears, Cheri, in cui interpreta un'affascinante cortigiana.

. Scarface
Dopo averla vista in Grease 2, Brian De Palma si rifiutò categoricamente non solo di scritturarla ma anche di provinarla per il suo film sull'ascesa e caduta di un trafficante di droga cubano. Fu il produttore ad insistere e la Pfeiffer, sebbene intimidita dalla personalità di Al Pacino, offrì una prova che convinse il regista. Fu l'ennesima scelta azzeccata da De Palma, che disegnò un cult movie che resiste al tempo, non solo per il racconto di un'epopea violenta tutta interna ad un sistema di valori come quello statunitense che si incontra e scontra con la massa dei disperati dell'Esodo di Mariel, ma proprio grazie ai protagonisti: un ritrovato Al Pacino, un mai così convincente Steven Bauer e l'eterea Pfeiffer, che così costruì le sue fortune.

Le relazioni pericolose
Un gioiello uscito fuori direttamente dalla penna di Christopher Hampton, che adattò per il cinema la sua riduzione teatrale dell'unica opera letteraria di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos. La vicenda è ambientata nel Settecento ma dell'epoca ci sono solo i costumi; emozioni, impulsi e stimoli sono del nostro tempo. Il film è riuscitissimo non solo grazie alla regia di Frears ma alle interpretazioni delle tre splendide bionde del cast: la perfida Glenn Close, la virginale Uma Thurman e la Pfeiffer. Proprio quest'ultima è la sorpresa più lieta. Dopo essere sprofondata nella perdizione e la droga con l'Elvira di Scarface ed essersi battuta con tutte le proprie forse per la redenzione, qui è Madame de Tourvel, una donna virtuosa che cade nel tranello di peccato e seduzione di John Malkovich.

I favolosi Baker
Cambio di registro e, soprattutto di musica. Michelle Pfeiffer stupì tutti nei panni della cantante Susie Diamond e scolpendo nella mente di un'intera generazione la sua immagine da gatta sdraiata sul pianoforte e, ancor di più, costruendo un intero repertorio jazz senza doppiaggio ma, anzi, interpretando tutti i pezzi dal vivo. Vinse un Golden Globe, fu nominata in tutti i più importanti premi cinematografici d'America e, sebbene favorita nella corsa all'Oscar per la Miglior Attrice, fu battuta da Jessica Tandy.

Batman – il ritorno
Formalmente potrebbe sembrare ancora un cambiamento nelle scelte artistiche di Michelle Pfeiffer, ma, in effetti, non fu così. Selina Kyle/Catwoman costrinse l'attrice a una dura preparazione fisica e a imparare le basi delle discipline marziali di lotta ma il personaggio non è lontano dai canoni che è possibile riconoscerle: Selina ha una grande forza ma anche una fragilità che la rende al tempo stesso dolce, irresistibile e spietata. Pfeiffer/Catwoman è una delle cose che si ricordano con maggior piacere del Batman burtoniano e una delle icone con cui sarà più difficile fare i conti in futuro per chiunque voglia cimentarcisi.

Le verità nascoste
Se nel 2009 Florentino Perez è riuscito a mettere insieme Kaka e Cristiano Ronaldo nel suo Real Madrid da sogno, nel 2000 Robert Zemeckis mise insieme Michelle Pfeiffer e Harrison Ford per il suo thriller hitchcockiano intriso di venature sovrannaturali. Ford stupisce ed ammalia con una delle sue rare interpretazioni da cattivo ma è la Pfeiffer a rubare lo schermo al collega, ancora una volta fragile come un sottile strato di ghiaccio dove sono seppellite emozioni e che, una volta strappate al freddo e al gelo che ibernano l'anima, si trasformano in voglia di vita oppure a fuggire da un marito impazzito.

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