Advertisement
Horror Frames: Book of Blood, Clive Barker al cinema

Un film superficiale che prova ma non decolla.
di Rudy Salvagnini

Dal cinema alla letteratura
Sophie Ward - Capricorno. Interpreta Mary Florescu nel film di John Harrison Book of Blood.

martedì 11 maggio 2010 - News

Dal cinema alla letteratura
C live Barker è considerato uno dei maestri moderni dell'horror letterario, oltre che un innovatore nel campo. Non stupisce perciò che i suoi scritti abbiano sin dall'inizio attirato l'interesse del cinema. Ma anche Barker era interessato al cinema (come dimostrano i suoi precoci cortometraggi: Salome del 1973 e The Forbidden del 1978). Perciò, dopo i primi tentativi poco riusciti (Underworld del 1985 e Rawhead Rex del 1986, entrambi firmati da George Pavlou), aveva preso di petto il problema della trasposizione cinematografica delle sue opere realizzando, come regista, Hellraiser. Il risultato era stato per certi versi sorprendente, con la creazione di un'estetica sporca e crudele che si sposava bene con quella dei suoi racconti e romanzi. Inoltre, aveva creato una franchise di tutto rilievo che si affiancava alle altre che negli anni '80 erano in pieno svolgimento (Venerdì 13, Halloween, Nightmare), ma con caratteristiche del tutto proprie. Le regie successive però non avevano sortito gli stessi effetti. L'ambizioso Cabal era sembrato più volenteroso che riuscito, mentre Il signore delle illusioni era ancora più velleitario.
Successivamente, Barker è sembrato allontanarsi dal cinema - almeno come autore a tutto tondo - limitandosi a sorvegliare, più o meno attentamente, le riduzioni cinematografiche delle sue opere da parte di altri registi. Con risultati decisamente altalenanti, ma con punte interessanti come Candyman - Terrore dietro lo specchio, capace di generare un'ulteriore franchise.
Recentemente se ne sono visti alcuni ulteriori esempi. Uno è Midnight Meat Train, un altro è Book of Blood. Quest'ultimo sin dal titolo richiama l'opera che forse rappresenta meglio il Barker letterario: una consistente serie di volumi antologici all'origine del famoso endorsement da parte di Stephen King che non poco ha contribuito alla fama di Barker. Il film - tra i cui produttori c'è lo stesso Barker - trae spunto da un paio di racconti (The Book of Blood e On Jerusalem Street) di quella serie ed è diretto da John Harrison, regista con ampio background televisivo, ma con diverse sortite cinematografiche, la prima delle quali è I delitti del gatto nero, un film a episodi generato dal successo della serie televisiva Tales from the Darkside prodotta da Richard P. Rubinstein e George A. Romero e da noi trasmessa dalle tv locali con il titolo Un salto nel buio.
Uno strano tipo, Wyburd, trova in un bar un giovane vagabondo, Simon (Jonas Armstrong), decisamente male in arnese e se lo porta a casa. Ma non è spinto da buone intenzioni. Tutt'altro. Intende togliere la pelle al giovane per darla a un collezionista. La pelle di Simon è però come un libro di sangue, istoriata, tra ferite ed escoriazioni. Wyburd gli chiede di leggergli quel libro: in cambio adotterà un metodo meno doloroso per scuoiarlo. Certo, non è che l'alternativa sia di quelle che fanno fare i salti di gioia, ma chi si accontenta gode e perciò Simon racconta spiegando che le autostrade dei morti conducono a incroci che si riversano nel nostro mondo. Se ci si trova in uno di quegli incroci si possono sentire le storie raccontate dai morti. La professoressa Mary Florescu (Sophie Ward), studiosa del paranormale, indaga nella casa dov'è misteriosamente morta una ragazza. Mary e il suo assistente Reg Fuller (Paul Blair) portano nella casa della strumentazione scientifica per ottenere finalmente prove certe sul paranormale. La professoressa pensa che Simon, un suo studente, possa essere utile per l'indagine: ha sofferto un trauma da bambino e ha delle visioni premonitrici. Oltre a ciò, la professoressa - repressa sessualmente - è attratta da lui anche per motivi meno professionali. Simon accetta di aiutarla e i tre si confinano nella casa, in attesa. Le prime esperienze fanno capire come la presenza ultraterrena sia assai malevola, ma ovviamente i tre non demordono.

Le ossessioni di Baker
La struttura narrativa e il fatto che le storie siano "scritte" sul corpo richiamano L'uomo illustrato, film diretto da Jack Smight sulla base dei racconti di Ray Bradbury, ma i rimandi sono soprattutto altri. Gli studiosi rinchiusi in una casa infestata con l'idea di scoprire scientificamente la verità sul paranormale ricorda tra gli altri Gli invasati e Dopo la vita e, da quest'ultimo, Book of Blood trae anche il turbamento della professoressa, simile a quello del personaggio interpretato da Pamela Franklin in quel film.
Le ossessioni di Barker sono comunque presenti: il pessimismo cosmico, il soprannaturale visto come qualcosa di oscuro e per nulla benevolo, il decadimento fisico, la mutazione della carne (non a caso David Cronenberg è uno dei protagonisti di Cabal), il dolore fisico come sublimazione verso il piacere.
Il clima è plumbeo, pervaso da un opprimente senso del destino e dalla sensazione che, qualunque cosa si stia cercando, il vero problema sia che aver successo nella ricerca sarà la peggiore cosa che possa capitare e, nello stesso tempo, l'unica per la quale valga la pena vivere. Solo che tutto resta in superficie, enunciato, senza che le tematiche originali di Barker riescano a proiettarsi efficacemente sullo schermo. Harrison cerca di sviluppare una tensione erotica nel rapporto tra la professoressa sulla quarantina e il giovane studente, ma ci riesce solo in parte.
Il problema principale è quello che si incontra spesso nei film tratti da racconti: non c'è abbastanza materia per un lungometraggio. Quindi, alternativamente, si rimedia aggiungendo materiale estraneo o stiracchiando al massimo l'idea. Generalmente il secondo approccio è perdente in partenza perché si concretizza in film lenti e poco movimentati. Come questo. Statico e verboso, Book of Blood si appoggia a qualche svolta narrativa improvvisa, ma non imprevedibile. Il triangolo tra i personaggi è risaputo (il tecnico vorrebbe la professoressa, che invece vorrebbe lo studente, che ricambia ma è un po' strano) e non basta a sostenere la storia.
La parte finale, com'è normale, acquista un certo grado di concitazione, ma la tensione narrativa che è mancata sostanzialmente per tutto il film non riesce a concretizzarsi nonostante un certo tasso di gore e qualche immagine suggestiva.
Sophie Ward regge con dedizione il difficile ruolo della professoressa, ma Jonas Armstrong non riesce a dare spessore a quello del suo allievo, poco aiutato da una sceneggiatura che non risparmia parole, ma non trova quelle più efficaci.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati