Antichrist

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Un film di Lars von Trier. Con Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg Titolo originale Antichrist. Horror, durata 100 min. - Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009. - Lucky Red uscita venerdì 22 maggio 2009. - VM 18 - MYMONETRO Antichrist * * - - - valutazione media: 2,48 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
shiningeyes venerdì 26 aprile 2013
un'opera distruttiva, ma ricca. Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Come al solito Lars Von Trier non smette di stupirci o inorridirci con le sue opere, così strazianti e visivamente scioccanti, ma anche così profonde e simboliche, aiutate da una fotografia bellissima. In “Antichrist” ci viene offerta una superba prestazione da parte del regista, che decide di affrontare i fantasmi della sua appena passata depressione, che si denuda ad un tema di difficile digeribilità, che fa contorcere lo stomaco a noi: la donna vista come essere ambiguo e malvagio, come essere più vicino alla natura e alla sua crudeltà. Levando il fatto che dissento totalmente con i temi preposti da Trier, mi trovo ad analizzare un'opera mistica e psichedelica, fatta di fotografie simboliste che ricordano il regista russo Andreij Tarkovskij (film dedicato alla sua memoria), a cui come Trier, piaceva farle in suggestive scenografie di boschi, e scene girate con slow motion che ne indicano sublimazione e meraviglia fino a quelle soggettive che seguono da vicino i due protagonisti, che ci presentano una realtà sinistra e malefica. [+]

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federsex lunedì 7 ottobre 2013
il volto oscuro dell'istinto Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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La perdita di un bimbo porta la coppia a colpevolizzarsi a vicenda, la madre cade in una profonda depressione senza ritorno. Bellissima interpretazione dello spirito malvagio che si impossessa della mente della mamma, portandola in un abisso di perversione, a tratti maniaco- compulsiva, senza freni inibitori. La natura si rivela quale madre dei segreti del passato, nel massacro di corpi di bambini,, trasportando la donna nel dolore ed angoscia. La provocazione del regista è riuscita nell'intento di esprimere l'istinto di distruzione, unito alla spiritualità insita in ogni essere umano. Interpretazione ottima di William Do Fou nel ruolo di marito e psicoterapeuta, nel tentativo di recupero mentale della moglie. [+]

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vixens giovedì 28 maggio 2009
critica da minculpop Valutazione 4 stelle su cinque
46%
No
54%

esco appena adesso dal cinema...il film è molto bello, non facile, pieno di argomenti e di riferimenti, nei contenuti e visivi. Un film ricco, non direi elegante ma dalle forme estreme e dai colori accesi come una pittura fiamminga. Ho voluto accedere al sito per leggere le recensioni, che immaginavo, soprattutto quelle dei quotidiani di "sinistra", liquidatorie e irridenti. Critici conformisti, di apparato, che non vedono al di là del proprio naso. C'è poco da stare allegri in questo paese: da una parte c'è Berlusconi e la sua cultura-intrattenimento, dall'altra il conformismo cattocomunista, ormai rancido. Ci vuole molta malafede a trattare con sufficienza quest'opera solo perché trascende tematiche sociali o propone una visione delle cose non conforme a un'idea unilateralmente considerata "progressista". [+]

[+] o realista? (di marezia)
[+] e secondo me non c'è... (di marezia)
[+] per forza (di paskmark)
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molenga venerdì 14 ottobre 2011
la natura del male Valutazione 3 stelle su cinque
40%
No
60%

Una coppia si lascia andare al piacere dei sensi , è notte e, nella stanza adiacente, il figlioletto vede scendere la neve: catturato, si sporge a guardarla e cade, morendo. La donna(charlotte  gainsbourg) non riesce a riprendersi ed il marito(defoe) decide, essendo egli stesso uno psico terapeuta, di curarla.alla ricerca della radice del dolore i due si inoltreranno in un bosco (eden wood) dove lei si era ritirata a scrivere una tesi con il bambino...ma la tragedia non tarderà ad arrivare.
Film fortissimo, ricco di immagini sconcertanti che lo hanno fatto classificare come horror e non potevano evitare di passare sotto la mannaia della censura; "antichrist", da molti bollato come misogino, è forse misogeno, ovvero voglioso di creare odio contro la natura il chi lo guarda: pare un picco di rabbia in un oceano di depressione, quella del regista. [+]

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van cristal lee martedì 3 gennaio 2012
non per tutti Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Un film è prima di tutto, come ogni progetto immaginativo, comunicazione. L'abilità del regista nel farci entrare nel suo pensiero è ciò che determina a mio avviso la riuscita di un film. Ogni film viene compreso in rapporto a ciò che siamo. Per comprendere ciò che l'altro ci vuole comunicare dobbiamo basarci su delle precomprensioni nostre, per poi, eventualmente, modificarle. Questo è un film sicuramente di difficile lettura, ed è facile trovarci un senso personale. Ma forse proprio questa ambiguità significativa rende ancora più seducente questo film. "Cosa ci vuoi dire Lars?". E' questa la domanda costante che lo spettatore si pone fruendo di questa esperienza cinematografica, sicuramente fuori dalle righe. [+]

[+] la risposta è semplice (di paskmark)
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ultraviolence venerdì 12 giugno 2009
arte liberatoria Valutazione 5 stelle su cinque
40%
No
60%

Il prologo del film è arte audio-visiva allo stato puro: il “rallenti” in b/n dei corpi dei due coniugi che, sulle note della celestiale aria di Haendel (“Lascia ch’io pianga…”), s’intrecciano in un’intensa copulazione, che procede parallelamente al consumarsi della tragedia attraverso un susseguirsi d’immagini fortissime, probabilmente rappresenta l’esempio cinematografico più alto sul binomio tra Eros e Thanatos. Terminato l’”incipit”, si passa al corpo centrale dell’opera imperniato sull’elaborazione del lutto da parte della coppia, nella quale il marito assume le vesti del suo ruolo professionale di psicoterapeuta. Sin dalle prime sequenze di questa parte della pellicola si percepisce la valenza metaforica, allegorica e simbolica dell’atmosfera surreale in cui sono calati i due protagonisti e nella quale si assiste allo scontro tra la ragione, impersonata dalla figura maschile (Willem Dafoe), e la Natura fatta carne nel personaggio di Charlotte Gainsbourgh. [+]

[+] dici? (di alex99)
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paolo antonucci venerdì 22 maggio 2009
essere dia-bolici (errata corrige) Valutazione 3 stelle su cinque
39%
No
61%

Non sono d'accordo, probabilmente a torto, che Trier voglia qui mettere in campo le proprie angosce nei confronti del genere femminile. Tutt'altro. Pare che il regista danese sia qui ad un ripensamento del suo percorso, come stesse facendo il punto sulla propria carriera dopo il progetto partito con Dogville. Esplicito pare il riferimento a delle atmosfere di Lo specchio o Solaris di Tarkoskij cui per altro il regista, non ironicamente, dedica l'opera. Viene da pensare che i giornalisti e il pubblico presente in sala a Cannes abbiano ormai stomaci fin troppo pasciuti per interrogarsi sul perché di una scelta, e preferiscano dare sfogo alla propria pinguitudine fischiando e rimbrottando ciò che per essere colto richiederebbe almeno un pò di attenzione e impegno. [+]

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horrorman lunedì 13 giugno 2011
un buon film Valutazione 2 stelle su cinque
33%
No
67%

un film che il suo apice di tensione nel bel mezzo della trama. all'inizio tutto è tranquillo, anche troppo. tutto esplode col passare del tempo: la tensione, drammaticità anche se manca lo splatter. VOTO: 6+

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dueparole lunedì 1 giugno 2009
la lotta fra razionale e irrazionale Valutazione 0 stelle su cinque
22%
No
78%

Il film si divide in due parti (semplificando): nella prima si assiste alla gestazione del dolore per la morte del figlio e al percorso quasi psicoterapeutico per aiutare la donna a superare gli attacchi di panico che la colpiscono. E fin qui tutto bene, nel senso che, nonostante la staticità del film da un punto di vista di sviluppo della trama (lui, psicanalista, cerca di mettere a nudo il dolore di lei. Scarni dialoghi fra i due. Sesso tragico. Sofferenza allo stato puro), la fotografia è magistrale, così come la costruzione delle atmosfere, e crea una certa aspettativa. Poi però c'è la seconda parte, in cui al tono "terapeutico" si sovrappone e poi sostituisce quello esoterico. E il film si infarcisce di suggestioni e simbologie esplicite -tanto insistite da risultare a tratti banali- che o si condividono o diventano ridicole e alla lunga insopportabili, così come le follie di lei in preda all'ossessione torturatrice (che se non ci fosse la lettura esoterica, come infatti è nella prima parte, sembrerebbe quasi schizofrenica). [+]

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pestiferik lunedì 8 giugno 2009
anoscia costante con apici di dolore Valutazione 4 stelle su cinque
37%
No
63%

Sì, perchè è dolore fisico quello che mi sono trovato a provare quando sono stato messo avanti ad alcune scene di questo film! Violenza pura (che i più sensibili chiudano gli occhi) che però calza a pennello in un contesto creato ad arte da un maestro assoluto come Lars Von Trier. Tutto è teso al trasporto dell'angoscia: la magistrale fotografia, le inquadrature clautrofobiche, le interpretazioni. A rendere ancor più preziosa l'opera sono i suoi risvolti filosofici rivelati però troppo banalmente da una volpe parlante...che è l'unica cosa che non c'azzecca molto!

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