In Harry, ti presento Sally, uno degli storici scambi di battute fra il personaggio di Billy Crystal e quello di Meg Ryan sostiene che un uomo non riesca a essere amico neanche di una donna che non trova attraente perché di norma vuole farsi anche quella. Un passo indietro nel cinismo e nell'arguzia da aforismi, Zack & Miri arriva a sostenere il corollario del teorema di Billy Crystal: che un ragazzo e una ragazza che sono molto amici finiranno presto o tardi per fare sesso. Non una grande scoperta per l'universo dei teen movie o delle serie televisive americane, che sulle infinite declinazioni della tensione sessuale hanno costruito buona parte del loro successo, dagli X Files di Mulder e Scully alla coppia Dawson e Joey di Dawson's Creek. Ma a Kevin Smith spetta comunque il riconoscimento di uno slancio verso le passioni della contemporaneità, visto che il motivo con cui fa scattare il desiderio nei suoi due protagonisti non è quello prettamente vezzoso e mellifluo da commedia rosa, ma un movente assai più materiale e in linea con la precarietà creativa dei nostri tempi. Se è vero che in tempi di crisi lavora solamente chi sa ingegnarsi e chi è senza vergogna, il simpatico e corpulento Zack di Seth Rogen vede nel fenomeno della pornografia amatoriale su internet un business di sicuro successo con cui poter cominciare a pagare affitto e bollette. Basta qualche provino fra esibizionisti e spogliarelliste, un amico che ti presta una telecamera e le chiavi di una caffetteria che possa trasformarsi di notte in un perfetto set a luci rosse. L'unico imprevisto (per così dire) è che l'ansia da prestazione diventi un patema sentimentale e che le sfumature semantiche fra fare sesso e fare l'amore con la migliore amica si facciano sempre più indistinte di fronte all'occhio languido della videocamera.

Smith, Rogen e l'immaginario dell'eterna adolescenza
Kevin Smith ha un debole per questo tipo di storie che incrociano lavori degradanti e nobili sentimenti da molto prima che l'amore ai tempi del precariato diventasse un genere a sé stante. Dopo il primo grande successo di Clerks, in cui incrociava la commedia giovanilista e goliardica con lo stile minimalista di Jim Jarmusch, i suoi film hanno progressivamente abbandonato l'intimismo sfumato del bianco e nero per accendersi delle tinte della commedia popolare, senza mai dimenticare però l'importanza dei luoghi nella cultura americana. Dai giovani parcheggiati nei centri commerciali di Generazione X ai bislacchi spacciatori Jay e Silent Bob che ritroviamo film dopo film appoggiati a un nuovo muro, fino ai cassieri di un emporio divenuto fast food di Clerks 2, in ogni film di Smith i non-luoghi dell'urbanistica dei sobborghi incrociano i luoghi comuni della commedia americana e le grigie esistenze dei giovani di provincia si animano con le avventure dell'amicizia maschile e i sentimenti per la ragazza della porta accanto.
Era quindi già scritto nel destino che Smith incrociasse nella sua filmografia Seth Rogen, pupillo di Judd Apatow e incarnazione crapulona di una commedia orientata all'eterna goliardia e ai valori del bromance, la storia d'amicizia virile. Così come del tutto in linea coi loro profili il fatto che il pretesto della pornografia serva ad avviare una serie di rimandi all'orgoglio dei nerd americani e ad elaborare un'infinita serie di giochi di parole cinefili e sboccati. Meno scontato che questo incontro disponga il racconto di un'amicizia “etero”, anche se con conseguente e inevitabile passaggio all'amore. E tuttavia, a pensarci bene anche questo rientra nell'immaginario della rivincita dei loser di cui sia Smith che Rogen sono fieri paladini. Zack & Miri è la realizzazione dei desideri dell'eterno adolescente: quello che anche quando guarda pornografia, continua a sognare la vicina di casa o la compagna di banco.