Drammatico,
durata 95 min.
- Spagna 2008.
- Mediafilm
uscita giovedì 30aprile 2009.
- VM 14 -
MYMONETROValérie - Diario di una ninfomane
valutazione media:
1,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Film che disturba. Meglio sarebbe dire, che qualcosa disturba il film. Il tema del sesso è un contenuto facile ma non rende semplice la lettura di ciò che si vede. Tecnicamente presenta delle pecche ma prende distanza da parole quali noia e banalità. E’ un film da vedere ad occhi aperti ed orecchie chiuse poiché, nudità e libertà generano paure e sgomento minando le poche certezze di una società in forte e continua rivoluzione. Censure, trailer e critiche rischiano di insinuare pregiudizi, portando al centro l’eros che, di fatto però, è soltanto una presenza costante di fondo. Con un briciolo di distacco se ne riesce a distillare il contenuto, un provocatorio richiamo alla ricerca della consapevolezza.
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Film che disturba. Meglio sarebbe dire, che qualcosa disturba il film. Il tema del sesso è un contenuto facile ma non rende semplice la lettura di ciò che si vede. Tecnicamente presenta delle pecche ma prende distanza da parole quali noia e banalità. E’ un film da vedere ad occhi aperti ed orecchie chiuse poiché, nudità e libertà generano paure e sgomento minando le poche certezze di una società in forte e continua rivoluzione. Censure, trailer e critiche rischiano di insinuare pregiudizi, portando al centro l’eros che, di fatto però, è soltanto una presenza costante di fondo. Con un briciolo di distacco se ne riesce a distillare il contenuto, un provocatorio richiamo alla ricerca della consapevolezza.
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Valérie è un film che lascia colpiti, piacevolmente o meno a seconda di chi lo vede. Una storia a tratti drammatica, che narra con incredibile accuratezza la ninfomania di una giovane e bellissima ragazza. Quello di cui "soffre" Valérie non è una malattia, ma un problema, forse dovuto alla scarsa autostima. Cerca in continuazione uomini che possano condurla su un sentiero dritto, alberato, felice. Jaime si presenta come l'uomo perfetto: ricco, bello, premuroso. Ma poi escono fuori le perversioni, l'uso di cocaina, le partner occasionali pagate quasi per sfizio. Dalle stelle alle stalle: Valérie cade in depressione, trova rifugio in un vestibolo dove conoscerà una collega, ma anche un'amica. Anche lì, tra le stanze dove venderà il suo corpo, avrà esperienze che fanno riflettere: prima Giovanni, l'italiano premuroso che poi la scarterà come un oggetto non voluto, poi Pedro con la sua violenza inquietante.
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Valérie è un film che lascia colpiti, piacevolmente o meno a seconda di chi lo vede. Una storia a tratti drammatica, che narra con incredibile accuratezza la ninfomania di una giovane e bellissima ragazza. Quello di cui "soffre" Valérie non è una malattia, ma un problema, forse dovuto alla scarsa autostima. Cerca in continuazione uomini che possano condurla su un sentiero dritto, alberato, felice. Jaime si presenta come l'uomo perfetto: ricco, bello, premuroso. Ma poi escono fuori le perversioni, l'uso di cocaina, le partner occasionali pagate quasi per sfizio. Dalle stelle alle stalle: Valérie cade in depressione, trova rifugio in un vestibolo dove conoscerà una collega, ma anche un'amica. Anche lì, tra le stanze dove venderà il suo corpo, avrà esperienze che fanno riflettere: prima Giovanni, l'italiano premuroso che poi la scarterà come un oggetto non voluto, poi Pedro con la sua violenza inquietante. Fino all'incontro decisivo: un uomo costretto sulla sedia a rotelle che chiede soltanto dei dolci, appassionati baci sulle mani e sul collo. Sarà lui che la convincerà, indirettamente, ad abbandonare la squallida matrona e tornare a vivere, conscia che ella soltanto sarà l'artefice della propria felicità.
Le scene di nudo, il sesso mostrato in modo esplicito, l'uso di un vernacolo non proprio elegante (consiglierei la visione in lingua originale, rende molto di più l'idea) si fondono in una pregiatissima produzione che, scavalcando i cancelli della censura, restituisce allo spettatore emozione e commozione.
Nel suo piccolo è un capolavoro, purtroppo non apprezzato da tanti.
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Così come sulla scia dell'italico, e innominabile agli occhi degli amanti del Cinema, Melissa P., anche qui la vicenda narrata è ispirata a un libro autobiografico, di tale Valeriè Tasso, che ha deciso spudoratamente di mettere su carta le sue fantasie ed esperienze sessuali. Impendendo al moralismo di essere giudice e carnefice di tali scelte, rimane da analizzare la mera realizzazione filmica, andando a snocciolare prima di tutto la "profonda" trama che permea le avventure erotiche della protagonista. La scoperta del sesso a quindici anni mostra già la sua indole selvaggia, che nell'avvicinarsi ai trenta la porta a essere una vera e proprio ninfomane, affamata di piacere fin oltre ogni limite.
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Così come sulla scia dell'italico, e innominabile agli occhi degli amanti del Cinema, Melissa P., anche qui la vicenda narrata è ispirata a un libro autobiografico, di tale Valeriè Tasso, che ha deciso spudoratamente di mettere su carta le sue fantasie ed esperienze sessuali. Impendendo al moralismo di essere giudice e carnefice di tali scelte, rimane da analizzare la mera realizzazione filmica, andando a snocciolare prima di tutto la "profonda" trama che permea le avventure erotiche della protagonista. La scoperta del sesso a quindici anni mostra già la sua indole selvaggia, che nell'avvicinarsi ai trenta la porta a essere una vera e proprio ninfomane, affamata di piacere fin oltre ogni limite. L'unico appiglio che Valerie (Belén Fabra) ha con la realtà le è dato dal rapporto con la nonna (Geraldine Chaplin), che se da un lato la invita a non soffocare le sue pulsioni, allo stesso tempo cerca di mostrarle il perchè di queste, addicendo la colpa a un forte senso di solitudine. Ed è proprio la scomparsa di questa donna a forgiare una svolta nella sua vita, con l'incontro con Jaime (Leonardo Sbaraglia), forse primo e unico amore della sua vita. Il ritratto che esce dell'amore e del rapporto tra uomo e donna è l'apoteosi dei luoghi comuni e della decadenza della società. L'impronta fortemente femminista data dal regista è quanto meno surreale e ironica, dati i continui rimandi alla debolezza morale del maschio, in favore di una totale comprensione per la libertà "fisica" della protagonista. E anche qui il film perde il suo senso, visto che l'erotismo tanto millantato si rivela soft, patinato e inconsistente, probabilmente non in grado di soddisfare neanche gli spiriti più bollenti. Valerie qui è soltanto un corpo e non una persona. Unica degna di merito, per quanto nella sua breve apparizione, è la brava Geraldine Chaplin, finalmente lontana dai camei horror recenti e più che adatta al suo personaggio.
Cosa rimane di un lavoro totalmente incapace di realizzare i suoi propositi? Poco o nulla, aleggia soltando un roboante sibilo di incredulità di fronte a un film il cui scandalo è più nella sua uscita che nella sua essenza, e che cerca nelle polemiche la via del successo. Un fotoromanzo travestito da porno, laddove neanche l'erotismo riesce a coinvolgere lo spettatore più affamato, ha ben poche speranze di sopravvivere alla sua, malriposta e sconclusionata, "fama".
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Questo film va al di là del sesso, dell'eros, della perversione. Qst film parla del senso della vita, della voglia di esserci e di non perdere neanche un attimo del nostro prezioso tempo. Non è la storia di una pervertita, è la storia di una ragazza che cerca se stessa, che cerca il modo di viversi al meglio, accettandosi per quello che è. E' la storia di una ragazza che non rinuncia a se stessa e che vive, vive imparando a muovere le mani.
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L’inizio è stato disastroso, Geraldine Chaplin doppiata malissimo! Ridateci i sottotitoli!
Geraldine Chaplin è stata ingaggiata solo per dare la definizione di “ninfomane” alla nipote Val (Belen Fabra). Val confessa alla nonna il suo continuo desiderio di sesso e pensa di essere una ninfomane. La nonna oramai sul punto di morte la tranquillizza con dolci parole: “La ninfomane non esiste, è un’invenzione maschile.” E muore!
Valérie è donna colta, conosce l’Organizzazione Scientifica del Lavoro, i ritmi, lo just in time e come Frederick Taylor misura le prestazioni con un cronometro digitale, sul comodino della stanza da letto. “L’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più diffuso tra gli uomini tanto che secondo alcune statistiche ne soffre un uomo su tre.
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L’inizio è stato disastroso, Geraldine Chaplin doppiata malissimo! Ridateci i sottotitoli!
Geraldine Chaplin è stata ingaggiata solo per dare la definizione di “ninfomane” alla nipote Val (Belen Fabra). Val confessa alla nonna il suo continuo desiderio di sesso e pensa di essere una ninfomane. La nonna oramai sul punto di morte la tranquillizza con dolci parole: “La ninfomane non esiste, è un’invenzione maschile.” E muore!
Valérie è donna colta, conosce l’Organizzazione Scientifica del Lavoro, i ritmi, lo just in time e come Frederick Taylor misura le prestazioni con un cronometro digitale, sul comodino della stanza da letto. “L’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più diffuso tra gli uomini tanto che secondo alcune statistiche ne soffre un uomo su tre.” Vero!? Vedi: una guida del Ministero on line.
Sono stato attratto dal manifesto che accompagna il film, in cui si vede la mano sinistra infilata in un paio di slip di pizzo di Macramè e dalla dichiarazione del regista Valérie Tasso: “La donna, da desiderabile come appare in tutte le pubblicità diventa, nel film e nel libro, soggetto, donna che desidera”.
Secondo me Belen Fabra qst film, proprio, non lo voleva fare!
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valerie non é un film scandalo. forse per pipparoli... forse.
non é un drama, non é melò caro Zappoli*, é una storia come tante.
solo che la tasso ci ha fatto un libro alla faccia di tutti... godo al pensiero di chi aveva necessità (purtroppo saranno in pochi e poche) di vedere un film che racconta di una donna sessualmente libera e felice di essere promiscua come molti/e vorrebbero ma non ne hanno il coraggio...
in culo tutto il resto perché più nulla c'é da scrivere.
comedy o soft erotic
*Caro Giancarlo, ho sempre amato le tue recensioni, mai banali che andavano contro tutto e tutti, tanto che sei sempre stato l'unico che non mi ha mai fatto intuire una sola tua idea, ideologia o schieramento, sei sempre stato "solo" un grande amante e esperto di pellicole, le tue citazioni all'interno delle recensioni le ho conservate tutte e non solo in memoria.
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valerie non é un film scandalo. forse per pipparoli... forse.
non é un drama, non é melò caro Zappoli*, é una storia come tante.
solo che la tasso ci ha fatto un libro alla faccia di tutti... godo al pensiero di chi aveva necessità (purtroppo saranno in pochi e poche) di vedere un film che racconta di una donna sessualmente libera e felice di essere promiscua come molti/e vorrebbero ma non ne hanno il coraggio...
in culo tutto il resto perché più nulla c'é da scrivere.
comedy o soft erotic
*Caro Giancarlo, ho sempre amato le tue recensioni, mai banali che andavano contro tutto e tutti, tanto che sei sempre stato l'unico che non mi ha mai fatto intuire una sola tua idea, ideologia o schieramento, sei sempre stato "solo" un grande amante e esperto di pellicole, le tue citazioni all'interno delle recensioni le ho conservate tutte e non solo in memoria. eri tra i miei 10 uomini preferiti... che credimi é quasi un miracolo.
ultimamente, caro giancarlo, cerchi i consensi. il proselitismo non mi é mai piaciuto e per questo leggevo te ed andavo sicura. adesso non più... un vero peccato per me, per te forse esattamente il contrario. non ti sarai mica sposato con la gandolfi marzia? ;)
claudia
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Molto bello esteticamente (fotografia e colonna sonora degne di nota) e ricco di spunti di riflessione, Valerie è un film tratto da un romanzo autobiografico e, come tale, racconta una storia perlomeno verosimile.
Dal mio punto di vista non è per niente scandaloso: le scene di sesso sono quasi stilizzate, non c'è morbosità nei nudi, solo molta voglia di dire la verità.
Valerie è un film oserei dire "morale", che parla soprattutto di rapporti umani, scandagliando tematiche come la solitudine, la ricerca di per sè sana del piacere e come questa si può trasformare in un'ossessione e in un punto debole facilmente sfruttabile, i rapporti di forza tra uomini e donne, la sopraffazione, la violenza ma anche il valore dell'amicizia, della solidarietà, la riscoperta del proprio mondo interiore e della propria libertà come punto di partenza per una vita più appagante e sana.
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Molto bello esteticamente (fotografia e colonna sonora degne di nota) e ricco di spunti di riflessione, Valerie è un film tratto da un romanzo autobiografico e, come tale, racconta una storia perlomeno verosimile.
Dal mio punto di vista non è per niente scandaloso: le scene di sesso sono quasi stilizzate, non c'è morbosità nei nudi, solo molta voglia di dire la verità.
Valerie è un film oserei dire "morale", che parla soprattutto di rapporti umani, scandagliando tematiche come la solitudine, la ricerca di per sè sana del piacere e come questa si può trasformare in un'ossessione e in un punto debole facilmente sfruttabile, i rapporti di forza tra uomini e donne, la sopraffazione, la violenza ma anche il valore dell'amicizia, della solidarietà, la riscoperta del proprio mondo interiore e della propria libertà come punto di partenza per una vita più appagante e sana.
Di questo film mi ha colpito molto il coraggio di affrontare aspetti scomodi e molto poco romantici dei rapporti fra uomo e donna (vorrei citare fra tutti l'ottimo paragone fra matrimonio di interesse e prostituzione) e mi è rimasto impresso il profondo legame di affetto tra la protagonista e la nonna, la cui scomparsa getta Valerie in una disperazione che la porta verso il baratro.
Soprattutto ho apprezzato la positività e la speranza che questo film comunica nonostante la tematica di fondo: a dispetto di ciò che potrebbe suggerire il titolo, questa è una storia di crescita e redenzione.
Ce ne vorrebbero di più di film così, che tolgono dagli occhi il velo di illusioni a cui ci ha abituato un certo tipo di cinema e di letteratura (da un lato, le commedie romantiche a lieto fine in stile "Pretty Woman", dall'altro, film osceni e negativi che rappresentano solo una parte della verità, la più tragica).
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Certo, questa donna non è compresa, ne' dagli uomini degli film , ne' da quelli che scrivono recensioni giudicanti e pruriginose. Questi ultimi sono più pericolosi, si limitano a guardare il personaggio femminile attraverso un'ottica consumata: la donna vittima, sola, prostituta, incapace di amare in un contesto ortodosso.
nulla di più falso.La nonna che la invita a vivere quello che è finché è giovane ma Valerie non la capisce.
Si innamora sinceramente di un uomo rassicurante che si svela essere un narcisista patologico ( per me la parte più interessante del film!), un malato. La critica ufficiale non si sofferma su questo.
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Certo, questa donna non è compresa, ne' dagli uomini degli film , ne' da quelli che scrivono recensioni giudicanti e pruriginose. Questi ultimi sono più pericolosi, si limitano a guardare il personaggio femminile attraverso un'ottica consumata: la donna vittima, sola, prostituta, incapace di amare in un contesto ortodosso.
nulla di più falso.La nonna che la invita a vivere quello che è finché è giovane ma Valerie non la capisce.
Si innamora sinceramente di un uomo rassicurante che si svela essere un narcisista patologico ( per me la parte più interessante del film!), un malato. La critica ufficiale non si sofferma su questo...
Poi il bordello di lusso, un'amplificazione dell'uomo che sa solo chiamarla puttana.
Velerie torna comunque dalla sua amica affettuosa e "normale". Ancora esperienze a limite , un percorso di conoscenza.
Non vedo ne'pornografia ne' melo', vedo una donna che non sa accettarsi come molte, moltissime donne, come tante donne che passano anche attraverso una vita di eccessi da vittime, non da protagoniste consapevoli.
Mi chiedo: è possibile essere una Valerie che gioiosamente vive la sua vita, la sua sessualità, le sue fantasie senza colpevolizzarsi e non dentro contesti ove dominano solo i maschi?
il film non ha pretese ma si lascia guardare piacevolmente.
Barbara Brillanti
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Indubbiamente i blue movies hanno avuto, oltre ad altri vari meriti che è superfluo sottolineare, l'enorme merito di averannientato la produzione di filmetti come questo,nati per solleticare gli istinti pruriginosi e voyeuristici degli spettatori. Vi ricordate, negli anni 70, e anche prima? Bastava una scena di nudo , meglio ancora un sequestro, e il gioco era fatto:botteghini sbancati e sale piene. Un esempio per tutti: la "mitica"scena del burro dell'Ultimo tango, film pallosissimo, inutile ed assurdamente lungo. Che dormite, in attesa della famosa scena (e di un paio di altre pregevoli). Annientata anche l'"arte" di Tinto Brass, finalmente chi vuole ha a disposizione tonnellate di porno autentici e non si deve più sorbire pipponi come questa scemata, alla quale ha fatto una gran pubblicità la storia della locandina censurata.
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Indubbiamente i blue movies hanno avuto, oltre ad altri vari meriti che è superfluo sottolineare, l'enorme merito di averannientato la produzione di filmetti come questo,nati per solleticare gli istinti pruriginosi e voyeuristici degli spettatori. Vi ricordate, negli anni 70, e anche prima? Bastava una scena di nudo , meglio ancora un sequestro, e il gioco era fatto:botteghini sbancati e sale piene. Un esempio per tutti: la "mitica"scena del burro dell'Ultimo tango, film pallosissimo, inutile ed assurdamente lungo. Che dormite, in attesa della famosa scena (e di un paio di altre pregevoli). Annientata anche l'"arte" di Tinto Brass, finalmente chi vuole ha a disposizione tonnellate di porno autentici e non si deve più sorbire pipponi come questa scemata, alla quale ha fatto una gran pubblicità la storia della locandina censurata. Se la sono censurata loro, non ci sono dubbi.
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[+] leggi meglio la prossima volta... (di levie)[ - ] leggi meglio la prossima volta...
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decisamente il regista non ha il senso dell'erotismo,metà del film è costituito da scene di sesso che non riescono a coinvolgere lo spettatore.ricordate la scena della seduzione tra Catherine Deneuve e Susan Sarandon in "Miriam si sveglia a mezzanotte" ? quello è vero erotismo,risveglierebbe un morto! la trama di questo film pseudointellettuale invece è piatta,ricca di luoghi comuni e senza la minima sensualità. non riesce minimamente a trasmettere allo spettatore il lacerante stato d'animo della protagonista, la storia d'amore che lei vive col dirigente cocainomane non ha spessore,non da nessuna emozione,e così il resto della pellicola. molto meglio i film di Tinto Brass dove almeno c'è un sano umorismo,una certa atmosfera e spesso situazioni di erotismo nostrano e reale.
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decisamente il regista non ha il senso dell'erotismo,metà del film è costituito da scene di sesso che non riescono a coinvolgere lo spettatore.ricordate la scena della seduzione tra Catherine Deneuve e Susan Sarandon in "Miriam si sveglia a mezzanotte" ? quello è vero erotismo,risveglierebbe un morto! la trama di questo film pseudointellettuale invece è piatta,ricca di luoghi comuni e senza la minima sensualità. non riesce minimamente a trasmettere allo spettatore il lacerante stato d'animo della protagonista, la storia d'amore che lei vive col dirigente cocainomane non ha spessore,non da nessuna emozione,e così il resto della pellicola. molto meglio i film di Tinto Brass dove almeno c'è un sano umorismo,una certa atmosfera e spesso situazioni di erotismo nostrano e reale. in poche parole, "Valerie" è un film da evitare per chi ha apprezzato pellicole infinitamente migliori,o al limite, da vedere per tornare senza dubbio su film meno recenti.
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[+] ah! (di levie)[ - ] ah!
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