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Fringe, la nuova serie tv firmata J. J. Abrams

Il creatore di Alias e Lost affronta un viaggio ai confini della realtà.
di Nicoletta Dose

Se la fantascienza diventasse realtà?
Joshua Jackson (Joshua Carter Jackson) (45 anni) 11 giugno 1978, Vancouver (Canada) - Gemelli. Interpreta Peter Bishop nel film di Frederick E.O. Toye, Brad Anderson, Paul A. Edwards, Joe Chappelle, Akiva Goldsman Fringe.

venerdì 3 ottobre 2008 - News

Se la fantascienza diventasse realtà?
Dopo le spy story di Alias e le disavventure dei naufraghi di Lost, J.J. Abrams ritorna alla carica con una nuova serie televisiva che mischia tutte le carte. A dare il via alle vicende di Fringe c'è ancora di mezzo un aereo, questa volta atterrato sano e salvo all'aeroporto di Boston, ma con un piccolo problema: tutti i passeggeri sono morti. Chiamati a risolvere il caso, troviamo l'agente FBI Olivia Dunham (l'esordiente Anna Torv) e l'agente speciale John Scott (Mark Valley), entrambi alle prese con una tragedia che ha del paranormale. Quando Scott viene ucciso, entrano in campo lo scienziato pazzo Walter Bishop (John Noble, già visto nella trilogia de Il signore degli anelli) e il figlio Peter (Joshua Jackson), ragazzotto sveglio ma inaffidabile e sbandato. Attorno alle loro esistenze si apre il mondo parallelo di "Fringe Science", un'area top secret gestita dalla U.S. Army, che sarà coinvolta nella caccia alla verità. Il produttore J.J. Abrams collabora nuovamente con gli sceneggiatori Alex Kurtzman e Roberto Orci (autori di Transformers), e con il regista Alex Graves (vincitore dell'Emmy Award per West Wing – Tutti gli uomini del presidente) e il risultato è un mix di sci-fi, horror e commedia che ricorda molto le atmosfere di X-Files. Prodotta dalla Warner Bros. e dalla Bad Robot dello stesso J.J. Abrams, la serie è una delle più costose della storia (due milioni di dollari a puntata).
Negli Stati Uniti è già un successo: la prima e la seconda puntata sono andate benissimo, complice forse la partenza della nuova stagione di Dr. House – Medical Division, trasmessa prima di Fringe, che ha garantito la presenza di una grossa fetta di pubblico già sintonizzata sul canale. C'è da dire poi che l'originalità del prodotto esce dai canali narrativi per coinvolgere anche gli aspetti più commerciali di marketing pubblicitario. Fringe è infatti un esperimento: sul sito ufficiale della serie campeggiano 44 manifesti delle prime due puntate (un'abbondanza inusuale per il lancio di un telefilm) e gli spazi pubblicitari sono venduti a caro prezzo. In questo modo le case di produzione ci guadagnano e il pubblico non è bombardato dalle interruzioni degli spot pubblicitari. Una buona trovata che in Italia potremo vedere solo nel 2009. Buona paura a tutti!

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