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nalipa
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venerdì 13 maggio 2011
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finalmente ....
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é uscito "Blindness" in DVD e ho potuto vederlo.
Premettendo che non era, almeno secondo me, facile rendere l'intensità del libero di Saramago...ma tutto sommato il film é dignitoso e - terribile - come il libro. Ottimi gli attori nel simulare l'improvvisa cecità, ma su tutti veramente notevole la Moore.
In alcune sequenze mi ha fatto pensare a The Road, perché anche in questa vicenda l'umnanità che si trova a dover sopravvivere sembra dimenticare nel modo più assoluto di avere la facoltà di pensiero, ma si abbandona alla più totale bestialità.
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cleu93
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domenica 24 aprile 2011
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l'altra faccia della crisi
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Di solito quando si vede un film che riguarda effetti catastrofici che colpiscono la popolazione, l'attenzione si sposta sulle persone non colpite e non sulle vittime.
Questo film appunto concentra l'attenzione sulle vittime, ed è questo il suo punto di forza.
Gli avrei dato tranquillamente anche un 7.5 al film, ma purtroppo si è perso nel finale, che secondo me è troppo banale.
Voto finale 6.5 / 10
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giacomo
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venerdì 18 febbraio 2011
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dignitoso lavoro di meirelles
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il film non arriva certo alla magnificenza del libro di Saramago ma è lo stesso un'emozione aver visto
realizzata con dignità un'opera del grande scrittore portoghese!
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kim.s
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lunedì 1 giugno 2009
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cechi che vedono....
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Blindness
Un film che tocca l’animo... un film che vede oltre la vista... un film che emoziona... perdere la vista è come perdere la parte che collega il cervello al cuore e tutta la cattiveria affiora indenne... solo la protagonista del film può salvare il mondo dall’oblio e trascina con se tutte le pene degli uomini in una pesante presa di posizione che richiede sacrificio... un film in cui si vede ciò che siamo, ma resta oscuro a tutti quelli che abitano questo mondo nonostante l’oblio sia davanti hai nostri occhi non riusciamo a percepirlo, affinché esso non si manifesta.
Una dona come Gesù... un film come avvertimento!!!.
Stupenda la fotografia.... Sergio....
[+] ops...
(di enrichetto61)
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nali
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sabato 14 marzo 2009
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s.o.s.
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Qualcuno sa dire se é uscito in Italia?
[+] mah
(di boffese)
[ - ] mah
[+] incredibile, ma vero !
(di gus da mosca)
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[+] e io....
(di francesco2)
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andrea
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sabato 1 novembre 2008
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un viaggio dentro la nostra cecità quotidiana.
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Ho visto il film Blindness in Brasile, recitato in inglese con sottotitoli in portoghese, nel mese di settembre. Mi sarebbe piaciuto recitato in portoghese, visto che è ispirato da un libro, quello di Saramago, pensato in quella lingua.
Si tratta sicuramente del film presentato a Toronto e non a Cannes; sarà per questo che non mi ci ritrovo con le critiche che ho letto.
A mio parere è un bel film, con diversi livelli di lettura e con molteplici rimandi.
Come non pensare alle "pesti" del XX secolo (l'AIDS, la SARS) e ad uno dei possibili scenari: il "grande internamento", come ci è stato consegnato da Foucault.
Nell'internamento si riproducono le relazioni della vita esterna: i profittatori approfittano, i deboli subiscono; nulla di nuovo e sconvolgente (il "bullismo" degli adulti, la violenza sulle donne, il corpo femminile come merce di scambio - con il cibo, con il denaro, ecc.
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Ho visto il film Blindness in Brasile, recitato in inglese con sottotitoli in portoghese, nel mese di settembre. Mi sarebbe piaciuto recitato in portoghese, visto che è ispirato da un libro, quello di Saramago, pensato in quella lingua.
Si tratta sicuramente del film presentato a Toronto e non a Cannes; sarà per questo che non mi ci ritrovo con le critiche che ho letto.
A mio parere è un bel film, con diversi livelli di lettura e con molteplici rimandi.
Come non pensare alle "pesti" del XX secolo (l'AIDS, la SARS) e ad uno dei possibili scenari: il "grande internamento", come ci è stato consegnato da Foucault.
Nell'internamento si riproducono le relazioni della vita esterna: i profittatori approfittano, i deboli subiscono; nulla di nuovo e sconvolgente (il "bullismo" degli adulti, la violenza sulle donne, il corpo femminile come merce di scambio - con il cibo, con il denaro, ecc. Non vanno così le cose nel mondo reale? Dov'è lo scandalo?).
La donna vedente nell'universo dei ciechi è Saramago/Meirelles, è l'intellettuale che vede dove gli altri non vedono, che pre-vede e ci può condurre fuori dall'inferno; è Virgilio che guida Dante nel suo viaggio. E il film/libro è appunto la cronaca di un viaggio dentro la nostra cecità quotidiana.
Le musiche, molto belle, sono di un gruppo brasiliano, Uakti. Secondo una leggenda degli Indios Tukano, nel territorio dell'Alto Rio Negro in Amazzonia, Uakti è un eroe mitico, con il corpo pieno di buchi attraverso i quali il vento, soffiando, produce dei suoni. Con questa citazione il regista ci ricorda che la "musica" che il "vento della vita" produce in noi dipende dai nostri metaforici "buchi", da come siamo fatti, dal nostro stesso essere.
Davvero un gran bel film. Obrigado Fernando.
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gus da mosca
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venerdì 31 ottobre 2008
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un mondo senza immagini, raccontato per immagini.
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L'apocalisse civile di una societa' di vedenti, che perdono la vista in poche ore, viene fotografata attraverso le quotidiane abitudini interrotte. Il film crudele ed insensibile con chi non vede piu', non fa distinzione tra un cane cieco ed un essere umano non vedente, ma in modo spietato denuncia la nostra realta', obbligata dalle regole di chi vede, pronta a degradare fuori dalle regole, per chi, non vedendo, vuole sopravvivere. Un film epidermico, che si allontana dal libro, ma che trasmette benissimo allo spettatore, vedente, la sensorialita' di una realta' misurata soltanto dal suono e dal tatto. Le musiche ritmano le immagini, dove gli oggetti compaiono solo quando urtati e dove pudore e nudita' non esistono piu'.
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L'apocalisse civile di una societa' di vedenti, che perdono la vista in poche ore, viene fotografata attraverso le quotidiane abitudini interrotte. Il film crudele ed insensibile con chi non vede piu', non fa distinzione tra un cane cieco ed un essere umano non vedente, ma in modo spietato denuncia la nostra realta', obbligata dalle regole di chi vede, pronta a degradare fuori dalle regole, per chi, non vedendo, vuole sopravvivere. Un film epidermico, che si allontana dal libro, ma che trasmette benissimo allo spettatore, vedente, la sensorialita' di una realta' misurata soltanto dal suono e dal tatto. Le musiche ritmano le immagini, dove gli oggetti compaiono solo quando urtati e dove pudore e nudita' non esistono piu'. E' una lenta riconquista del prorprio corpo, delle sue sensazioni e dello spazio in cui vivere, quella del gruppo di uomini e donne che sopravvivono all'apocalisse: ritroveranno la luce nelle regole della convivenza civile, perduta. Recitazione ed efficace fotografia restituiscono situazioni drammatiche, disperate, suggestive e a tratti commoventi. Film bello, perche' diretto a tutto il pubblico adulto, senza far ricorso ad un linguaggio di nicchia, come invece faceva, su analoghi temi di rottura, lo sperimentale "Signals". Assolutamente da evitare l'accostamento con opere piu' spettacolari e facili come "28 giorni dopo" o "Io sono leggenda" dove l'effetto e l'azione risultano dominanti ed immediati: il rischio e' di creare nel pubblico giovanile aspettative per dinamiche di genere, che il film non contiene. In Blindness non c'e' storia, ma solo impietosa constatazione della deriva sociale cui e' costretto un mondo di vedenti, che non vedono oltre le regole della "normalità" fisica e sociale.
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[+] errata corrige: "the signal" e non "signals"
(di gus da mosca)
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jota videira
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giovedì 9 ottobre 2008
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siamo tutti ciechi
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Ovviamente non si potrebbe paragonare il film di Meireles all’opera di Saramago. La letteratura e il cinema sono cose diverse.
Il film è inquietante. La sceneggiatura è ricchissima e la regia formidabile. Come ha fatto nei suoi altri due film (città di Dio – city of God – Cidade de Deus; e The Constant Gardener), anche essi originari della letteratura, Meireles ha innovato nella regia. La fotografia è molto curata e gli attori sono quasi irreprensibili.
Non è un film blockbuster, ma nemmeno alternativo. È fatto per persone sensibili, non soltanto alle tecniche cinematografiche presenti, ma al contenuto, in carattere sociologico e/o filosofico. Un film che può colpire al cuore, all’anima.
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Ovviamente non si potrebbe paragonare il film di Meireles all’opera di Saramago. La letteratura e il cinema sono cose diverse.
Il film è inquietante. La sceneggiatura è ricchissima e la regia formidabile. Come ha fatto nei suoi altri due film (città di Dio – city of God – Cidade de Deus; e The Constant Gardener), anche essi originari della letteratura, Meireles ha innovato nella regia. La fotografia è molto curata e gli attori sono quasi irreprensibili.
Non è un film blockbuster, ma nemmeno alternativo. È fatto per persone sensibili, non soltanto alle tecniche cinematografiche presenti, ma al contenuto, in carattere sociologico e/o filosofico. Un film che può colpire al cuore, all’anima. Quasi impossibile non trovarsi nei personaggi.
Non è un film con eroe e bandito, è un film con delle persone comune, di nessuna nazionalità o etnia specifiche, ma paradossalmente riguardante a tutti, ad uno soltanto.
Un film da vedere, rivedere e discutere.
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laura
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venerdì 18 luglio 2008
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tratto da un capolavoro!
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(di nali)
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[+] come al solito per questi film si deve aspettare..
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stefania
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mercoledì 2 luglio 2008
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grande mark.............
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CIAO SONO STEFANIA E SCRIVO DA PALERMO, VOLEVO SOLO DIRE CHE MARK RUFFALO E UN GRANDE ATTORE........... OLTRE AD ESSERE BELLISSIMO GRAZIE CI FAI EMOZIONARE SEMPRE CON TUTTI I TUOI FILM CIAO MARK......... KISSS..
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