savenri
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martedì 27 gennaio 2009
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il cinema è emozione?
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si, il cinema è emozione, coinvolgimento, stupore, oltre che intrattenimento.
questo film, purtroppo, manca completamente di queste caratteristiche. polpettone hollywoodiano nell'accezione peggiore, sceneggiatura di una banalità sconfortante all'insegna del vogliamoci bene ( tranne ovviamente i cattivoni di turno che alla fine avranno la loro "ricompensa") dove tutti i personaggi sono delle macchiette, colpi di scena zero, con perle di demenza assoluta. in alcuni momenti la sceneggiatura sembrava scritta da un bonelli ( quello di tex willer) fuori forma e in vena di luoghi comuni più del solito.
certo poi la fotografia è bella, specchietto per le allodole per nascondere una drammatica mancanza di idee.
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si, il cinema è emozione, coinvolgimento, stupore, oltre che intrattenimento.
questo film, purtroppo, manca completamente di queste caratteristiche. polpettone hollywoodiano nell'accezione peggiore, sceneggiatura di una banalità sconfortante all'insegna del vogliamoci bene ( tranne ovviamente i cattivoni di turno che alla fine avranno la loro "ricompensa") dove tutti i personaggi sono delle macchiette, colpi di scena zero, con perle di demenza assoluta. in alcuni momenti la sceneggiatura sembrava scritta da un bonelli ( quello di tex willer) fuori forma e in vena di luoghi comuni più del solito.
certo poi la fotografia è bella, specchietto per le allodole per nascondere una drammatica mancanza di idee.
non contento luhrman protrae la noia per ben due ore e mezza ( tirandola veramente per le lunghe).
se fosse durato un'ora di meno il film poteva diventare guardabile, cosi assolutamente no.
un film completamete sbagliato, chissà cosa passava nella testa del buon luz.
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(di hurt)
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charlot
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martedì 27 gennaio 2009
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cinema??
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fa schifo
la solita americanata
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carlitos
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martedì 27 gennaio 2009
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manca la magia dei film precedenti
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E' un film che contiene tutti gli stereotipi ed i luoghi comuni che ci si aspetta da un film del genere; insomma è il classico polpettone hollwodiano condito con un pizzico di impegno ( gli argomenti delle generazioni rubate e del razzismo). Interessante l'evideziare il volto del colonialismo buono dell'occidente su un popolo ritenuto selvaggio e arretrato (l'indottrinamento coatto dei bambini meticci a valori cattolico-capitalistici dell'occidente ancora oggi utilizzato in altri contesti). Purtroppo a differenza di altri lavori precedenti di Luhrmann (Moulin Rouge e Ballromm)quì manca l'"anima" e quel non so che di folle ed originale che ha reso unici i suoi film migliori. Insomma il regista mette in questo film tutti gli elementi necessari ad emozionare ma lo fa in modo piuttosto freddo e didascalico, secondo me senza emozionarsi egli stesso.
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E' un film che contiene tutti gli stereotipi ed i luoghi comuni che ci si aspetta da un film del genere; insomma è il classico polpettone hollwodiano condito con un pizzico di impegno ( gli argomenti delle generazioni rubate e del razzismo). Interessante l'evideziare il volto del colonialismo buono dell'occidente su un popolo ritenuto selvaggio e arretrato (l'indottrinamento coatto dei bambini meticci a valori cattolico-capitalistici dell'occidente ancora oggi utilizzato in altri contesti). Purtroppo a differenza di altri lavori precedenti di Luhrmann (Moulin Rouge e Ballromm)quì manca l'"anima" e quel non so che di folle ed originale che ha reso unici i suoi film migliori. Insomma il regista mette in questo film tutti gli elementi necessari ad emozionare ma lo fa in modo piuttosto freddo e didascalico, secondo me senza emozionarsi egli stesso. Poi manca un'elemento essenziale che ha reso i suoi precedenti lavori indimenticabili e cioè una colonna sonora memorabile; qui invece è scialba e non basta l'idea del motivetto ritornate, espediente già utilizzato nel mondo del cinema, per convincermi. Solo il finale, in cui finalmente il bambino può cominciare il suo viaggio inziatico con il nonno aborigeno, salva il film dalla piatta banalità precedente. Comunque durante la lunga visione non mi sono addormentato, nonostante la prevedibilità della trama, e questo è già molto.
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peggy83
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lunedì 26 gennaio 2009
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grande!!
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in questo film l'attrice protagonista che dovrebbe essere l'incantevole scarlette J. è straordinaria
gran film
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phabiob
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lunedì 26 gennaio 2009
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porca vacca
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é decisamente troppo esagerato... all'inizio sembra di vedere un cartone animato, colori esagerati, animazioni e musiche da Walt Disney, poi prova a decollare la storia che sinceramente non prende mai il volo... non mi sono mai emozionato, ho guardato il tutto con un certo distacco, il bambino "supereroe" mi stà quasi antipatico, e la storia d'amore non è così struggente. Secondo me si può perdere tranquillamente e consiglierei di cambiari il titolo al film da Australia a Porca Vacca... frase detta ripetutamente da i due attori, tra l'altro senza farmi ridere se questo era l'intento del regista!!
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(di peggy 83)
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andrea calò
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lunedì 26 gennaio 2009
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banalità dall'australia
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Quanti temi possibili per girare un "polpettone" cinematografico? Si può scegliere tra una storia d'amore in tempo di guerra, oppure la denuncia della discriminazione razziale nei confronti degli aborigeni....La lista potrebbe essere lunghissima e la decisione ardua. Il nostro Lurhmann si trae d'impaccio in modo magistrale con un colpo di genio: sceglie tutti i temi nessuno escluso. Il risultato è un film pretenzioso ed improbabile in cui lo spettatore è costretto a subire delle ridicole trasposizioni di "Via col Vento",e di svariati western con tanto di mandria, accampamenti sotto le stelle e la solita delicata donzella che deve dimostrare di essere capace di adattarsi alla vita da cowboy. Un bambino da accudire e sottrarre alla persecuzione razziale, personaggi pronti a sacrificare la propria vita per gli altri sono solo alcuni degli ingredienti gettati nel calderone per risolvere l'eterno conflitto tra bene e male, ovviamente nel modo più scontato possibile.
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Quanti temi possibili per girare un "polpettone" cinematografico? Si può scegliere tra una storia d'amore in tempo di guerra, oppure la denuncia della discriminazione razziale nei confronti degli aborigeni....La lista potrebbe essere lunghissima e la decisione ardua. Il nostro Lurhmann si trae d'impaccio in modo magistrale con un colpo di genio: sceglie tutti i temi nessuno escluso. Il risultato è un film pretenzioso ed improbabile in cui lo spettatore è costretto a subire delle ridicole trasposizioni di "Via col Vento",e di svariati western con tanto di mandria, accampamenti sotto le stelle e la solita delicata donzella che deve dimostrare di essere capace di adattarsi alla vita da cowboy. Un bambino da accudire e sottrarre alla persecuzione razziale, personaggi pronti a sacrificare la propria vita per gli altri sono solo alcuni degli ingredienti gettati nel calderone per risolvere l'eterno conflitto tra bene e male, ovviamente nel modo più scontato possibile. I poco allenati abbandonano la sala dopo meno di un'ora: i masochisti ed i testardi resistono fino all'ultimo minuto scuotendo il capo o sghignazzando col vicino. Macchia sulla carriera di Nicole Kidman: brava ad interpretare il suo ruolo, ma incosciente ad averlo accettato.
Si candida come peggior film del 2009, ma non si può mai dire.....
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humpty dumpty
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lunedì 26 gennaio 2009
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inizia bene e finisce male
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Non mi aspettavo molto da un polpettone e così il primo tempo del film mi ha stupito per il sorprendente umorismo della prima parte,la vivacità dei dialoghi e l' icasticità delle scene. Splendidi paesaggi,bella fotografia,venerea la Kidman,monocorde Jackman, tutto prevedibile ma piacevole. Se il film si fosse concluso con la mandria che raggiunge il bastimento, sarei uscito dal cinema felice e contento; invece no, basta belle immagini,basta ironia inizia la parte drammatica piena di tutte le banalità da kollossal: scena di passione tra i protagonisti,bambini tiranneggiati,bombe,lacrime,soldati crudeli,finta morte della protagonista,morte vera dell'amica della protagonista,sacrificio dell'amico nero del protagonista,il cattivo viene ucciso,baci,lacrime e abbracci e vissero tutti felici e contenti.
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Non mi aspettavo molto da un polpettone e così il primo tempo del film mi ha stupito per il sorprendente umorismo della prima parte,la vivacità dei dialoghi e l' icasticità delle scene. Splendidi paesaggi,bella fotografia,venerea la Kidman,monocorde Jackman, tutto prevedibile ma piacevole. Se il film si fosse concluso con la mandria che raggiunge il bastimento, sarei uscito dal cinema felice e contento; invece no, basta belle immagini,basta ironia inizia la parte drammatica piena di tutte le banalità da kollossal: scena di passione tra i protagonisti,bambini tiranneggiati,bombe,lacrime,soldati crudeli,finta morte della protagonista,morte vera dell'amica della protagonista,sacrificio dell'amico nero del protagonista,il cattivo viene ucciso,baci,lacrime e abbracci e vissero tutti felici e contenti.
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silvia
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lunedì 26 gennaio 2009
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banale....e bellissimo
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Allora....credo sia una dei film piu' banali e scontati che ho visto negli ultimi 10 anni....eppure mi e' piaciuto tantissimo, non e' un capolavoro e probabilmente non e' un colossal o il nuovo via col vento (come vogliono farci credere), ma e' un film molto bello, commovente, divertente, emozionante, mai noioso o pesante, 3 ore volano, una bella storia, paesaggi stupendi e attori bravissimi.... splendido hugh jackman nella parte del mandriano.
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marco46
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lunedì 26 gennaio 2009
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due film in uno (per questo dura tanto)
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un film + un film = AUSTRALIA
NEL PRIMO FILM, una specie di western, la signora-elegantissima-venuta-dall'Inghilterra (nel 1939) si improvvisa cowboy, impara a dire PORCA VACCA (nell'originale, HOLY COW) e salva il ranch (e pascoli che si estendono per decine di migliaia di kmq) dalle grinfie di uno speculatore. En passant, si innamora di un affascinante mandriano e, in generale, del selvaggio e libero paesaggio dell'Australia settentrionale.
Poi comincia il SECONDO FILM, dominato dalla guerra (siamo nel 1941) e dalla questione razziale. Passa in secondo piano la figura del mandriano, mentre diventa decisivo il personaggio del vecchio stregone King George che sopravvive al carcere dei bianchi e alle bombe dei giapponesi e nel finale, in mezzo a una città in fiamme, aggiusta tutto a modo suo.
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un film + un film = AUSTRALIA
NEL PRIMO FILM, una specie di western, la signora-elegantissima-venuta-dall'Inghilterra (nel 1939) si improvvisa cowboy, impara a dire PORCA VACCA (nell'originale, HOLY COW) e salva il ranch (e pascoli che si estendono per decine di migliaia di kmq) dalle grinfie di uno speculatore. En passant, si innamora di un affascinante mandriano e, in generale, del selvaggio e libero paesaggio dell'Australia settentrionale.
Poi comincia il SECONDO FILM, dominato dalla guerra (siamo nel 1941) e dalla questione razziale. Passa in secondo piano la figura del mandriano, mentre diventa decisivo il personaggio del vecchio stregone King George che sopravvive al carcere dei bianchi e alle bombe dei giapponesi e nel finale, in mezzo a una città in fiamme, aggiusta tutto a modo suo.
Nel complesso, mi è piaciuto. Forse perchè sono un romantico, amo il genere western e mi commuove vedere la barca dei bambini scampati al macello emergere dal fumo sulle note di Over the rainbow.
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alessandro vanzaghi
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lunedì 26 gennaio 2009
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australianata
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Che dire...questo è cinema! Grande cinema. Resta da capire esattamente cosa sia o cosa possa essere il cinema. Se è come lo intendo io, vale a dire la capacità di portare su uno schermo emozioni capaci di estraniarti dalla tua realtà e farti vivere nell'altra dimensione, quella che i tuoi occhi stanno guardando, allora "Australia" è un ottimo esempio di cinema. Paesaggi, scenografie, dialoghi, attori: tutto suona come grande, bello a vedersi, altisonante, quasi epico. Non è mai esistito non solo in Oceania, ma in tutto il mondo, un mandriano bello come Hugh Jackman, con denti così bianchi, capace di colpire al cuore una dea come la Kidman. Non sono mai esistiti, potrei scommetterci, bambini così coraggiosi da fermare con un solo sguardo mandrie di vacche imbizzarrite.
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Che dire...questo è cinema! Grande cinema. Resta da capire esattamente cosa sia o cosa possa essere il cinema. Se è come lo intendo io, vale a dire la capacità di portare su uno schermo emozioni capaci di estraniarti dalla tua realtà e farti vivere nell'altra dimensione, quella che i tuoi occhi stanno guardando, allora "Australia" è un ottimo esempio di cinema. Paesaggi, scenografie, dialoghi, attori: tutto suona come grande, bello a vedersi, altisonante, quasi epico. Non è mai esistito non solo in Oceania, ma in tutto il mondo, un mandriano bello come Hugh Jackman, con denti così bianchi, capace di colpire al cuore una dea come la Kidman. Non sono mai esistiti, potrei scommetterci, bambini così coraggiosi da fermare con un solo sguardo mandrie di vacche imbizzarrite. Ci sono stati, e ci sono tuttora, quei deserti sterminati e affascinanti, terre lontane e dimenticate, ma vissute da uomini e donne che nessun regista potrà mai reinventarsi. Andate a guardarvi questo film e dimenticate ogni parvenza di realismo, nonostante la storia racconti anche tragiche e storiche verità (le generazioni rubate, il razzismo, la povertà, la guerra). Nel buio della sala, vi sentirete sperduti in quelle terre.
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