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Agente Smart: Agente 86, dalla Russia col sorriso

Diventa un film la sit-com ideata da Mel Brooks e Buck Henry sul finire degli anni '60.
di Marzia Gandolfi

Agente 86, licenza di ridere

lunedì 7 luglio 2008 - Incontri

Agente 86, licenza di ridere
I film di 007 sono una serie divenuta genere con regole precise e un eroe positivo contro un nemico (sempre cattivissimo) da sconfiggere. James Bond, nato dalla penna di Ian Fleming e portato al successo cinematografico da Sean Connery, vanta innumerevoli epigoni, che da lui derivano e a lui si sostituiscono nel nuovo cinema d'azione e nei filoni parodistici. Peter Segal, ispiratosi all'irriverente e travolgente sit-com, ideata da Mel Brooks e Buck Henry, ridisegna l'Agente 86 di Get Smart e il suo universo gadgettistico. Il "playboy" con la pistola è questa volta interpretato da Steve Carell, la cui comicità, solo apparentemente incantata, fa ridere e rivela insieme una malinconia e un'incomprensione che lo separa da ciò che lo circonda e di cui si è circondato. Aggiornando ideologia e contesto storico, l'agente comico e segreto di Peter Segal si lascia alle spalle la Guerra Fredda e la minaccia comunista, la misoginia e il conservatorismo per immergersi, entusiasta e innamorato, nell'America del post 11 settembre. Unico elemento di continuità con la celebre serie tv, rivela Peter Segal durante la conferenza stampa romana, sarà l'assoluta mancanza di comunicazione tra gli apparati governativi (CIA, FBI), che in un'esilarante tavola rotonda discuteranno animatamente per il mantenimento del proprio status quo. La parodia spionistica e mai demenziale di Segal produce gag raffinatissime, che mentre confermano le aspettative spettatoriali, gettano luce sulla forma di genere presa a bersaglio.

L'agente e il pippistrello
Peter Segal: Quando decisi di girare Agente Smart conoscevo il successo incredibile che la sit-com irriverente di Brooks e Henry aveva ottenuto fuori e dentro gli Stati Uniti. Era una serie televisiva mitica, un classico degli anni Sessanta assolutamente irresistibile e divertente. Non volevo in nessun modo ricrearla ma ero piuttosto interessato ad attualizzarla, dandole una prospettiva moderna e inserendo sequenze di azioni e inseguimenti che non fossero girate unicamente per far ridere ma che fossero degne di un thriller. L'obiettivo era perciò quello di cogliere lo spirito creato da Mel Brooks e ricondurlo alla nostra epoca, girare un film che fosse un omaggio ma allo stesso tempo che avesse stile ed energia propri. Agente Smart doveva essere un progetto in grado di soddisfare i vecchi ammiratori della sit-com e contemporaneamente i nuovi spettatori che, per ovvie ragioni anagrafiche, la ignoravano. Ho poi adattato il film all'immenso talento comico di Steve Carell, le cui idee su come interpretare il personaggio hanno permeato e influenzato tutto il lavoro. Il Batman Begins di Nolan mi ha dato l'idea per il mio film. Mi piaceva come la sua pellicola avesse reinventato la saga di Batman, raccontando una storia iniziale che nessuno aveva mai esplorato. Allo stesso modo ho mostrato come Maxwell Smart diventi agente, come incontra 99 e il cattivo Siegfried di KAOS, tutti elementi già presenti e dati per scontati nella serie televisiva. Il mio film racconta in fondo come Max è arrivato ad essere quello che tutti gli spettatori conoscono e amano. Nel corso della produzione ci siamo consultati spesso con Mel Brooks, che alla fine delle riprese ha visto il film, concedendoci la sua approvazione e la sua "benedizione".

L'agente Carell
Steve Carell: Guardando la serie televisiva non ho mai pensato nemmeno una volta che Maxwell fosse stupido, il mio personaggio è un indomito che cade e si rialza immediatamente, che sa incassare i colpi e scrollarsi la polvere di dosso con grande aplomb. È un uomo ricco di risorse e dai sani principi. Certo, non sempre sceglie la strada più logica ma ugualmente riesce a uscire al meglio dalle peggiori situazioni. Partendo come diceva Peter dalla presentazione di un agente nuovo di zecca, le cui abilità non sono ancora state provate, il mio agente Smart si distingue profondamente da quello di Don Adams. Adams era un attore straordinario, così unico e riconoscibile che era impossibile ricreare il suo approccio al personaggio. Non volevo farne un'imitazione, mi interessava cogliere l'essenza del suo agente segreto e della sit-com e allo stesso tempo provare a creare una performance nuova, che omaggiasse l'originale ma che avesse una sua spiccata autonomia. Il miglior omaggio che potessi fare ad Adams era quello di "lasciarlo in pace".

L'agente Hathaway
Anne Hathaway: Lavorare con Steve è stato semplicemente meraviglioso, mi ha insegnato tutto quello che c'è da sapere sulla comicità e sull'improvvisazione, con lui e Peter mi sono sentita protetta dietro e davanti alla macchina da presa. Lui era la vera star del film ma ha avuto incredibilmente tempo per farmi da insegnante. Questo film ha segnato il mio debutto nel genere action. Girando mi rendevo ben conto che io e Steve eravamo eroi improbabili ma con l'aiuto delle controfigure e dell'intero team, che ci ha sostenuto e soprattutto istruito, siamo riusciti a girare una parte considerevole delle scene d'azione, divertendoci come pazzi. La cosa che mi riusciva meglio ovviamente era cadere, qualche difficoltà invece l'ho avuta stando in cima a un SUV in corsa. Alla fine considero Agente Smart una sfida vinta.

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