Stardust

L’ennesima trasposizione sullo schermo di una favola scritta per grandi e piccini, “Stardust” mescola oscuri presagi ed entusiasmanti avventure attingendo a piene mani dai romanzi epico cavallereschi. Due star come De Niro e Pfeiffer per un mondo che s’illumina al passaggio di una stella caduta, amore non corrisposto tra un garzone e una fanciulla che si pavoneggia con i corteggiatori, streghe che aspettano secoli per ritrovare l’eterna giovinezza, principi che lottano per il trono, donne legate ad incantesimi, pirati a bordo di vascelli volanti. Inizio filosofico con il superamento di un muro che cinge la città per proteggere gli abitanti dall’ignoto, le immaginarie colonne d’Ercole sono scavalcate da un giovane che cerca di affrancarsi dall’infanzia sfidando le regole e conoscendo il piacere dei sensi con una ragazza tenuta in ostaggio da una megera: notte d’amore con bimbo in arrivo, famiglie riunite dal destino e bene che trionfa sul male come da copione. Matthew Vaughn dirige un fantasy che fa il verso a parecchi successi del passato –dal recente “Pirati dei Caraibi” a tutta la cinematografia di principesse e cavalieri- ma il risultato è discontinuo anche quando la poesia iniziale sembra presagire un piccolo capolavoro. Qualche battuta stonata con i fratelli che si uccidono per la successione al trono, Robert De Niro che ama travestirsi in privato e gigioneggiare davanto lo specchio, Michelle Pfeiffer che cambia volto passando dalla fascinosa bionda in corpetti vittoriani alla rugosa strega prossima alla morte, Charlie Cox che interpreta il garzone dall’animo gentile, Claire Danes nella parte di una stella caduta, Sienna Miller che si prende gioco dei sentimenti di alcuni giovani pretendenti facendo sfoggio della sua femminilità, gli ingredienti ci sono tutti eppure il regista inglese colora eccessivamente i personaggi del romanzo scritto da Neil Gaiman e Charles Vess. Vaughn stupisce tuttavia con gli effetti speciali e una scenografia che ammalia lo spettatore trascinandolo in mondi popolati da strane creature, mentre la colonna sonora di Ilan Eshkeri ricrea l’atmosfera delle leggende celtiche e la stregoneria di alcune megere diverte persino i più cresciuti. Ma “Stardust” nasconde ben altri significati dietro la storiella dei due amanti ritrovati, il passaggio dalla giovinezza all’età adulta è qui rappresentato con una serie di prove da superare prima che l’ingenuo garzone diventi uomo. Perché il cuore spezzato di una donna può guarire grazie alla passione di chi ha attraversato mari e monti per donare una stella alla morosa: l’amore non si compra, talvolta fa strani giri prima di palesarsi a coloro che l’hanno inseguito una vita intera. Ma alla fine trionfa sempre. Antonello Villani (Salerno)