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Sguardo nel vuoto, l'esordio alla regia di un grande sceneggiatore

Esce venerdì il film di Scott Frank che ripercorre la strada battuta da Christopher Nolan in Memento.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il film

giovedì 12 luglio 2007 - Approfondimenti

Il film
Lo sguardo nel vuoto del titolo appartiene a quello atono del protagonista che senza le indicazioni sparse per la casa non ricorderebbe neanche di spegnere la sveglia. Chris Pratt (il bravo Joseph Gordon-Levitt) è il giovane protagonista del film. In seguito a un incidente stradale "a prova di morte", che lo ha privato della memoria breve, è costretto ad appuntarsi impegni e ricordi su un taccuino dal quale non si separa mai. È un ex asso dell'hockey su ghiaccio ma del suo passato da mito della scuola rimane solo qualche vago sprazzo. Nonostante la condizione elevata della famiglia - ricca ma altrettanto anafettiva - è deciso a cavarsela da solo. Vive con il mentore non vedente Lewis (Jeff Daniels) e ha un lavoro notturno in una banca come addetto alle pulizie. La voglia di una maggiore indipendenza lo spinge a prendere in considerazione la proposta di un "amico" (Matthew Goode) di unirsi alla sua banda per rapinare la banca dove lavora.

Il regista
Dopo aver speso gli ultimi vent'anni a scrivere commedie, thriller, drammi e sci-fi (da Malice - Il sospetto a Out of Sight, da Get Shorty a Minority Report), Scott Frank fa il suo esordio alla regia. "Sono probabilmente lo sceneggiatore meno amareggiato di Hollywood. Ho avuto la mia fetta di esperienze negative ma per lo più credo di aver avuto molta fortuna nella vita. È da tanto che penso di darmi alla regia, ma con il fatto che avevo tre figli piccoli ho continuato a rimandare quel momento, perché dirigere un film vuol dire trascorrere molto tempo lontano da casa. Finché non ho capito che mi stavo adagiando troppo, ho sentito che stavo invecchiando e l'unica maniera per mantenerti giovane è quella di continuare a imparare e avere paura di non farcela". L'esordio in lungo di Frank sembra ripercorrere la strada battuta da Christopher Nolan in Memento. "La maggior parte di quello che scrivo inizia da un personaggio. Ho avuto modo di conoscere un ragazzo che aveva subito una lesione alla testa e al suo risveglio era un'altra persona. Prima dell'incidente era molto attivo, era un intellettuale e un atleta. Non ricordava nulla del suo passato, non sapeva bene chi fosse prima, eppure continuava a cercare di tornare a essere la persona che era".

Joseph Gordon-Levitt
La ricerca di un attore che potesse incarnare Chris Pratt è stata lunga. All'inizio Scott Frank non sapeva neanche quali caratteristiche stesse cercando. "Non penso mai a un particolare attore quando scrivo perché se poi non riesci ad averlo nel film rimani deluso. Così spesso mi baso su attori che sono deceduti". Dopo un anno di audizioni il regista stava quasi per darsi per vinto. "Credevo di aver esaminato chiunque, e nessuno andava bene, finché non mi è capitato di vedere il trailer di Mysterious Skin con Joseph Gordon-Levitt. Quando è venuto nel mio ufficio non avevo più nessun dubbio, nell'istante in cui è entrato sapevo che sarebbe stato perfetto nel ruolo di Chris. Gli altri attori avevano cercato di tirar fuori dal personaggio il suo essere disabile, enfatizzando il suo stato. Al contrario Joseph ha tirato fuori il lato più calmo di Chris e gli ha dato quello sguardo nel vuoto che cercavo. Ex bambino prodigio della televisione (ha interpretato Tommy Solomon nella sitcom Una famiglia del terzo tipo) Joseph Gordon-Levitt ha inanellato una serie di film di successo come In mezzo scorre il fiume, Il giurato, Dieci cose che odio di te, Mysterious Skin e il pluripremiato Brick. "Stiamo tutti aspettando la prossima generazione di grandi attori americani e credo Joseph ne faccia parte" ha dichiarato il produttore Walter Parkes. "La sua tecnica è completamente naturale e invisibile".

Jeff Daniels
Nel film di Scott Frank, Jeff Daniels interpreta il mentore non vedente del giovane disabile. È stato l'eccellente contributo dell'attore nel Calamaro e la balena ad attirare l'attenzione del regista. "Ho visto un aspetto di Jeff in quel film che non avevo mai visto prima" racconta Frank, "e ho realizzato che avrebbe potuto tirare fuori dal personaggio di Lewis il lato più divertente ma allo stesso tempo riprensibile e simpatetico". Ad attirare Daniels è stata la sceneggiatura. "Quello che cerco sempre in un film è un buon script e Scott è riuscito a ritrarre un personaggio completo in un film pieno di sorprese che non sai dove ti porterà". "L'apporto di Jeff è fantastico" dichiara il regista. "Avevamo parlato a lungo del comportamento dei non vedenti ma lui è riuscito a farne un ritratto delicato rpivo dei soliti clichè cinematografici". Per immergersi nell'esperienza della cecità, Daniels ha frequentato il Michigan Commission for the Blind. "Mi hanno insegnato le basi per leggere il Braille, a usare il bastone e a scendere e salire le scale. Ma la cosa più importante è stata passare del tempo con le persone che hanno perso la vista, capire la loro visione e la loro attitudine, il modo in cui superano i loro problemi. È stato incredibile guardare il mondo secondo la loro percezione". L'aspetto che ha colpito Daniels è stata l'amicizia particolare che lega il suo personaggio a Chris Pratt. "Hanno bisogno l'uno dell'altro. Lewis cerca di condurre Chris verso una nuova condizione di vita ma anche Chris è di grande supporto morale. È un rapporto paritario, e questo mi è subito piaciuto".

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