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Saw IV, il ritorno dell'Enigmista

Darren Lynn Bousman firma la terza regia a suo carico e abbandona la serie horror.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Un successo enigmatico

domenica 27 aprile 2008 - Incontri

Un successo enigmatico
È una delle serie horror di maggiore successo. La produzione del franchise, dal 2004 a oggi, ha inanellato quattro capitoli, uno più sanguinoso dell'altro, trovando nella storia dell'Enigmista - malato terminale deciso a impartire una lezione a tutti coloro che non apprezzano la vita, neanche fosse un dio - una carta sicura sulla quale scommettere. Nato dalla penna e dalla mente contorta di James Wan e Leigh Whannell, il primo episodio di Saw era costato un pugno di dollari, aveva scosso il pubblico (diviso praticamente a metà tra estimatori e osteggiatori) e trovato il successo ai botteghini di tutto il mondo. L'episodio successivo, che vedeva Darren Lynn Bousman prendere il posto di James Wan dietro la macchina di presa, metteva nuovamente in atto il sadico (e collaudato) gioco dell'Enigmista, ormai nelle vesti di pioniere, con tanto di proseliti al suo servizio. Nonostante la riuscita di Saw II, Bousman all'inizio era riluttante all'idea di tornare ad occuparsi della serie. "C'era molta attesa a causa della popolarità dei primi due episodi e non volevo deludere gli appassionati. Ma James, Leigh e io sapevamo bene che, se non ce ne fossimo occupati personalmente, avrebbero passato la saga di Saw a qualcun altro e volevamo assicurarci che l'integrità artistica venisse preservata". Crediamo che lo stesso discorso valga anche per il quarto capitolo della serie (sebbene per la prima volta la sceneggiatura non sia firmata da Leigh Whannell), in arrivo sugli schermi italiani in questi giorni dopo aver guadagnato oltre 60 milioni di dollari solo negli Stati Uniti. Nel frattempo Darren Lynn Bousman ha promesso che non dirigerà mai più un film sul vendicativo Enigmista ed già alle prese con la regia di un horror musical intitolato Repo! the Genetic Opera! (con, guarda caso, Tobin Bell). Ma i fan del franchise non hanno nulla da temere. Le riprese del quinto capitolo di Saw sono già iniziate per la regia di David Hackl. Il sangue non smetterà di scorrere sugli schermi.

Il segreto del successo
Credo ci siano diversi elementi che hanno reso Saw una serie di successo. Ogni film è profondamente collegato all'altro. Dopo il primo capitolo ci siamo subito messi alla prova con il secondo che ci ha aiutati a tornare con il terzo. La gente riesce a relazionarsi alla serie perché sa quello che si può aspettare: i colpi di scena, le trappole ingegnose, il mostruoso burattino e il monologo dell'Enigmista. Senza dimenticare il messaggio che sta alla base di ogni film. Ad esempio, in Saw III il messaggio era sull'importanza del perdono nonostante il desiderio di vendetta. Non mettiamo in scena il sangue per il puro gusto di mostrarlo. Credo che finora siamo riusciti a mantenere la credibilità.

Non c'è due senza tre
Dopo aver diretto il mio primo Saw, Saw II, non pensavo assolutamente che sarei tornato alla regia dei capitoli III e IV. E dopo il terzo capitolo pensavo che la storia era finita lì. Ma quando si è iniziato a parlare della produzione del sequel sapevo che, conoscendo benissimo il contesto creativo, sarebbe stato uno scherzo da ragazzi portarlo sullo schermo. Si trattava di riprendere da dove avevamo finito. Tra l'altro abbiamo girato il film negli stessi luoghi, e le comparse sono le stesse dei precedenti episodi. Ormai siamo come una grande famiglia e questo è un altro elemento fondamentale per il successo del franchise, perché i fan più fedeli hanno dei punti fermi e riconoscibili. Le serie che falliscono sono quelle che propongono un cast nuovo di zecca a ogni puntata e cercano di reinventare la trama.

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