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tamara
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lunedì 12 novembre 2007
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vita di un paese di provincia
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Un grosso complimento al Regista, ottimo film, e bravissimi gli attori, il tempo è volato guardando il film e la sensazione che mi ha lasciato è quella di avere vissuto insieme ai personaggi la loro storia. Unico dispiacere, se così si può dire è il pregiudizio delle persone, Hassan era già stato condannato solo perchè extracomunitario, risultava più “comodo” per tutti incolpare lui. Comunque ancora bravi.
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gino spettatore
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sabato 10 novembre 2007
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daccordissimo
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Daccordissimo, la locandina fa cagare, la comunicazione e i suoi meccanismi non appartengono alla promozione di questo film, e se proprio deve essere che il grafico assemblatore lavori meglio con photoshop.
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lothar
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venerdì 9 novembre 2007
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una storia, la nostra storia.
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Un film sincero, un'opera che colpisce per la traduzione perfetta della complessità contemporanea dei rapporti umani nella semplicità e nell'immediatezza del racconto visivo.
Grazie ad Hassan e Mara ed alla danza struggente della festa paesana.
Grazie a Giovanni con la speranza in mano.
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silvana
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lunedì 5 novembre 2007
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annullamento di emozioni e di coinvolgimenti!
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Un film che per una "giusta distanza" limita le emozioni e i coinvolgimenti rendendo silenti i sentimenti e le identità......riflette nello stesso tempo le attuali e profonde spaccature che emergono nella nostra società in tutti i suoi molteplici aspetti.
Ottime le prestazioni attoriali, splendida la fotografia.
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il
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lunedì 5 novembre 2007
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delta con nebbia
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Stupenda la fotografia che esalta uno tra i luoghi più desolati e desolanti, rendendolo bello.
Storia esile, fatta di vicinanze e distanze.
Perfetta l'inquadratura psicologica e la tipizzazione dei personaggi, che riesce a mettere in luce l'ipocrisia di fondo di una società arcaica, sebbene formalmente "modernizzata" dalla ricchezza, dal consumismo, ma solo nelle apparenze.
Buona prova, infine, di alcuni degli attori esordienti.
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max 67
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domenica 4 novembre 2007
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il giusto cinema
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Il giusto cinema, mutuando una parte della sua opera.
Mazzacurati torna dalle sue parti e sembra giovaresne.Tolti i residui di commedia che spesso miscelava in storie sempre ben raccontate, quì cala direttamente sulla provincia avvolgendola di una pellicola noir che si lascia vedere benissimo.
Il cast è ottimo(strepitosa la Lodovini con occhi incantevoli), la regia è asciutta ma efficace e la fotografia di bigazzi la vivifica.
Complimenti a Mazzacurati, spesso sottovalutato.
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luca
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venerdì 2 novembre 2007
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soddisfatto
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Complimenti al regista. Torno al cinema dopo 6 anni per vari motivi, e torno soddisfatto dalla sala, per la storia, per l'attrice veramente bella, per la colonna sonora, e il racconto di una cosa reale che chissà quante volte capita in giro per il mondo e o quasi ogni giorno sopratutto quando non ci sono grossi interessi dietro e quando quello che conta è semplicemente chiudere la pratica al più presto. Bella la fotografia simpatici gli attori di contorno che strappano anche la risata quando meno te lo aspetti (e non è certo un film comico). Effettivamente purtroppo poco pubblicizzato anche a mio giudizio.
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dj sergio
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venerdì 2 novembre 2007
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orribile promozione in giallo
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Un film deve anche essere tutelato da una giusta promozione, che lo accompagni ad essere mangiato dal pubblico.
Questo non è affatto il caso de “La Giusta Distanza” di Carlo Mazzacurati, un’ottima pellicola ma gestita malissimo dalla distribuzione. Il termine malissimo è ispirato dalla brutta locandina, dal trailer anonimo. Perché non è stato gestito con un po’ di creatività? Cosa mi spinge a vederlo? Secondo la “01” e Procacci, io dovrei uscire di casa, diventare matto per il parcheggio, e spendere dei soldi, per come avete promosso il film? Ma ancora più incoerente è catalogarlo come “thriller”, allarmare la critica, dare in pasto tutta la sinossi ai lettori. Lo spettatore rimane insoddisfatto perché per tutto il film aspetta il fattaccio perdendo tutta la poesia e la sensibile armonia della vicenda.
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Un film deve anche essere tutelato da una giusta promozione, che lo accompagni ad essere mangiato dal pubblico.
Questo non è affatto il caso de “La Giusta Distanza” di Carlo Mazzacurati, un’ottima pellicola ma gestita malissimo dalla distribuzione. Il termine malissimo è ispirato dalla brutta locandina, dal trailer anonimo. Perché non è stato gestito con un po’ di creatività? Cosa mi spinge a vederlo? Secondo la “01” e Procacci, io dovrei uscire di casa, diventare matto per il parcheggio, e spendere dei soldi, per come avete promosso il film? Ma ancora più incoerente è catalogarlo come “thriller”, allarmare la critica, dare in pasto tutta la sinossi ai lettori. Lo spettatore rimane insoddisfatto perché per tutto il film aspetta il fattaccio perdendo tutta la poesia e la sensibile armonia della vicenda.
Noi investiamo con piacere nel cinema italiano, voi però impegnatevi a giocare per trovare nuovi modi di rinvigorire il pubblico.
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luis
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giovedì 1 novembre 2007
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delitto di paese
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Il film nel complesso é di buona fattura, anche se la prima parte é descrittivamente lunga, pensiamo alla trattazione della vita di provincia, il razzismo strisciante, i modi grosolani di affrontare talune quotidianità, é un po' pedantemente noiosa e francamente scontata (il Veneto, o meglio la provincia in genere, é e sarà così). Nella seconda parte, quando si anima il giallo dell'assassinio diventa più vivace ed interessante e forse l'economia dei tempi di trattazione é ingiusta. La morale e lo svolgimento del film é stata già tutta tratteggiata nel testo di una canzone di De André "delitto di paese". Da vedere anche in una giornata a prezzo pieno
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