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Io non sono qui: viaggio immaginario nell'universo dylaniano

Esce venerdì il film che racconta vita e opere del menestrello di Duluth.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

L'incontro

martedì 4 settembre 2007 - Incontri

L'incontro
Solo due dei sei interpreti che nel film di Todd Haynes hanno incarnato Bob Dylan erano presenti alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina. Heath Ledger, che ne esplora l'anima più tormentata e contraddittoria, e Richard Gere che invece rappresenta il periodo in cui il grande cantautore si ritirò dalle scene scomparendo dalle luci della ribalta. "Credo che ci sia solo una persona che possa essere considerata il più grande artista della storia, ed è Bob Dylan" dichiara Gere. "A parte i vari documentari che sono stati fatti" rivela Haynes, "questo è il primo film al quale Dylan ha permesso la realizzazione. Credo che a convincerlo sia stato il fatto che Io non sono qui abbia una struttura aperta, ma non c'erano altri modi per lavorare su un personaggio tanto complesso e contraddittorio come lui".

Come ha reagito Cate Blanchett alla sua proposta?
Haynes: Aveva molta paura, era terrorizzata di confrontarsi con il personaggio, c'è voluto parecchio tempo prima che accettasse. Alla fine l'ho convinta dicendole che la paura è un buon sentimento, perché ti mette in una posizione in cui sei costretto a prendere dei rischi.

E lei cosa ha pensato quando è stato contattato?
Gere: Ricordo la prima volta che Todd mi ha parlato del personaggio che aveva in mente per me. Gli ho chiesto, "ma da dove viene fuori?" e lui mi ha risposto che non lo sapeva, che proveniva da un sogno. Mi ha detto però che doveva essere come Dylan ma allo stesso tempo anche una rock star che invecchia. Così ho giocato con questo aspetto onirico che si muove in una realtà comprensibile a tutti.

Quale altro cantante le piacerebbe interpretare?
Ledger: Per moltissimo tempo sono stato ossessionato da Nick Drake, dalla sua storia e dalla sua musica. Era un artista molto particolare, molto delicato, soffriva di depressione e non amava esibirsi in pubblico, così quando è scomparso (era ancora molto giovane) è rimasto un personaggio misterioso. Non so però se sarei in grado di rappresentarlo perché la mia interpretazione si baserebbe sull'indovinare, dovrei prendermi troppe libertà, sarebbe come diffamarlo...

Come mai ha scelto per il suo film il titolo di una canzone inedita di Dylan?
Haynes: La canzone parla di una donna sull'orlo di un collasso nervoso che continua a dire "io non ci sono per te". Mi piaceva utilizzarla per un film che racconta di un uomo che proprio nel momento in cui lo stai per toccare non c'è più.

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