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massimo meddina
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mercoledì 12 marzo 2008
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verdone chiude con il passato:poteva fare meglio!
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A grande richiesta dei suoi fan, Carlo Verdone riporta al cinema i suoi personaggi più famosi, variandoli leggermente ed adattandoli al presente. Ovviamente, il paragone con Bianco, rosso e Verdone non va neanche teorizzato perché questo è un film che non vuole essere un sequel ma cerca una sua strada e in ciò cerca di essere il più chiaro possibile: dunque le tre mini-storie narrate non si intrecciano come nel primo film ma le vediamo una alla volta; l'ultimo episodio, quello della coppia burina Verdone - Clauda Gerini, è il più lungo e si prende tutto il secondo tempo, forse perché più degli altri è quello che vuole offrire uno spaccato dell'Italia moderna. Nel primo episodio Verdone osa un tantino in più e scherza con la morte (tema taboo in Italia), dipingendo un personaggio succube della morale cristiana e perciò arreso a subire tutto quello che il destino è pronto a dargli.
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A grande richiesta dei suoi fan, Carlo Verdone riporta al cinema i suoi personaggi più famosi, variandoli leggermente ed adattandoli al presente. Ovviamente, il paragone con Bianco, rosso e Verdone non va neanche teorizzato perché questo è un film che non vuole essere un sequel ma cerca una sua strada e in ciò cerca di essere il più chiaro possibile: dunque le tre mini-storie narrate non si intrecciano come nel primo film ma le vediamo una alla volta; l'ultimo episodio, quello della coppia burina Verdone - Clauda Gerini, è il più lungo e si prende tutto il secondo tempo, forse perché più degli altri è quello che vuole offrire uno spaccato dell'Italia moderna. Nel primo episodio Verdone osa un tantino in più e scherza con la morte (tema taboo in Italia), dipingendo un personaggio succube della morale cristiana e perciò arreso a subire tutto quello che il destino è pronto a dargli. Il secondo episodio è decisamente il più cinico e crudo nel voler mettere in scena la schifosa maschera borghese italiana, quella di un uomo dall'apparente morale irreprensibile che di giorno si dedica a vessare il complessatissimo figlio e di notte va a prostitute; l'episodio si distingue per una certa cattivera inusuale, particolarmente grottesca nel narrare di un figlio che desidera la morte del padre.
Al termine della visione ci si rende conto che Verdone si è concentrato totalmente sull'elaborazione ed interpretazione delle sue maschere, trascurando colpevolmente la regia che non spicca più di tanto e si mantiene piuttosto mediocre. Ma si ride di gusto, Verdone è eccezionale, la Gerini è strepitosa e l'unico comprimario che reciti dignitosamente è il giovanissimo Vittorio Emanuele Propizio (già visto in Mio fratello è figlio unico) che interpreta Steven, una piacevole sorpresa.
Il revival ci può stare, basta che sia un saluto definitivo.
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tommaso landa
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mercoledì 12 marzo 2008
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film curato e ben recitato
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Il film di Verdone parte con l'idea di regalare un ultima visione di alcuni suoi mitici personaggi per i fan più sfegatati (mi ci metto pure io); ma oltre a questa premessa, il film piace e continuerà a piacere anche a chi non è un fan sfegatato dei vari "Bianco, rosso e Verdone", "Un sacco bello" e "Viaggi di nozze".
La forza del film sta tutta nelle sfaccettature dei personaggi: il primo episisodio vede Leo (evoluzione del personaggio dei primi due film) che si è sposato con una sarda (Geppy Cucciari) e ha pure due figli, maschi, che parlano esattamente come al padre (doppiati dallo stesso Verdone) e una nonna che muore esattamente prima di partire per una route degli scout. Il personaggio è timido, introverso e tenta tutte le maniere per non cadere nel volgare (come quando fa un giro di parole per spiegare al fratello in Australia che la madre era morta).
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Il film di Verdone parte con l'idea di regalare un ultima visione di alcuni suoi mitici personaggi per i fan più sfegatati (mi ci metto pure io); ma oltre a questa premessa, il film piace e continuerà a piacere anche a chi non è un fan sfegatato dei vari "Bianco, rosso e Verdone", "Un sacco bello" e "Viaggi di nozze".
La forza del film sta tutta nelle sfaccettature dei personaggi: il primo episisodio vede Leo (evoluzione del personaggio dei primi due film) che si è sposato con una sarda (Geppy Cucciari) e ha pure due figli, maschi, che parlano esattamente come al padre (doppiati dallo stesso Verdone) e una nonna che muore esattamente prima di partire per una route degli scout. Il personaggio è timido, introverso e tenta tutte le maniere per non cadere nel volgare (come quando fa un giro di parole per spiegare al fratello in Australia che la madre era morta). Ma oltre a questo senso di tenerezza quasi infantile, sbuca fuori anche il lato nascosto del carattere di Leo: la sua avidità e la sua noncuranza verso la morta. Riesce a prendere la bara meno cara, si fa gabbare da colui che gliela vende, e evita accuratamente un corteo funebre e un annuncio per la morta... Il secondo personaggio Callisto è anche quello senza dubbio più negativo; cattivo, pignolo, oppressivo e ossessivo, e immensamente ipocrita dato che la mattina è un illustre professore all'Università, la notte invece è un assiduo frequentatore di prostitute. Quel che più colpisce è l'assoluta mancanza di lati positivi del carattere di Callisto, molto più cattivo ed odioso dei due soggetti ai quali si ispira (da Bianco,rosso e Verdone e da Viaggi di nozze); opprime il suo figlio maschio, insulta la sua badante (Anna Maria Torniai, già vista in "Acqua e sapone") e continua nella sua doppia vita senza troppi scossoni. Da segnalare la prova d'attore di Verdone, che in questo personaggio dà il meglio di sè, preciso e senza sbavature (durante una sua uscita notturna il prof.Callisto incontra anche un suo cordiale parlamentare, anche lui esperto frequentatore di prostitute, interpretato dallo stesso Verdone con gesti e le movenze del famoso personaggio "col porto d'armi timbrato vidimato e bollato").
Terzo personaggio è Moreno, evoluzione dell'Ivano di "Viaggi di nozze" che assieme alla Gerini (Enza) non lo fa più "strano" ma lo fa "ricco"; anche Moreno è volgarissimo e coatto come Ivano ma in più ha tanti soldi da spendere, e tanti da regalare a fattorini d'albergo e chiunque gli faccia una minima cortesia! Il loro figlio è un adolescente volgare e sboccato, oltre che chiuso in sè stesso; su consiglio dello psicologo (altro personaggio trucido e senza stile) la coppia decide di partire per Taormina assieme al figlio, con la speranza di ricucire un rapporto genitori/figlio abbastanza squallido e logoro (il figlio non parla, ma risponde coi cartellini da ammonizione e espulsione del calcio- l'attore tra l'altro si era già notato in "Mio fratello è figlio unico").
La differenza con gli altri due personaggi del film si nota al volo: Moreno si presenta male a prima vista, ma ha in sé un animo buono, sincero e positivo. Tenta di sedurre una donna di classe (la Riccobono) e di minimizzare la volgarità di moglie e figlio; punta alla qualità, pur essendo rozzo e ignorantissimo. E alla fine del film, capiamo anche che l'amore fra lui e la moglie (che nel rattempo ha resistito alle lusinghe di un vippetto della tv, Roberto Farnesi) è vero, sincero, puro.Insomma, un bel film, guardatelo!
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[+] stratosfericamente vero!
(di silvia)
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[+] come trovare qualcosa... nel nulla più assoluto!!!
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[+] sembra un film dei vanzina poveri noi!
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