Roberto Nepoti
La Repubblica
Dopo gli Antenati, Scooby-Doo e Garfield, la par condicio imponeva che anche Alvin, veterano cartoon presente in tv da una cinquantina d'anni, avesse il suo film digitalizzato: parte in animazione tridimensionale parte in live-action, com'è d'uso. Dunque, Alvin Superstar racconta l'amicizia fra Dave Seville, musicista d'insuccesso, e un trio di scoiattoli americani - chipmunk, per la precisione - la cui casa è stata abbattuta per farne un albero di Natale. Dave adotta lo sfacciato Alvin, il saggio Simon e il sentimentale Theodore, scoprendone il talento canoro. Per la mediazione di un manager senza scrupoli (e qui, fatte le proporzioni, gli eventi evocano "Il fantasma del palcoscenico", parodia del milieu musicale inclusa), gli animaletti diventano popstar di fama globale; ma il cattivo, con lusinghe e menzogne, cerca di separarli dal padre adottivo. Parecchi ricorderanno le voci assurde di Alvin&Co.: ottenute rallentando la registrazione, poi mandando il nastro a velocità normale. La trama inventata da Jon Vitti (tra gli sceneggiatori dei "Simpson-Il film") è divertente finché dà spazio alle fesserie degli scoiattoli, stufa un po' quando scivola nell'immancabile retorica sul valore della famiglia.
Da La Repubblica, 18 gennaio 2008
di Roberto Nepoti, 18 gennaio 2008