marlon brando
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lunedì 9 agosto 2010
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la storia d'america secondo malick
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Terrence Malick, che in 33 anni di carriera ha scritto e diretto solamente quattro film dirigeThe New World, imponente ritratto storico, che non racconta la Storia d’America partendo dalla scoperta da parte del genovese Cristoforo Colombo, ma inizia con l’arrivo degli europei in Virginia nel 1607, quando fondarono la prima colonia, Jamestown. La lavorazione di questo progetto veramente epico che non si può negare essere un autentico kolossal è durata 26 anni, infatti conoscendo la pignoleria maniacale di Malick verso ogni elemento presente nel film, bisogna aspettarsi di tutto, quindi possiamo dire che a livello artistico, in nessun’altro film prima di The New World, armi, costumi, palazzi, città, navi sono state realizzate con così tale minuziosità.
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Terrence Malick, che in 33 anni di carriera ha scritto e diretto solamente quattro film dirigeThe New World, imponente ritratto storico, che non racconta la Storia d’America partendo dalla scoperta da parte del genovese Cristoforo Colombo, ma inizia con l’arrivo degli europei in Virginia nel 1607, quando fondarono la prima colonia, Jamestown. La lavorazione di questo progetto veramente epico che non si può negare essere un autentico kolossal è durata 26 anni, infatti conoscendo la pignoleria maniacale di Malick verso ogni elemento presente nel film, bisogna aspettarsi di tutto, quindi possiamo dire che a livello artistico, in nessun’altro film prima di The New World, armi, costumi, palazzi, città, navi sono state realizzate con così tale minuziosità. Due cose bisogna fare prima di avventurarsi verso la visione di questo grande film: innanzitutto bisogna conoscere la storia vera da cui il film è tratto, poi bisogna soprattutto apprezzare lo stile poetico di Malick e fra poco spiegherò il perché. Quando nel 2006 New World uscì nelle sale cinematografiche, non suscitò un grandissimo successo come il film precedente di Malick: La sottile linea rossa.Cosa può aver impedito a questo film, con eccezionali costumi e scenografie di alto livello di raggiungere la perfezione? Malick ha uno stile tutto suo e nei suoi film ci sono delle cose in comune: la presenza di sequenze dove si mostrano paesaggi, cieli ricoperti di nuvole, prati, boschi, montagne, fiumi e mari, lunghe scene senza dialoghi e l’immancabile voce fuoricampo.Infattinei suoi film, la voce fuoricampo può fare cose che l’attore normale non può: cioè raccontare ed esporre al pubblico fatti accaduti e non mostrati nel film, idee, speranze, paure, turbamenti e sentimenti d’amore oppure opinioni sulle decisioni altrui. Questo stile assolutamente malickiano non è accettato dal pubblico che considera le voci fuoricampo delle prediche da chiesa e che rendano più lungo e noioso il film. Il problema è che se non fosse per la poetica di Malick, le voci narranti non farebbero pesare il film, per questo bisogna prima conoscere la poetica della filmografia malikiana prima di gettarsi a capofitto nella visione. Invito coloro che lo hanno visto e che ne sono rimasti delusi dalla visione di rivederselo e accettare la poetica presente nel film proprio com’è. Per coloro che invece conoscono il metodo di fare cinema di Malick, che lo apprezzano e che non hanno visto questo film, aspettatevi scene d’amore intense, un Colin Farrell esteticamente affascinante ma non bravissimo a livello attoriale, eccezionali e ben dirette scene di battaglia ( perché Malick è bravo con la macchina da presa ma non con la penna ) che non grondano di violenza gratuita, scenografie dettagliate e straordinarie da Oscar, e le magistrali ( come sempre ) musiche di James Horner. Nel cast sfilano grossi nomi da Colin Farrell, meno bravo che in Alexander o Minority Report, da uno semi sconosciuto Christian Bale che aveva appena girato il film d’ottimo livello Batman Begins e un intenso Christopher Plummer la cui interpretazione dura 10 minuti ma è semplicemente straordinaria. Gli attori che interpretano gli indigeni sono indiani di nascita, quindi il realismo è garantito e la bellissima Q’Orianka Kilcher ( 15enne quando girò il film ) perfetta nel ruolo di Pocahontas. Film d’azione e versione più poetica e per adulti del favoloso cartone animato dedicato a Pocahontas nel 1995, ma semplicemente grandiosa.Perché non è solo il racconto della storia d’amore fra John Smith ( Farrell ) e Pocahontas, ma anche una grande epopea dedicata alla nascita dell’America, come oggi noi la conosciamo.
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enrico
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venerdì 3 agosto 2007
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un film che fa un passo indietro di 30 anni
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è un film che sembra di riportarci agli anni 70' prima che in qualsiasi film prevalesse la velocità e l'effetto sorpresa ,infatti the new world è un film tipicamente lento ma non per questo bisogna darli contro ,anzi essendo cosi lento nelle scene ci rende una maniera piu dettagliata nel descrivere le foreste vergini non ancora abbattute dall'uomo nel 1600 e ci si ferma di piu nel comprendere il messaggio che vuole darci.i paesaggi sono bellissimi non so dove l'abbiano girato ma sono veramente belli ,per chi piace la natura selvaggia.solo l'ultimo dei mohicani con le sue cascate e le foreste puo battere new world griguardo i paesaggi.inoltre buoni sono pure gli attore (colin farrell è uno degli attori emergenti migliori di hollywood come pure la ragazza che interpreta pocahontas sebbene poco conosciuta ha recitato benissimo.
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è un film che sembra di riportarci agli anni 70' prima che in qualsiasi film prevalesse la velocità e l'effetto sorpresa ,infatti the new world è un film tipicamente lento ma non per questo bisogna darli contro ,anzi essendo cosi lento nelle scene ci rende una maniera piu dettagliata nel descrivere le foreste vergini non ancora abbattute dall'uomo nel 1600 e ci si ferma di piu nel comprendere il messaggio che vuole darci.i paesaggi sono bellissimi non so dove l'abbiano girato ma sono veramente belli ,per chi piace la natura selvaggia.solo l'ultimo dei mohicani con le sue cascate e le foreste puo battere new world griguardo i paesaggi.inoltre buoni sono pure gli attore (colin farrell è uno degli attori emergenti migliori di hollywood come pure la ragazza che interpreta pocahontas sebbene poco conosciuta ha recitato benissimo.la storia di questo film ci riporta indietro nel tempo di 30 anni quando i film erano piu soffermati sui discorsi dei personaggi e facevano riflettere di piu.l'unica pecca che devo dire è che il finale mi ha deluso forse li è stato un po troppo affermato e si capisce male .comunque sia èun bellissimo film e lo consiglio di guardare
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elia
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lunedì 23 gennaio 2006
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new slow movie
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Come nel suo precedente La Sottile Linea Rossa, Malick fa grande uso
di paesaggi affascinanti, grandi spazi aperti, lunghe scene senza
dialoghi e, ahimè ancora una volta, le voci narranti. Questa volta però è
diverso. La trama ed il tipo di storia non sono certo vivaci come le
battaglie americane contro il Giappone e dopo poco le continue
spiegazioni dei pensieri dei protagonisti diventano insostenibili.
Soprattutto in tre, quattro momenti, in cui esse si accompagnano a
sequenze di immagini totalmente scollegate tra loro e con la trama. A
dirla tutta, già alla seconda incursione della voce non si resiste più, il
fastidio che dà è troppo elevato. Invece di aiutare a comprendere,
disturbano e confondono.
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Come nel suo precedente La Sottile Linea Rossa, Malick fa grande uso
di paesaggi affascinanti, grandi spazi aperti, lunghe scene senza
dialoghi e, ahimè ancora una volta, le voci narranti. Questa volta però è
diverso. La trama ed il tipo di storia non sono certo vivaci come le
battaglie americane contro il Giappone e dopo poco le continue
spiegazioni dei pensieri dei protagonisti diventano insostenibili.
Soprattutto in tre, quattro momenti, in cui esse si accompagnano a
sequenze di immagini totalmente scollegate tra loro e con la trama. A
dirla tutta, già alla seconda incursione della voce non si resiste più, il
fastidio che dà è troppo elevato. Invece di aiutare a comprendere,
disturbano e confondono. Film di una lunghezza disarmante, piatto e
didascalico, vede un Farrell, che non aiuta, non per colpa sua, a
rendere le scene più avvincenti. Il periodo storico si presterebbe, ma il
regista punta tutto su immagini ferme e pause nei dialoghi interminabili.
Neanche la protagonista aiuta, giustificabile perchè alla prima
esperienza con l'unica pecca di essere francamente bruttina d'aspetto. Difficile da seguire, dopo
un'ora e 1/4 confesso di aver cominciato a guardare l'orologio, ha il solo
pregio di mostrarci quale fosse la vita dei pionieri. Ma la trattazione
storica è solo marginale e si è badato a puntare tutto su lunghissime
sequenze di sguardi, ammiccamenti e pensieri. Da giudicare
abbondantemente inferiori ad altri recenti film sull'America "appena
scoperta" come L'Ultimo dei Mohicani, The Mission ecc. Voto 4
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dusk
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sabato 14 gennaio 2006
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cuore di tenebra
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Numerose, nella prima parte, le analogie filosofico-narrative con "Apocalypse Now". Presumibilmente entrambi i registi si sono ispirati al romanzo "Cuore di Tenebra", con le dovute differenze. Se nel capolavoro di Coppola, la sensazione descritta dal voice-over del protagonista era quella dell'avvicinamento interiore e fisico ad una meta ignota per la quale si prova un frammisto di fascino e repulsione, nel film di Mallick, lo stesso espediente (il risalire il fiume, la voce narrante del protagonista) è usato in un viaggio la cui meta è l'oggetto del desiderio, altrettanto ignoto, ma carico di significati totalmente opposti.
Il regista de "La sottile linea rossa" non ripete l'exploit del predecessore, ma confeziona una pellicola satura di significati storico-morali, nonchè un collage visivo di rara bellezza.
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Numerose, nella prima parte, le analogie filosofico-narrative con "Apocalypse Now". Presumibilmente entrambi i registi si sono ispirati al romanzo "Cuore di Tenebra", con le dovute differenze. Se nel capolavoro di Coppola, la sensazione descritta dal voice-over del protagonista era quella dell'avvicinamento interiore e fisico ad una meta ignota per la quale si prova un frammisto di fascino e repulsione, nel film di Mallick, lo stesso espediente (il risalire il fiume, la voce narrante del protagonista) è usato in un viaggio la cui meta è l'oggetto del desiderio, altrettanto ignoto, ma carico di significati totalmente opposti.
Il regista de "La sottile linea rossa" non ripete l'exploit del predecessore, ma confeziona una pellicola satura di significati storico-morali, nonchè un collage visivo di rara bellezza. Peccato per il contenuto delle voci narranti sovracitate, che risulta il più delle volte stucchevole, se non ridondante.
Paradossalmente, sarebbe stato un capolavoro se le battute dei protagonisti, già rarefatte, fossero state dimezzate.
A dir poco incantevole la protagonista: difficile credere che non abbia ancora compiuto 16 anni.
Convincente Christian Bale, un po' meno il sovraesposto Colin Farrell.
Da menzionare la presenza di Wes Studi, onnipresente nelle pellicole in cui vi siano personaggi di origine precolombiana, bravissimo come sempre.
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skipjack
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domenica 15 gennaio 2006
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un'ovazione liberatoria..
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alcune volte sarà capitato anche a voi di andare al cinema, e scegliere un film per caso e senza informazioni.. beh, è quello che mi è successo questa volta.. ma il più delle volte si esce dalla sala soddisfatti, perchè si era entrati senza particolari aspettative.. questa volta, non appena il film è terminato, c'è stata un'ovazione liberatoria del pubblico in sala, di tutto il pubblico.. una cosa mai vista e che mi ha lasciato sorpreso.. Sconsigliato!! è un film troppo lento.. la storia non evolve mai, e soprattutto non può essere definito un film d'azione (che io non ho visto per nulla), ma un film drammatico.. gli attori, colin farrell a parte, totalmente inespressivi, il doppiaggio della ragazza e delle continue voci fuori campo, noiosamente piatto.
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alcune volte sarà capitato anche a voi di andare al cinema, e scegliere un film per caso e senza informazioni.. beh, è quello che mi è successo questa volta.. ma il più delle volte si esce dalla sala soddisfatti, perchè si era entrati senza particolari aspettative.. questa volta, non appena il film è terminato, c'è stata un'ovazione liberatoria del pubblico in sala, di tutto il pubblico.. una cosa mai vista e che mi ha lasciato sorpreso.. Sconsigliato!! è un film troppo lento.. la storia non evolve mai, e soprattutto non può essere definito un film d'azione (che io non ho visto per nulla), ma un film drammatico.. gli attori, colin farrell a parte, totalmente inespressivi, il doppiaggio della ragazza e delle continue voci fuori campo, noiosamente piatto.. spero che serva a far risparmiare tempo, a chi come me, va al cinema per vedere delle storie, belle o brutte che siano, e poi si ritrova davanti ad una rivisitazione, molto personale del regista, della storia di pocahontas, che fra l'altro non viene mai nominata come tale per tutto l'arco del film..
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