francesco2
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mercoledì 11 agosto 2010
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il dis(gusto) per gli altri
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Questo film, accolto credo maluccio a Cannes nel 2006, rappresenta sicuramente un passo indietro rispetto a certo cinema corale francese come "Il gusto degli altri" e "I sentimenti". Nessuno può negare che la mano della Garcia sia meno incisiva, che non abbia quella "Visione d'insieme", corale(Non a caso qualcuno, come io avevo pensato, è arrivato a citare Altman)di cui parla Allen nel suo recente "Basta che funzioni".
Ma la cosa sostanziale. che più lascia perplessi nel film, è come esprima maluccio il suo messaggio: se ci atteniamo al titolo originale "Selon Charlie", si vorrebbe puntare sullo sguardo del bambino rispetto alla società degli adulti, già analizzato(?) quest'anno nel nostro "La fisica dell'acqua".
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Questo film, accolto credo maluccio a Cannes nel 2006, rappresenta sicuramente un passo indietro rispetto a certo cinema corale francese come "Il gusto degli altri" e "I sentimenti". Nessuno può negare che la mano della Garcia sia meno incisiva, che non abbia quella "Visione d'insieme", corale(Non a caso qualcuno, come io avevo pensato, è arrivato a citare Altman)di cui parla Allen nel suo recente "Basta che funzioni".
Ma la cosa sostanziale. che più lascia perplessi nel film, è come esprima maluccio il suo messaggio: se ci atteniamo al titolo originale "Selon Charlie", si vorrebbe puntare sullo sguardo del bambino rispetto alla società degli adulti, già analizzato(?) quest'anno nel nostro "La fisica dell'acqua". Da questo punto di vista, Charlie è una pura figura di sfondo in un "Piccolo mondo moderno" dove non mancano gli stereotipi, il cui unico risvolto originale è fare scoprire la relazione esistente tra il padre e la compagna del "professore". Era ben altra cosa, per esempio, quello di Truffaut nei suoi "Anni in tasca", magari troppo celebrati come altri suoi film.
Chi scrive, però, va parzialmente controcorrente riguardo le critiche rivolte a questo filmetto, un pò noioso e sicuramente scolastico. Valutandolo in comparazione col gradevole "Place Vendome", i termini di paragone sono lo sguardo sul e del personaggio, in quel caso interpretato da Catherine Deneuve. Ricordate, per chi l'abbia visto, il finale?Uno SGUARDO dell'attrice su Emmanuelle Seigner(Mi pare), che ai suoi ochhi ripercorre (In tutti i sensi)i suoi passi con vent'anni di meno. E non credo avvenisse solo nel finale... Anche questo in fondo è uno cinema di SGUARDI, del e suoi personaggi. Se però fallisce miseramente nel primo caso, per il secondo, a parte le interpretazioni di alcuni validi attori, trova spunti curiosi: intanto, una prospettiva cronologica nelle diapositive sull'uomo preistorico che senza retorica, accompagnata da una bella musica di sottofondo, ci illumina sul dolore e sulla solitudine degli esseri umani. Ma poi altre scene che stimolano a riflettere, come quella del "Professore" già citato che esplode di fronte alla moglie ed altri commensali, o che comunque divertono, come il sindaco che si (auto)coinvolge in bizzarre discussioni con un ladruncolo, tra i personaggi peggiori e peggio caratterizzati(Non il solo, purtroppo).
Proprio a proposito del sindaco(Concordo: Bacri appare un attore interessante), si potrebbe aggiungere che l'inizio del film illumina abbastanza bene sulla finzione della vita (E della politica). Quando assistiamo ad uno spot elettorale senza renderci conto che lo sia, è come un volerci anticipare che stiamo per assistere ad una serie di finzioni simulate e dissimulate, proprio come quelle di "America oggi" del già citato e compianto Altman. Nulla di nuovo del resto: in "Place Vendome", che ho già menzionato, i protagonisti erano dei ladri( Chi FINGE più dei "Voleurs?"), come nell'"Avversario", altra opera della Garcia assuta alla notorietà per meriti un pò misteriosi, il protagonista si "Impossessava" di un'identità non sua.
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luca_to
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mercoledì 28 novembre 2007
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che noia
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Non mi è piaciuto per niente, l'ho noleggiato poiché, una volta tanto, sono stato attirato dal genere "commedia" e la descrizione della trama non mi dispiaceva. Poi, dopo i primi trenta minuti... ragazzi che sonno. Il film è piatto, caratterizzato da un sacco di episodi a volte incrociati fra loro, altre volte completamente privi di significato, che non legano per niente con il filo conduttore del film (che già di per sè è una lunga riflessione molto sfocata tutta da interpretare).
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luke
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martedì 18 settembre 2007
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...un'altro scorcio di vita francese...
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Cast di ottimi attori con un sempre Speciale V.Lindon (ultimo film visto dove ha avuto una recitazione unica "La Moustache").
Ma cosa dire, penso di amare tutto quello che è francese ma allo stesso tempo penso di diffidare dalla stragrande maggioranza dei tanti film francesi di questi ultimi anni(film comici a parte)...troppo cerebrali, troppo intellettuali, troppo lenti, e pieni di nevrosi umane.
Quest'ultimo non fa eccezione!
Senza volere inferire troppo devo dire che solo il lieto fine ha finalmente spaccato la tensione dovuta alle pochezze umane perfettamente rappresentate che si respiravano durante il film...
PS: non perdete la canzone nei titoli di coda...STUPENDA!
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adriana
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lunedì 21 maggio 2007
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la spiata
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Qualche volta una "spiata" può far scatenare degli eventi "positivi" in questo caso l'intervento del bambino ha indotto i personaggi ad esprimere i sentimenti repressi dando modo di riprendere il controllo della propria vita.
Ottimo soggetto, bravissimi gli interpreti, qualche lacuna nella regia.
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tommaso
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sabato 21 aprile 2007
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solitudine
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Un film a mio avviso ben fatto.
Premetto non mi piacciono film in cui il tradimento e' parte dominante.
Ma qui il tradimento non ha alcun significato.
Il tradimento come solitudine dell'uomo,dell'incomunicabilita'.
Tutti gli uomini sono soli.In questo film particolarmente.
E sono ancora piu' soli quando mentono.ecco la funzione , a mio avviso del tradimento, in questo film.
la solitudine.
la solitudine di un giocatore di tennis.
la solitudine di un esploratore.
la solitudine di un'adultero
la solitudine vinta dall'unica cosa che cercano di rubare.la televisione.
La televisione che trasmette l'unica possibilita' contro la solitudine.La religione.
Beh, io l'ho interpretato in questo modo e pertanto l'ho ritenuto un film veramente fatto bene.
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pinco pallino
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lunedì 16 aprile 2007
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il film che tutte le donne non dovrebbero vedere
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Sì proprio cosi! Ribalto volutamente l'accattivante slogan con il quale si vuole attirare spettatori e spettatrici.
Un film inizialmente aggrovigliato e che, quando la trama comincia a dipanarsi rivela poco o nulla di quello che gli "uomini non dicono" o non direbbero...
Forse che se sono giovani sportivi in carriera vorrebbero mandare al diavolo allenatori dispotici e stare con i propri coetanei?
Forse che se sono politici minimamente affermati non disdegnano avere a completa disposizione, salvaguardando ad ogni modo la propria reputazione, il corpo di una fanciulla giovane e devota al Papa ed alla propria povera famiglia di origine?
Forse che se scoprono di avere inclinazioni non decisamente eterosessuali tendono a sfuggire da tale realtà?
Forse che se si dedicano al crimine possono essere goffi e impacciati come i monicelliani "soliti ignoti"?
Forse che se sono padri di famiglia sono disponibili a coinvolgere i propri amati figli maschi come alibi per le proprie scappatelle?
Credo proprio che ci siano ben altri film proiettati nelle nostre sale in questo periodo (penso a "Gli innocenti" di Per Fly) che risultano utili per comprendere la psicologia maschile.
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Sì proprio cosi! Ribalto volutamente l'accattivante slogan con il quale si vuole attirare spettatori e spettatrici.
Un film inizialmente aggrovigliato e che, quando la trama comincia a dipanarsi rivela poco o nulla di quello che gli "uomini non dicono" o non direbbero...
Forse che se sono giovani sportivi in carriera vorrebbero mandare al diavolo allenatori dispotici e stare con i propri coetanei?
Forse che se sono politici minimamente affermati non disdegnano avere a completa disposizione, salvaguardando ad ogni modo la propria reputazione, il corpo di una fanciulla giovane e devota al Papa ed alla propria povera famiglia di origine?
Forse che se scoprono di avere inclinazioni non decisamente eterosessuali tendono a sfuggire da tale realtà?
Forse che se si dedicano al crimine possono essere goffi e impacciati come i monicelliani "soliti ignoti"?
Forse che se sono padri di famiglia sono disponibili a coinvolgere i propri amati figli maschi come alibi per le proprie scappatelle?
Credo proprio che ci siano ben altri film proiettati nelle nostre sale in questo periodo (penso a "Gli innocenti" di Per Fly) che risultano utili per comprendere la psicologia maschile...
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fabio
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sabato 14 aprile 2007
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un film insignificante
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Che ormai sia di moda (e probabilmente redditizio) mettere in risalto lo squallore della vita quotidiana piena di tradimenti, speranze disilluse, e mancanza di qualsiasi ideale positivo, lo abbiamo capito dato che capita spesso di imbattersi in qiesto genere di film.
Personaggi piccoli piccoli e meschini che fanno azioni banali e squallide senza vedere un minimo di speranza nel futuro e compiacendosi morbosamente nella loro mediocrità.
Per fortuna la mia visione della vita è diversa! Basta per favore con questo genere di film.
[+] squallido?...cosa?
(di antò)
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francesca
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martedì 10 aprile 2007
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un film molto bello
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L'ho visto lo scorso anno a Cannes per sbaglio e devo ammettere che mi è piaciuto.
Io non amo i film francesi, ma in questo caso la natura del film è più italiana.
La struttura semi episodica colpisce a attira lo spettatore, ingabbiandolo in una struttura originale che lascia in continuazione la voglia di vedere come si esplicitano le varie vicende.
Bacrì è grandissimo:una star in piena ascesa che merita ancora di più di essere osannato.
Io lo consiglio a chi vuole vedere un film intelligente e a chi vuole vedere un prodotto che ricorda il bellissimo il gusto degli altri.
[+] un film insulso!
(di fabio)
[ - ] un film insulso!
[+] ma quale "gusto degli altri"..per piacere!!
(di mary)
[ - ] ma quale "gusto degli altri"..per piacere!!
[+] non è "il gusto degli altri", però...
(di francesco2)
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