joseph
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martedì 4 marzo 2008
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sonata per le persone buone
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Tutti definiscono "Le vite degli altri" thriller. Ed a pensarci bene, non hanno tutti i torti. Sarà per il sottofondo spionistico o per la tensione palpitante di alcune scene, questo film ha tutti gli ingredienti del thriller. Eppure siamo dinanzi ad un opera con un livello di umanità talmente elevato che etichettarlo solo in questo modo sarebbe errore imperdonabile. Thriller dell'anima, coniando un nuovo genere, mi sembra la cotegoria più indicata per questo film. Lasciando da parte le divagazione politiche che lasciano il tempo che trovano, mi sembra fantastica l'idea di raccontare una storia così vicina a noi nel tempo e che pochi conoscono, folgorati come siamo dal nazismo e dalla convinzione che la Germania sia nata e morta con Hitler.
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Tutti definiscono "Le vite degli altri" thriller. Ed a pensarci bene, non hanno tutti i torti. Sarà per il sottofondo spionistico o per la tensione palpitante di alcune scene, questo film ha tutti gli ingredienti del thriller. Eppure siamo dinanzi ad un opera con un livello di umanità talmente elevato che etichettarlo solo in questo modo sarebbe errore imperdonabile. Thriller dell'anima, coniando un nuovo genere, mi sembra la cotegoria più indicata per questo film. Lasciando da parte le divagazione politiche che lasciano il tempo che trovano, mi sembra fantastica l'idea di raccontare una storia così vicina a noi nel tempo e che pochi conoscono, folgorati come siamo dal nazismo e dalla convinzione che la Germania sia nata e morta con Hitler. Gli attori sono tutti favolosi, ma il Ulrich Muhe fa sembrare gli altri dilettanti. Il compianto attore tedesco sparisce, con sorprendente mimetismo, in un personaggio complesso, un cattivo sui generis che ritrova la luce della coscienza quando neanche lui credeva di averne più una. Rattrista sul serio pensare che questa è l'ultima volta che lo vedremo sullo schermo, come se le parole che il suo personaggio pronuncia a Christa-Maria nell'interrogatorio ("E questa è l'ultima volta in cui il suo nome verrà pronunciato in un teatro") fossero un triste presagio. Ma chi ha avuto la fortuna di vedere ma vedere sul serio questo film, sa che il suo Wiessler vivrà a lungo nella memoria del pubblico e questo credo sia la maggiore aspirazione di un attore.
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roby67
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lunedì 3 marzo 2008
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un drama-thriller imperdibile
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eccellente film sia sotto il profilo dell'interpretazione sia sotto il profilo della sceneggiatura.Ulrich Muhe semplicemente mostruoso.
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laura
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giovedì 31 gennaio 2008
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finalmente si racconta della stasi
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personalmente credo che il film sia solo un piccolo passo fatto per divulgare ciò che fu. Ho avuto modo di visitare Berlino 2 volte e ho avuto la sensazione che non si abbia granchè volglia di raccontare il controllo e lo spionaggio posto in essere dalla stasi a danno dei cittadini. Certo esistono alcuni musei commemorativi ma sono tutti ESCLUSIVAMENTE in lingua tedesca. non c'è opuscolo, didascalia o spiegazione in nessuna altra lingua (neanche in inglese) ed è assolutamente inutile chiedere guide (anche elettroniche) in lingua diversa dal tedesco...strano per una città ritenuta tra le più moderne e che ogni anno ospita milioni e milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo... www.
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personalmente credo che il film sia solo un piccolo passo fatto per divulgare ciò che fu. Ho avuto modo di visitare Berlino 2 volte e ho avuto la sensazione che non si abbia granchè volglia di raccontare il controllo e lo spionaggio posto in essere dalla stasi a danno dei cittadini. Certo esistono alcuni musei commemorativi ma sono tutti ESCLUSIVAMENTE in lingua tedesca. non c'è opuscolo, didascalia o spiegazione in nessuna altra lingua (neanche in inglese) ed è assolutamente inutile chiedere guide (anche elettroniche) in lingua diversa dal tedesco...strano per una città ritenuta tra le più moderne e che ogni anno ospita milioni e milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo... www.ddr-laura.blogspot.com
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(di kondor)
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gordongekko
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sabato 26 gennaio 2008
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la spia che ti amava
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Nella Berlino degli anni 80,dunque tagliata a metà dal muro,la Germania Est adotta un sistema ispettivo e spionistico di tipo regimentale per mezzo della Stasi.Un film che ricorda terribilmente la premonizione del 1984 orwelliano ed è sconvolgente che sia proprio intorno a quell'anno che è ambientata la vicenda questa volta specchio di un clima reale e non solo immaginario come nell'opera di Orwell.Nel corso degli eventi però lo spione protagonista diventa quasi un uomo della provvidenza che anticipa e risolve i problemi della sua vittima grazie alle sue conoscenze derivate dall'opera d'intercettazione.Dunque un'opera proiettata nel passato recente,nel presente dell'invadenza delle comunicazioni e nel futuro di un'auspicata vittoria dell'arte sulla burocrazia,il tutto scadito da ritmi abbastanza veloci da non tediare e sufficientemente lenti da far riflettere.
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trenz
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sabato 12 gennaio 2008
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istruisce, coinvolge, ci eleva.
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La storia è ambientato nella Germania dell'est, al confine fisico, ma prima di tutto ideologico, tra l’Europa occidentale e l’Europa dell’ex blocco, nel periodo appena antecedente la caduta del muro di Berlino e il crollo dell'unione sovietica stessa. Grazie alla grandiosità della regia e della sceneggiatura riusciamo a entrare nell'ideologia, nei luoghi e nel periodo storico, in maniera subliminale e sublime, portando in prima evidenza il ruolo della stasi, la polizia segreta comunista e palesando il ruolo della politica nella vita quotidiana di ciascun individuo. Ma la grandezza di questo capolavoro ovviamente non si esaurisce quì. Infatti, la riuscita di questo film, si concretizza anche nelle perfette descrizioni, quasi per nulla tipicizzate, di quella che è la natura umana, nei suoi aspetti e valori essenziali; la personalità e le convinzioni (spesso errate), gli amori, le invidie, le scappatoie, i cambiamenti di idee e ideali, a volte repentini, ma più spesso sostanziali, causati dalla casuale e più lenta, ma sempre fluida, scoperta e comprensione di un significato più profondo della vita, dei suoi valori, e di una verità più grande, da parte dei protagonisti; questi non risultano quindi artificiosi, le personalità, sebbene a volte stravaganti, eccentriche, sono vere, reali, e in questo aspetto si riconosce il talento degli attori, con alcune note di grande rilievo.
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La storia è ambientato nella Germania dell'est, al confine fisico, ma prima di tutto ideologico, tra l’Europa occidentale e l’Europa dell’ex blocco, nel periodo appena antecedente la caduta del muro di Berlino e il crollo dell'unione sovietica stessa. Grazie alla grandiosità della regia e della sceneggiatura riusciamo a entrare nell'ideologia, nei luoghi e nel periodo storico, in maniera subliminale e sublime, portando in prima evidenza il ruolo della stasi, la polizia segreta comunista e palesando il ruolo della politica nella vita quotidiana di ciascun individuo. Ma la grandezza di questo capolavoro ovviamente non si esaurisce quì. Infatti, la riuscita di questo film, si concretizza anche nelle perfette descrizioni, quasi per nulla tipicizzate, di quella che è la natura umana, nei suoi aspetti e valori essenziali; la personalità e le convinzioni (spesso errate), gli amori, le invidie, le scappatoie, i cambiamenti di idee e ideali, a volte repentini, ma più spesso sostanziali, causati dalla casuale e più lenta, ma sempre fluida, scoperta e comprensione di un significato più profondo della vita, dei suoi valori, e di una verità più grande, da parte dei protagonisti; questi non risultano quindi artificiosi, le personalità, sebbene a volte stravaganti, eccentriche, sono vere, reali, e in questo aspetto si riconosce il talento degli attori, con alcune note di grande rilievo. l'espressione dei più alti valori (per nulla retorici come spesso accade), delle peggiori nefandezze, in sostanza dell'essere umano nelle sue più profonde intimità e nella sua essenza, costituiscono il valore aggiunto che arricchisce il film e lo spettatore. impossibile non rimanere coinvolti, difficile non uscire dal cinema commossi, anche da un finale triste, etico ed epico, che racchiude, per certi versi, un senso più alto dell'esistenza.
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caste
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sabato 5 gennaio 2008
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capolavoro
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il mio film preferito... ovviamente non basta come descrizione! guardatelo!
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anonimo
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mercoledì 2 gennaio 2008
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donnersmarck:il meglio
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Sono rimasto affascinato da questo film:ti fa entrare nella mente di Gerd Wiesler.Questo è stato il più bel film che io abbia mai visto.Non sono assolutamente d'accordo sulla critica del direttore del Memoriale di Berlino,il quale dice che questo film è una presa in giro perchè sembra quasi che il regista voglia difendere la STASI.Anche se è sicuramente vero che,da un punto di vista storico,questo film non è realistico comunque è un capolavoro della storia cinematografica.
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felix
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martedì 1 gennaio 2008
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un capolavoro!!
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Assolutamente da guaradare, anche più volte, per coglierne i diversi piani semantici e significanti.
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