camillo
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mercoledì 6 aprile 2011
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un nuovo bond,ma con stile!
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James Bond ritorna nelle sale cinematografiche,ma questa volta siamo in presenza di un reboot.Infatti James si è appena guadagnato la licenza di uccidere(quindi il doppio zero)e sta investigando su Le Chieffre,un uomo senza scrupoli che gestisce il capitale di tutti i terroristi del mondo.L'obiettivo è di indagare su di lui e di catturarlo.Investigazioni,scene d'azione pura e momenti che lasciano col fiato sospeso sono gli elementi migliori di questo film.James Bond ha inoltre un nuovo volto,si tratta di Daniel Craig,attore professionista(ovviamente)e con lineamenti da vero duro.C'è da sottolineare e da soffermarsi sulla nuova personalità di Bond.In Casino Royale abbiamo un James Bond più decisivo e sicuro delle sue azioni,lo vedremo uccidere a sangue freddo,dimostrare una certa serietà,ma anche uno spiccato senso dell'umorismo per non parlare del fatto che rimane (come sempre) un Play Boy.
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James Bond ritorna nelle sale cinematografiche,ma questa volta siamo in presenza di un reboot.Infatti James si è appena guadagnato la licenza di uccidere(quindi il doppio zero)e sta investigando su Le Chieffre,un uomo senza scrupoli che gestisce il capitale di tutti i terroristi del mondo.L'obiettivo è di indagare su di lui e di catturarlo.Investigazioni,scene d'azione pura e momenti che lasciano col fiato sospeso sono gli elementi migliori di questo film.James Bond ha inoltre un nuovo volto,si tratta di Daniel Craig,attore professionista(ovviamente)e con lineamenti da vero duro.C'è da sottolineare e da soffermarsi sulla nuova personalità di Bond.In Casino Royale abbiamo un James Bond più decisivo e sicuro delle sue azioni,lo vedremo uccidere a sangue freddo,dimostrare una certa serietà,ma anche uno spiccato senso dell'umorismo per non parlare del fatto che rimane (come sempre) un Play Boy.Insomma oltre ad una trama più fresca ed innovativa (nonchè efficace) notiamo che anche il personaggio principale è stato rimodernato(per troppo tempo era rimasto allo stile anni 60).Insomma grazie alla trama,alle ottime recitazioni dei personaggi,dell'impatto del "nuovo"protagonista e ad una regia di prim'ordine,siamo in presenza di un capolavoro nel suo genere.
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tony montana
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venerdì 22 ottobre 2010
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007 torna alla grande
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Qualcosa è cambiato, finalmente. Dopo 40 anni, 20 film e 5 attori, la serie e il mito di James Bond stavano appannandosi, a causa di film apprezzabili solo dai fan, nei quali mancavano consistenti tracce di sceneggiatura o regia (comunque, l’intrattenimento era assicurato). Era perciò arrivato il momento di una svolta, puntualmente e fortunatamente giunta: Casino Royale è uno dei migliori Bond di sempre (per chi scrive è secondo solo al mitico Goldfinger ) , ed i fattori ed i meriti di questa riuscita sono molteplici. La storia, tratta dal primo romanzo bondiano di Ian Fleming (già portato sullo schermo, in forma di parodia, nel 1967), è uno di questi.
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Qualcosa è cambiato, finalmente. Dopo 40 anni, 20 film e 5 attori, la serie e il mito di James Bond stavano appannandosi, a causa di film apprezzabili solo dai fan, nei quali mancavano consistenti tracce di sceneggiatura o regia (comunque, l’intrattenimento era assicurato). Era perciò arrivato il momento di una svolta, puntualmente e fortunatamente giunta: Casino Royale è uno dei migliori Bond di sempre (per chi scrive è secondo solo al mitico Goldfinger ) , ed i fattori ed i meriti di questa riuscita sono molteplici. La storia, tratta dal primo romanzo bondiano di Ian Fleming (già portato sullo schermo, in forma di parodia, nel 1967), è uno di questi.
Un film trascinante, emozionante, adrenalinico, che annuncia la sua qualità fin dal magnifico prologo in bianco e nero, in cui si racconta l’acquisizione della licenza di uccidere, e che prosegue lungo i 145 minuti mantenendo la suspense sempre alta e cercando di essere qualcosa di più della semplice compilation di scene d’azione (peraltro, fantastiche). Il punto è che finalmente, a 11 anni di distanza da Goldeneye, un film di Bond è di nuovo scritto e diretto, pensato – nel senso migliore del termine – con un racconto che sia appassionante e credibile, personaggi che non siano manichini unidimensionali e dicendo, nei limiti del prodotto, qualcosa che vada al di là dell’avventura pura e semplice. La sceneggiatura, scritta dai consueti Neal Purvis e Robert Wade, con l’aiuto del premio Oscar Paul Haggis ( Million Dollar Baby ) , è evidentemente una delle migliori della serie, così ricca d’avventura e misteri mozzafiato ma capace soprattutto di farci entrare nel mondo intimo di uno dei miti più celebrati del XX secolo, di raccontarne l’evoluzione ed il carattere, tratteggiando un personaggio a tutto tondo che sembra lontano dallo charme ironico e a tratti farsesco dei precedenti (esclusi gli sfortunati Timothy Dalton e George Lazenby): 007 non vuole più navigare ai confini – spesso superati – del fumetto, ma agire in un mondo duro, violento, cinico e disperato (mai la violenza è stata più esplicita in un Bond) che è quello dei migliori thriller, se non della realtà. E in questo, l’uso dei dialoghi e dei personaggi, a partire da Vesper, chiave dell’intera saga ed unicum nel panorama femminile bondiano, o dal cattivo senza un occhio, che piange sangue e deve un mucchio di soldi ai signori della guerra, è perfetto. A dare coerenza e spessore allo script, che comunque non fa mai mancare la dose di divertimento ed azione ed una certa abilità strutturale, ci pensa la regia di Martin Campbell, artigiano di notevole competenza tecnica che alle prese con Bond da sempre il meglio di sé (sua la regia del già citato Goldeneye): oltre alla straordinaria abilità nel costruire scene d’azione strabilianti (dalla corsa in Uganda al camion in aeroporto fino al mirabolante finale veneziano) e la capacità di gestire sapientemente la suspense (mirabile il modo in cui usa una lunga partita di poker come centro dell’intreccio: in tempi di computer grafica, non è male), riesce anche a far vivere e respirare i personaggi, a infondere un senso di emozione vera che di solito manca nei film di Bond. Esemplare, in questo senso, la scena dell’abbraccio sotto la doccia tra James ed una sconvolta Vesper, risolta con un carrello avanti e indietro, mai vista, per intensità e tenerezza, in un film della serie. A coronare il tutto, quello che era il dubbio maggiore dell’impresa: Daniel Craig è semplicemente perfetto, fisicamente, per carisma, per mascolino fascino e per la bravura dell’interprete ben supportato dalla favolosa Eva Green (i loro dialoghi sono manuali di chimica cinematografica), dall’intenso Mads Mikkelsen e da un ben composto cast di comprimari. Dopo un film del genere sembra impossibile tornare indietro.
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capo apache
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venerdì 2 novembre 2012
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una "rinascita" in chiave moderna
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Nel 2006 Martin Campbell dirige il riavvio della saga di 007, con Daniel Craig come protagonista. Ma perché giudico questo un ottimo film? Casino Royale si discosta completamente dal vecchio 007 che conosciamo, mostrandoci un agente molto più violento e rude, senza però abbandonare lo charme e il savoir faire tipico della spia inglese. E' quindi un agente segreto molto più verosimile dei precedenti, che abbandona i gadget improbabili come le penne esplosive e gli orologgi sparafreccie, preferendo invece le sparatorie e i combattimenti tipici dei film d'azione moderni. Essendoci trasferiti dalla guerra fredda a un ambientazione contemporanea, i nemici di Bond non saranno più il blocco sovietico e i loro loschi alleati, ma fittizie organizzazioni terroristiche di cui dovrà sventare i piani tra inseguimenti, sparatorie e.
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Nel 2006 Martin Campbell dirige il riavvio della saga di 007, con Daniel Craig come protagonista. Ma perché giudico questo un ottimo film? Casino Royale si discosta completamente dal vecchio 007 che conosciamo, mostrandoci un agente molto più violento e rude, senza però abbandonare lo charme e il savoir faire tipico della spia inglese. E' quindi un agente segreto molto più verosimile dei precedenti, che abbandona i gadget improbabili come le penne esplosive e gli orologgi sparafreccie, preferendo invece le sparatorie e i combattimenti tipici dei film d'azione moderni. Essendoci trasferiti dalla guerra fredda a un ambientazione contemporanea, i nemici di Bond non saranno più il blocco sovietico e i loro loschi alleati, ma fittizie organizzazioni terroristiche di cui dovrà sventare i piani tra inseguimenti, sparatorie e...partite di poker. Come nel romanzo di Fleming da cui è tratto il film, il personaggio di Q sarà assente, e non ci sarà spazio nemmeno per Moneypenny, la quale verrà citata in uno scambio di battute tra Bond e la sua Vesper, Bondgirl del film. Il cast è più che soddisfacente, abbiamo ancora Judi Dench nel ruolo di M, mentre il cattivo Le Chiffre viene interpretato da Madds Mikelsen, che lo rende un personaggio attendibile e privo di caricature eccessive, tipici di alcuni cattivi delle saghe passate. Tra gli altri abbiamo anche un Giancarlo Giannini fenomenale come sempre ad interpretare l'ambiguo personaggio di René Mathis. Le location del film sono varie e spettacolari, passando dal Madagascar alle Bahamas, dal Montenegro a Venezia, più qualche piccola sosta a Praga e Londra.
Il Bond di Craig è stato caratterizzato molto più approfonditamente che i precedenti, rivelandoci un carattere caparbio e attaccabrighe, impassibile di fronte a ogni difficoltà, qualche volta glaciale, altre volte circondato da una sottile vena ironica che mantiene persino nei momenti più...delicati, accostandosi probabilmente al primo Bond di Connery e allontanandosi da tutti gli altri. Una Bondgirl altrettanto esplorata nel carattere interpretata dalla splendida Eva Green e la accattivante intro "You Know My Name" contribuiscono a rendere questo film sempre più bello.
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roberto
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mercoledì 10 gennaio 2007
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un nuovo bond, ruvido e decisamente maschio!
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Devo dire sinceramente che se da un lato a suo tempo avevo accolto con favore la notizia che dietro la macchina da presa del ventunesimo "Bond" della serie si sarebbe seduto Martin Campbell , il regista del piu' riuscito tra i recenti episodi ( 007 - Goldeneye ), con molto (ma molto...) meno entusiasmo avevo invece reagito a quella che, ad impersonare il mitico James Bond, fosse stato chiamato il signor (nessuno) Daniel Craig. In alcun modo infatti mi sembrava potesse avere il carisma ed il fascino necessario al ruolo. Tra i nomi che erano circolati c'era poi stato anche quello di Clive Owen e insomma, mi sembrava non ci fosse confronto...
E invece, dopo aver visto il film devo riconoscere che i miei pregiudizi erano del tutto infondati.
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Devo dire sinceramente che se da un lato a suo tempo avevo accolto con favore la notizia che dietro la macchina da presa del ventunesimo "Bond" della serie si sarebbe seduto Martin Campbell , il regista del piu' riuscito tra i recenti episodi ( 007 - Goldeneye ), con molto (ma molto...) meno entusiasmo avevo invece reagito a quella che, ad impersonare il mitico James Bond, fosse stato chiamato il signor (nessuno) Daniel Craig. In alcun modo infatti mi sembrava potesse avere il carisma ed il fascino necessario al ruolo. Tra i nomi che erano circolati c'era poi stato anche quello di Clive Owen e insomma, mi sembrava non ci fosse confronto...
E invece, dopo aver visto il film devo riconoscere che i miei pregiudizi erano del tutto infondati. Anzi la carta vincente di "Casino Royale", complice anche un soggetto molto piu' solido e infarcito di dialoghi (e lunghi ed efficaci silenzi nelle scene d'azione) molto meno banali rispetto al solito, e' proprio la nuova e adrenalinica linfa data dall'attore al personaggio. Il suo e' infatti un Bond del tutto nuovo, acerbo ma assai deciso, arrogante piu' che spavaldo. Ruvido, quasi grezzo, ma potente e decisamente maschio. Tanto che per una volta, in assenza o quasi delle (finte) bambolone di turno (altra salutare novita') e' sull'atletico e possente corpo nudo di Mr.Bond che si sofferma a lungo la macchina da presa del regista. Le immagini in cui lo vediamo uscire dallì acqua delle Bahamas (che citano piu' o meno esplicitamente a parti invertite quelle di Ursula Andress in " Agente 007 - Licenza di uccidere" e di conseguenza anche quelle di Halle Berry in " 007 - La morte può attendere ") sono a dir poco eloquenti...Peccato solo che il film, dopo un inizio a dir poco funambolico e tutta una prima parte tagliente e molto convincente, rallenti un po' troppo, finendo per perdere parte della sua carica di tensione. Sino poi a dilungarsi esageratamente nel finale. Insomma qualche sana sforbiciata avrebbe sicuramente giovato. Ma anche cosi' rimane senza dubbio uno dei migliori Bond dell'intera serie. Credevo fosse ormai in pensione e invece Bond ... James Bond... e' tornato. Ed e' piu' in forma che mai.
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carlito
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sabato 6 gennaio 2007
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bond begins
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Dopo le inguardabili performance di Pierce Brosnan, dopo una serie infinita di gadgets inverosimili, l'agente e per eccellenza fa un passo indietro alle sue origini,quando ottiene la licenza di uccidere.
Un processo analogo è stato apportato ad un supereroe destinato, dopo le brutte figure, all'oblio, Batman.
Nolan ha fatto, come ora Campbell, una specie di lavaggio nel tempo del personaggio, riproponendolo in una veste più cupa, più violenta. Il Bond di Campbell è molto simile al Batman di Nolan per vari motivi.
Tutti e due alla fine del film vengono sopraffatti dal loro stesso personaggio, e tutti e due combattono per qualcosa di grande. Batman è chiaro per cosa combatte, Bond un po'meno.
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Dopo le inguardabili performance di Pierce Brosnan, dopo una serie infinita di gadgets inverosimili, l'agente e per eccellenza fa un passo indietro alle sue origini,quando ottiene la licenza di uccidere.
Un processo analogo è stato apportato ad un supereroe destinato, dopo le brutte figure, all'oblio, Batman.
Nolan ha fatto, come ora Campbell, una specie di lavaggio nel tempo del personaggio, riproponendolo in una veste più cupa, più violenta. Il Bond di Campbell è molto simile al Batman di Nolan per vari motivi.
Tutti e due alla fine del film vengono sopraffatti dal loro stesso personaggio, e tutti e due combattono per qualcosa di grande. Batman è chiaro per cosa combatte, Bond un po'meno.
Campbell è meno raffinato di Nolan, ma capace a rinverdire un personaggio da leggenda, cambiandolo (con polemiche)
drasticamente.
Ora è tornato, e lo fa nlla maniera migliore possibile.
Casino Royale è un perfetto film d'azione, con delle scene estremamente coinvolgenti, prima fra tutte la partita di poker contro LeChiffre.
Come ora succede per Batman si intuisce che ci sarà una nuova saga, e di questo sono contento.
Ci vogliono sempre dei cambiamenti.
Adrenalinico e sentimentale nello stesso tempo, in poche parole una grande sorpresa.
Ammirare Craig e Eva Green è uno spettacolo per gli occhi e per il cuore, uno spettacolo per chi sa ancora credere alla magia immortale del cinema, per chi sente sempre un brivido lungo la schiena quando si sentono pronunciare le parole "Mi chiamo Bond......James Bond", ecco che cos^è un mito....
Operazione riuscita, bentornato agente 007, per me licenza di emozioni.
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johnmatrix
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giovedì 19 marzo 2009
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**casino royale**
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A Poker non si gioca con le carte che hai in mano, ma con l'avversario che hai di fronte. Questa è la prima missione da agente doppio zero per Bond. Egli è sulle tracce di un banchiere finanziatore di organizzazioni terroristiche, chiamato La Chiffre; che lo raggiunge in una spettacolare partita al Texas Hold'em. Film in perfetto stile Bond, che eguaglia o forse supera i precedenti, presentando una trama convincente, che può essere considerata un trhiller semplice o un film d'azione girato con maestria. In questo film l'agente inglese più famoso non è perfetto come nelle altre missioni, quì si dimostra più umano e vulnerabile, proprio a indicare che è ai suoi primi passi nell'organizzazione MI6; è la missione che lo farà diventare quello che sarà, Bond .
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A Poker non si gioca con le carte che hai in mano, ma con l'avversario che hai di fronte. Questa è la prima missione da agente doppio zero per Bond. Egli è sulle tracce di un banchiere finanziatore di organizzazioni terroristiche, chiamato La Chiffre; che lo raggiunge in una spettacolare partita al Texas Hold'em. Film in perfetto stile Bond, che eguaglia o forse supera i precedenti, presentando una trama convincente, che può essere considerata un trhiller semplice o un film d'azione girato con maestria. In questo film l'agente inglese più famoso non è perfetto come nelle altre missioni, quì si dimostra più umano e vulnerabile, proprio a indicare che è ai suoi primi passi nell'organizzazione MI6; è la missione che lo farà diventare quello che sarà, Bond ... James Bond.
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(di andrea)
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mara baraldo
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mercoledì 6 maggio 2009
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anche una contabile può essere un eroe. grazie.
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Il film mi è piaciuto moltissimo. Ha tutti gli ingredienti neccessari, azione, sentimento, velocità, storia.
Gli attori sono bravissimi, e cosa che non mi capitava da un po', dopo aver visto questo film, non faccio altro che pensarci...Rivedo mentalmente le scene, le battute più significative, mi è entrato nel cuore.
Forse è proprio questo che i film si propongono, farci evadere dalla nostra modiocre vita quotidiana e sognare, spero solo che mi passi presto, a 42 anni mi vergogno di fantasticare così, come una ragazzina.
Come ho anticipato dal titolo, sono rimasta colpita che la sceneggiatura abbia scelto di far innamorare Bond, il mitico Bond, tutto muscoli e battuta pronta, di una bellissima contabile, normale, con le sue fragilità, ma che quanto ama, può diventare un eroe, e vivere per sempre.
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Il film mi è piaciuto moltissimo. Ha tutti gli ingredienti neccessari, azione, sentimento, velocità, storia.
Gli attori sono bravissimi, e cosa che non mi capitava da un po', dopo aver visto questo film, non faccio altro che pensarci...Rivedo mentalmente le scene, le battute più significative, mi è entrato nel cuore.
Forse è proprio questo che i film si propongono, farci evadere dalla nostra modiocre vita quotidiana e sognare, spero solo che mi passi presto, a 42 anni mi vergogno di fantasticare così, come una ragazzina.
Come ho anticipato dal titolo, sono rimasta colpita che la sceneggiatura abbia scelto di far innamorare Bond, il mitico Bond, tutto muscoli e battuta pronta, di una bellissima contabile, normale, con le sue fragilità, ma che quanto ama, può diventare un eroe, e vivere per sempre. Meraviglioso... indovinate che lavoro faccio io ... Grazie e alla prossima. Mara.
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adriano lotito
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lunedì 21 maggio 2007
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grande! questo è il vero bond di fleming
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E' stata una grande sorpresa perché a prima vista la scelta del cast poteva creare dei dubbi subito eliminati dalla magistrale interpretazione di Daniel Craig nel ruolo della più famosa spia nella storia del cinema. Niente a che vedere con l’ultimo film di 007, “Il mondo non basta”, che metteva insieme tante scenette d’azione irreali. Finalmente dopo tanti filmetti videogioco in cui regia e sceneggiatura erano completamente assenti, si è cambiata direzione realizzando un film più reale, umano ma lo stesso coinvolgente e pieno di azione. Daniel Craig è carismatico e affascinante spalleggiato da una straordinaria Eva Green (Le crociate) con intorno attori comprimari ma di tutto rispetto (Giancarlo Giannini, Caterina Murino, Claudio Santamaria) senza dimenticare il cattivo di turno interpretato da un ottimo Mads Mikelsen.
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E' stata una grande sorpresa perché a prima vista la scelta del cast poteva creare dei dubbi subito eliminati dalla magistrale interpretazione di Daniel Craig nel ruolo della più famosa spia nella storia del cinema. Niente a che vedere con l’ultimo film di 007, “Il mondo non basta”, che metteva insieme tante scenette d’azione irreali. Finalmente dopo tanti filmetti videogioco in cui regia e sceneggiatura erano completamente assenti, si è cambiata direzione realizzando un film più reale, umano ma lo stesso coinvolgente e pieno di azione. Daniel Craig è carismatico e affascinante spalleggiato da una straordinaria Eva Green (Le crociate) con intorno attori comprimari ma di tutto rispetto (Giancarlo Giannini, Caterina Murino, Claudio Santamaria) senza dimenticare il cattivo di turno interpretato da un ottimo Mads Mikelsen. Questa è la prima avventura di Bond, appena diventato doppio zero che deve vedersela con il banchiere Le Chiffre colpevole di finanziare il terrorismo internazionale. I botta e risposta tra Craig e Green sono da manuale mentre l’inseguimento iniziale è da antologia. Tutto questo merito del regista Michael Campbell (Goldeneye, Vertical limit, The legend of Zorro) e dello sceneggiatore premio Oscar Paul Haggis (Million Dollar Baby, Crash).
Da non perdere per gli appassionati dell’agente inglese.
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[+] ma alora?
(di bove)
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romasang68
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mercoledì 1 agosto 2007
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ragazzi finalmente è tornato jimbo alla grande
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parto subito che sono un appassionato di 007 quindi sono di parte, ma mi sono reso conto che piano piano lo 007 di turno si stava lentamente imbiancando (anche se nell'ultimo prima di casino royal c'è stato forse il miglior primo tempo di sempre), ma questo jimbo(scusate il diminutivo) è veramente esplosivo, pieno di vita e caratterizzato da tantissimi spunti accattivanti non primo tra tutti la scelta del nuovo personaggio azzeccatissima per la parte del bond duro, ancora con pochissima classe, che deve ancora sgrezzarsi dal suo sto quo, quindi da rivedere nel prossimo film che non essendo un prequel dovrà sfornare simpatia e battute che contraddistinguono il personaggio bond.
Il film è da vedere, e piacerà anche ai non fans della serie proprio perchè non sembra uno 007;questo è il paradosso, pur non sfruttando tutte le congetture dei film di bond quali battute di spirito , adescamenti amorosi, sfoggio di armi supertecnologiche, il film funziona alla grande e spero che sia un nuovo inizio per un personaggio immortale come il nostro bond, james bond.
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stefano burini
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venerdì 7 gennaio 2011
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007 in versione "die hard"
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Il 21esimo capitolo della serie più longeva della storia del cinema presenta vari motivi di interesse. In primo luogo il fatto di costituire una sorta di “anno zero” per l’agente speciale più famoso del mondo: “Casino Royale” è basato sul primo, omonimo, romanzo scritto da Ian Fleming e ci narra la genesi del Bond che conosciamo, il modo in cui si è guadagnato la licenza di uccidere (con un fascinoso prologo in bianco e nero) e la sua prima vera missione da agente “doppio zero”. Il secondo motivo di interesse è dato dal cambio di protagonista: ad un Pierce Brosnan più posato e, forse, fisiologicamente più vicino allo stereotipo dell’agente inglese, il roccioso Daniel Craig contrappone uno 007 altrettanto ironico ma decisamente più votato all’azione e soprattutto un Bond che lascia intravedere le proprie caratteristiche storiche (fascino, che a Craig certo non manca, abilità, testardaggine e strafottenza), tuttavia ponendo l’accento sull’inevitabile inesperienza che lo rende più vulnerabile e, perché no?, più simpatico.
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Il 21esimo capitolo della serie più longeva della storia del cinema presenta vari motivi di interesse. In primo luogo il fatto di costituire una sorta di “anno zero” per l’agente speciale più famoso del mondo: “Casino Royale” è basato sul primo, omonimo, romanzo scritto da Ian Fleming e ci narra la genesi del Bond che conosciamo, il modo in cui si è guadagnato la licenza di uccidere (con un fascinoso prologo in bianco e nero) e la sua prima vera missione da agente “doppio zero”. Il secondo motivo di interesse è dato dal cambio di protagonista: ad un Pierce Brosnan più posato e, forse, fisiologicamente più vicino allo stereotipo dell’agente inglese, il roccioso Daniel Craig contrappone uno 007 altrettanto ironico ma decisamente più votato all’azione e soprattutto un Bond che lascia intravedere le proprie caratteristiche storiche (fascino, che a Craig certo non manca, abilità, testardaggine e strafottenza), tuttavia ponendo l’accento sull’inevitabile inesperienza che lo rende più vulnerabile e, perché no?, più simpatico.
Per il resto il film aggiorna in maniera tangibile lo stilema classico della serie proponendoci un Bond in lotta contro il terrorismo internazionale anziché con il solito, anacronistico, vilain conquista-mondo e facendo largo ricorso a cellulari, computer, gps e mille altre diavolerie elettroniche. La trama si snoda tra Londra, Miami, Bahamas, Venezia e il Montenegro e le numerose sequenze d’azione sono senza dubbio le più mirabolanti dell’intera serie (lodevole il massiccio utilizzo di effetti speciali “analogici” e di stuntman in luogo dei soliti effetti digitali), peccato per qualche “buchetto” nella sceneggiatura che penalizza, a tratti, la comprensione di alcuni passaggi.
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