Roberto Nepoti
La Repubblica
Misteriose micidiali creature spiano dall’ombra un gruppo di umani incauti, che si sono spinti nelle viscere della Terra attraverso grotte inesplorate. Sembra il soggetto di The Descent, il thriller uscito sugli schermi italiani poche settimane fa. E invece no. Questa volta le minacciose caverne sono in Romania e, al posto delle artigianali ragazze del film (assai migliore) di Neil Marshall, troviamo una équipe di professionisti, atletici e superattrezzati; cui respiratori di ultimissima generazione permettono di restare ininterrottamente in immersione per un giorno, e più. Jack, Tyler, la bella Charlie e compagnia si calano dunque nell’ignoto e penetrano in un ecosistema a parte, dove alligna l’inevitabile specie mostruosa. La faccenda è condotta con una certa larghezza di mezzi e — a quanto pare — i produttori hanno chiesto la consulenza dei maggiori esploratori di grotte per garantire plausibilità. Sta di fatto che, poi, Il nascondiglio del diavolo si risolve in un gioco al massacro (tipo Alien). con progressiva eliminazione dei personaggi sottoposti a truculente “nominailon’ dalle creature degli abissi. Delle quali si è preso cura l’esperto Patrick Tatopoulos, mentre gli effetti speciali sono affidati allo stesso team degli Alien e la regia a un debuttante, già aiuto-regista del tris di Matrix. Rinunciando a ogni pretesa di originalità, il filmetto viaggia rumorosamente piatto verso il finale, col rischio di farti consultare a più riprese l’orologio.
Da La Repubblica, 9 dicembre 2005
di Roberto Nepoti, 9 dicembre 2005