Red Eye

Roberto Nepoti

L'"airplane movie", il thriller a 10 mila metri d'altezza, riprende quota dopo la pausa imposta dallo shock dell'11 settembre. In attesa di vedere Flightplan, dove Jodie Foster smarrisce la bimba in volo, atterra sui nostri schermi Red Eye, un potabile prodotto firmato Wes Craven, in licenza dal repertorio orrorifico vero e proprio.
Manager di un lussuoso hotel di Miami, Lisa s'imbarca su un volo notturno per raggiungere il luogo di lavoro dopo il funerale della nonna. Ha paura di volare, ma trova conforto nella compagnia di Jackson Rippner (Cillian Murphy, lo Spaventapasseri di Batman Begins), giovane belloccio apparentemente intenzionato a flirtare con lei. È proprio di lui, invece, che dovrebbe preoccuparsi: perché si tratta di un killer, che la coinvolge in una cospirazione ai danni di un importante uomo politico e relativa famiglia.
Se, tramite telefono satellitare, Lisa non riuscirà a cambiare la stanza d'hotel in cui alloggia il vip, esponendolo a un attentato dal mare, a farne le spese sarà suo padre. Concentrato di paranoie tecnologiche (l'aereo, il telefono) e di claustrofobia (si svolge tutta nell'abitacolo del velivolo), la prima parte è coinvolgente. Nella seconda, invece, Craven vola più basso.
La resa dei conti si svolge nell'appartamento della ragazza, che diventa una succursale di Screma come luogo d'inseguimento e di trabocchetti del maniaco ai danni della potenziale vittima. Sarà perché si sente a casa, ma qui Lisa si trasforma da fanciulla remissiva in macchina da guerra. Con una motivazione "psicologica" inverosimile, che vi lasciamo scoprire.
Da La Repubblica, 21 ottobre 2005


di Roberto Nepoti, 21 ottobre 2005