barnaby
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sabato 8 agosto 2009
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north country (2005) - barnaby
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Tratto da una storia vera. Nel 1989 nel North Minnesota, Josey torna nella casa dei genitori insieme ai suoi due figli, di cui non conosce nemmeno lei l’identità del padre. Inizia quindi a lavorare per una società che gestisce miniere di carbone, sotto la quale è impiegato anche il padre. La maggior parte dei minatori è ovviamente maschile ed è molto facile abusare in ogni senso delle poche donne presenti. Josey decide quindi di denunciare i molti disagi che lei e le sue colleghe stanno vivendo, ma nemmeno i superiori le presteranno ascolto. Con l’aiuto di un avvocato, la giovane donna cita in tribunale l’intera società e dopo molte e pesanti difficoltà riesce a vincere, ottenendo anche l’aiuto e l’appoggio dai colleghi di entrambi i sessi che inizialmente le si erano mostrati contrari, per paura di ripicche o per semplice partito preso.
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Tratto da una storia vera. Nel 1989 nel North Minnesota, Josey torna nella casa dei genitori insieme ai suoi due figli, di cui non conosce nemmeno lei l’identità del padre. Inizia quindi a lavorare per una società che gestisce miniere di carbone, sotto la quale è impiegato anche il padre. La maggior parte dei minatori è ovviamente maschile ed è molto facile abusare in ogni senso delle poche donne presenti. Josey decide quindi di denunciare i molti disagi che lei e le sue colleghe stanno vivendo, ma nemmeno i superiori le presteranno ascolto. Con l’aiuto di un avvocato, la giovane donna cita in tribunale l’intera società e dopo molte e pesanti difficoltà riesce a vincere, ottenendo anche l’aiuto e l’appoggio dai colleghi di entrambi i sessi che inizialmente le si erano mostrati contrari, per paura di ripicche o per semplice partito preso.
Finalmente un film recente che, affrontando una storia impegnativa, trasmette dei valori e dei principi che purtroppo non sono sempre validi e ricordati. Il finale potrebbe essere di un moderno film di Capra e commuove. Trio di attrici già vincitrici dell’Oscar come miglior attrice: C. Theron è bella e si guadagna meritatamente un’altra nomination come protagonista; F. McDormand ne ha presa una per la non protagonista, mentre S. Spacek ha solo una piccola parte, ma abbastanza determinante per una delle svolte finali. W. Harrelson è simpatico. Una o due americanate di troppo, ma non si notano neanche. 8+
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ivan91
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giovedì 1 luglio 2010
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un onesto cinema civile
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eccezzionale fim che solleva il probelma degli abusi sesuuali subiti dalle donne nei posti di lavoro, e lo fa in maniera ralista senza mai scivolare nella retorica. la protagonista un barvissima charlize theron è una donna che ha avuto un passato difficile ed ora si trova a fare i conti con una società che non vuole sentire la verità, e la sua vita passata fiorisce davanti a noi e ci mostra di come questa donna abiia sofferto così tanto, proprio per questo non si arrende anche a costo di rimanere sola a combattere contro una società ipocrita. josey riuscirà a vincere la causa e ha trovare un pò di dignità che aveva perduto. un esempio di cinema civile in questo film, che insegna a lottare anche quando sembra persa ogni speranza.
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eccezzionale fim che solleva il probelma degli abusi sesuuali subiti dalle donne nei posti di lavoro, e lo fa in maniera ralista senza mai scivolare nella retorica. la protagonista un barvissima charlize theron è una donna che ha avuto un passato difficile ed ora si trova a fare i conti con una società che non vuole sentire la verità, e la sua vita passata fiorisce davanti a noi e ci mostra di come questa donna abiia sofferto così tanto, proprio per questo non si arrende anche a costo di rimanere sola a combattere contro una società ipocrita. josey riuscirà a vincere la causa e ha trovare un pò di dignità che aveva perduto. un esempio di cinema civile in questo film, che insegna a lottare anche quando sembra persa ogni speranza. anche frances mcdormand fantstica e sublime come il resto del cast!! da vedere aiuta a riflettre
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ultimoboyscout
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giovedì 2 agosto 2012
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la dura realtà delle donne in miniera.
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E' tratto da una storia vera, quella in cui si immedesima perfettamente la camaleontica Charlize Theron: Josey è una ragazza che ha subito e tenuto segreto uno stupro da parte di un suo professore al liceo e da tale violenza è nato un figlio. Successivamente per sfuggire ad un marito violento, scappa e torna dai genitori e riesce a farsi assumere in miniera, dove viene letteralmente tormentata e umiliata dai colleghi stessi. Intenta una causa contro la società per la quale lavora e qui il film dovrebbe colpire forte, ancora più forte, invece si ammorbidisce e cambia registro, sprofondando nel sentimentale e nel melodrammatico. Le atmosfere sono realistiche ma il film appare fin troppo didattico e si dilunga un pò troppo, meglio la prima parte quella in cui la sorprendente regista neozelandese si concentra sulla durezza della vita della protagonista e sulla disumanità, sul sessismo e sul razzismo imperanti nell'ambiente di lavoro.
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E' tratto da una storia vera, quella in cui si immedesima perfettamente la camaleontica Charlize Theron: Josey è una ragazza che ha subito e tenuto segreto uno stupro da parte di un suo professore al liceo e da tale violenza è nato un figlio. Successivamente per sfuggire ad un marito violento, scappa e torna dai genitori e riesce a farsi assumere in miniera, dove viene letteralmente tormentata e umiliata dai colleghi stessi. Intenta una causa contro la società per la quale lavora e qui il film dovrebbe colpire forte, ancora più forte, invece si ammorbidisce e cambia registro, sprofondando nel sentimentale e nel melodrammatico. Le atmosfere sono realistiche ma il film appare fin troppo didattico e si dilunga un pò troppo, meglio la prima parte quella in cui la sorprendente regista neozelandese si concentra sulla durezza della vita della protagonista e sulla disumanità, sul sessismo e sul razzismo imperanti nell'ambiente di lavoro. Purtroppo nella seconda parte, dal momento del processo in poi, la tensione crolla lasciando spazio a lacrimucce facili e scontate oltre a una certa spettacolarizzazione dei sentimenti. Il punto di forza del film è la Theron, che quando viene imbruttita e involgarita è ancora più brava, convincente e motivata oltre ad essere un'ottima manager di se stessa capace di scegliere progetti in grado di migliorarla e di darle ottima visibilità. Inoltre va sottolineato il grande senso di impotenza che riesce a infondere nello spettatore, ma non va oltre il solito dramma giudiziario tanto caro ad Hollywood. E' cinema impegnato, vorrebbe essere un urlo di protesta per come i diritti più elementari vengono calpestati ma tutto risulta molto prevedibile ed estremamente ridondante. Oltre alla protagonista notevoli le interpretazioni di Frances McDormand e di Richard Jenkins nel ruolo del padre.
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giorpost
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venerdì 25 settembre 2015
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un argomento scottante che meritava miglior regia
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Questa è una storia vera, una delle tante di cui abbiamo sentito purtroppo parlare, perché frequenti ancora oggi.
Siamo in una miniera dell' America periferica, fatta di un ambiente maschilista dal mediocre livello culturale, all' interno del quale Josey, donna dal difficle passato fatto di stupri e divorzi e da un presente nel quale figlio e padre la detestano, cerca invano di trovare la strada della normalità, lavorando onestamente con l' impegno necessario per portare avanti quel che resta della famiglia. Subirà vessazioni fisiche e psicologiche di ogni tipo che la spingeranno a prendere decisioni coraggiose affrontando, da sola, un allarmante clima omertoso.
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Questa è una storia vera, una delle tante di cui abbiamo sentito purtroppo parlare, perché frequenti ancora oggi.
Siamo in una miniera dell' America periferica, fatta di un ambiente maschilista dal mediocre livello culturale, all' interno del quale Josey, donna dal difficle passato fatto di stupri e divorzi e da un presente nel quale figlio e padre la detestano, cerca invano di trovare la strada della normalità, lavorando onestamente con l' impegno necessario per portare avanti quel che resta della famiglia. Subirà vessazioni fisiche e psicologiche di ogni tipo che la spingeranno a prendere decisioni coraggiose affrontando, da sola, un allarmante clima omertoso.
Charlize Theron recita in un ruolo impegnato, ormai nelle sue corde, di donna affranta ma combattiva, che non si da per vinta. Bella come sempre, nonché brava, e pur supportata da discreti attori come Harlesson, McDormand, Bean e il caratterista Richard Jenkins, non può avvalersi, in questo caso, di una produzione dal badget illimitato e di un regista di livello: la neozelandese Caro non ammalia e non seduce lo spettatore, troppo lenta e insipida la sua regia.
Una parte del plot richiama i classici legal movie a stelle strisce con tanto di sequenze ripetitive all' interno di un' aula di tribunale, ma sono altri gli aspetti che non mi hanno pienamente convinto, ad iniziare dalla conversione di vari comprimari che tornano dalla parte della vittima senza un realistico e sofferto percorso interiore, come ci saremmo aspettati. Comincia l' avvocato Bill White a ripensarci, dopo varie riluttanze, accettando l' incarico di difendere Josey, a cui segue il figlio, rientrato nei ranghi dopo un intervento paternale di Bean (alias Kyle), quindi la madre, che improvvisamente e fuori tempo massimo dice "sono quì", per arrivare poi al padre, che dalla sera alla mattina, dopo mesi di mal sopportazione, si affianca alla causa della figlia e, infine, all' amica di sempre, Glory, convertita in punto di morte insieme ad altre colleghe che inizialmente non volevano affrontare le pressioni del datore di lavoro.
Il finale è noto perché cronaca di giornali statunitensi, ma resta l' ennesima occasione persa di raccontare con stile e metodo taluni aspetti della società, ancora radicati nelle aree rurali di tutto l' occidente, non solo nel Minnesota, dove è ambientata la pellicola.
North Country (USA, 2005) serve, in ogni caso, a non farci abbassare la guardia su tematiche così importanti riguardanti il mondo del lavoro, dei sindacati e delle grandi corporazioni.
Voto all' idea: 8; alla Theron: 7; al film: 5
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filippo catani
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martedì 6 novembre 2012
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lottare in miniera per i propri diritti
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Josey è una giovane ragazza che, stanca di prendere botte dal marito, decide di scappare e trova lavoro nella miniera in cui sono impiegate un'amica e il padre. Essendo pochissime le donne al lavoro devono subire ogni genere di violenza fisica e psicologica. Josey, davanti all'ennesima violenza, decide di portare la faccenda in tribunale. Tratto da una storia vera.
Trascinato dalle ottime interpretazioni della Theron e della McDormand, il film riesce ad appassionare lo spettatore specialmente per la drammatica vicenda che racconta. Infatti già è difficile accettare un lavoro durissimo come quello della miniera e in più se ogni giorno ti ritrovi a dover subire ogni tipo di oscenità e violenza, la misura diviene davvero colma.
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Josey è una giovane ragazza che, stanca di prendere botte dal marito, decide di scappare e trova lavoro nella miniera in cui sono impiegate un'amica e il padre. Essendo pochissime le donne al lavoro devono subire ogni genere di violenza fisica e psicologica. Josey, davanti all'ennesima violenza, decide di portare la faccenda in tribunale. Tratto da una storia vera.
Trascinato dalle ottime interpretazioni della Theron e della McDormand, il film riesce ad appassionare lo spettatore specialmente per la drammatica vicenda che racconta. Infatti già è difficile accettare un lavoro durissimo come quello della miniera e in più se ogni giorno ti ritrovi a dover subire ogni tipo di oscenità e violenza, la misura diviene davvero colma. Il fatto è ulteriormente aggravato in quanto la giovane Josey ha il terribile "peccato" di aver avuto due figli da due padri diversi e questo per la piccola e bigotta comunità è davvero troppo (toccante il momento in cui la mamma di Josey spiega al padre che in fondo che ha fatto di male la figlia in quanto mica è andata a rapinare ma ha solo fatto due figli). Questi "precedenti" offrivano il più classico degli alibi e cioè che la ragazza provocava i lavoratori. Altrettanto forte è il momento in cui le colleghe devono decidere se rischiare di perdere il proprio lavoro continuando a piangere in silenzio o levare una voce in difesa del proprio onore. Insomma un toccante film di impegno civile che non può lasciare indifferenti nè le donne ovviamente ma neppure gli uomini sensibili a queste delicate ma imprescindibili tematiche civili.
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