Roberto Nepoti
La Repubblica
Di ritorno dalle vacanze, gli italiani si sono precipitati a vedere Madagascar, il nuovo film d’animazione dei produttori di Shrek gia piazzatosi ai primi posti nelle classifiche di tutto il mondo. Evasi dallo zoo di Manhattan, quattro simpatici animali, assuefatti agli agi della cattività, approdano sulle coste del Madagascar; dove li aspettano le insidie della foresta, la necessità di procurarsi il cibo e tutti gli incomodi più scomodi della vita selvaggia. Gli altri vorrebbero tornarsene indietro; Marty la zebra, invece, resiste, mentre in Alex il leone cominciano a risvegliarsì gli istinti primordiali. Se la ricetta funziona - e a meraviglia - le avventure di Alex, il leone superstar, Marty, la zebra idealista, la sensibile ippopotama Gloria e l’ipocondriaca giraffa Melman non paiono destinate a posare una pietra miliare nella storia del cinema d’animazione. La prima parte è puro divertimento; poi la sceneggiatura diventa pigra, rinunciando a sfruttare il potenziale comico dei personaggi (che rischiano di farsi rubare la scena da un quartetto d’isterici pinguini). Si limita a mettere in fila le gag e i numeri musicali, alternandole con le citazioni cinefile cui i cartoon tridimensionali della DreamWorks ci hanno abituati. Neppure la morale della favola, per condivisibile che sia, si può dire una novità: gli agi deresponsabilizzano; la tolleranza è la prima regola da rispettare, ecc. Azzeccatissima, invece, l’animazione dei quattro eroi, dinamici come le creature del grande Tex Avery.
Da La Repubblica, 17 settembre 2005
di Roberto Nepoti, 17 settembre 2005
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