anonimo
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sabato 2 luglio 2005
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guerra e amore
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CHE SCHIFO DI FILM!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1
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(di mimi)
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namuris
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venerdì 1 luglio 2005
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il capolavoro di jeunet
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Ho visto quasi tutti i film del regista francese che, a parte la caduta di stile "alien 4", non ha sbagliato un colpo e, dunque, va considerato uno dei più talentuosi artisti contemporanei (io lo accosto volentieri al nostro Sergio Leone soprattutto per la grande cura che ci mette nella caratterizzazione dei personaggi). Rappresentare la Grande guerra di trincea senza scivolare nella retorica non è mai stato facile, Jeunet ha superato anche questa prova in modo originalissimo (al pari di Kubrick e di Monicelli).
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anonimo
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lunedì 21 marzo 2005
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eccezionale
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semplicemente straordinario. Uno dei migliori film visti in questi ultimi anni di pellicole americane dove o qualcuno vuole uccidere il presidente o un povero emarginato figlio di gente senza soldi ce la fa a diventare un personaggio importante, o una banda di terroristi ( a scelta del lettore origini e caratteristiche razziali ) vuole mettere a soqquadro l'occidente. Magari il cinema italiano avesse registi del calibro di jeunet.
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anna
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mercoledì 9 marzo 2005
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perdutamente romantico e molto intrigante
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una bella storia d'amore. Un po' troppo (inutilmente cruento) in alcune scene. Da vedere
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fata
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martedì 1 marzo 2005
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un sogno...
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Il film in questione è uno dei capolavori del cinema moderno, un piacevole tuffo nel passato accompagnato da due giovani innamorati che fanno riscoprire al mondo freddo e distaccato di oggi l'unica ragione di vita: l'amore.
Cosa dire, scelte ottime, storia stupenda e ben presentata, per niente pesante e così messa a livello dello spettatore che diventa un piacevole tuffo nel passato. Ancora una volta stupefacente L'Amelie del cinema francese per non parlare del giovane Matech...
Un vero inno all'Amore che supera ogni ostacolo, che rifiorisce nonostante il freddo di lunghi anni d'attesa, dove la speranza non muore. Un capolavoro da vedere assolutamente per imparare ad non arrendersi mai, come la piccola, grande Matilde.
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Il film in questione è uno dei capolavori del cinema moderno, un piacevole tuffo nel passato accompagnato da due giovani innamorati che fanno riscoprire al mondo freddo e distaccato di oggi l'unica ragione di vita: l'amore.
Cosa dire, scelte ottime, storia stupenda e ben presentata, per niente pesante e così messa a livello dello spettatore che diventa un piacevole tuffo nel passato. Ancora una volta stupefacente L'Amelie del cinema francese per non parlare del giovane Matech...
Un vero inno all'Amore che supera ogni ostacolo, che rifiorisce nonostante il freddo di lunghi anni d'attesa, dove la speranza non muore. Un capolavoro da vedere assolutamente per imparare ad non arrendersi mai, come la piccola, grande Matilde..
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carmelina
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lunedì 21 febbraio 2005
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che delusione!!!!!!!!!!!!
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mi ha deluso questo film con lo stesso regista del mondo di Amelie e la stessa attrice,lentissssimo e troppe immagini di guerra!!!!!!!
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(di fabluini)
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ritella
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lunedì 21 febbraio 2005
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bruttisssimo come amelie
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non andrò più a vedere i prossimi films di jeunet e tatout
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(di mimi)
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(di pedro)
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amelia
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lunedì 14 febbraio 2005
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piccola, grande mathilde
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Credevo che fosse un film simile a "Il favoloso mondo di Amelie", ma mi sono sbagliata di grosso! Credevo di passare una domenica pomeriggio in totale relax, la prima dalla nascita della nostra bimba che stava a casa per la prima voltqa con il nonno... E invece mi sono ritrovata spettatrice (e non solo...) della storia di questi 5 condannati a morte, raccontata con la solita delicatezza e con tanto realismo di cui è capace il regista Jeunet. Ti ritrovi a soffrire con questi soldati e a sperare che ce la facciano, che sopravvivano allo spazio fra la trincea francese e quella tedesca... e intanto si dipana anche la storia di queste due donne, Mathilda ed una giovane prostituta, che entrambe, seppur diversissime, cercano i loro amori, gli angeli della loro vita.
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Credevo che fosse un film simile a "Il favoloso mondo di Amelie", ma mi sono sbagliata di grosso! Credevo di passare una domenica pomeriggio in totale relax, la prima dalla nascita della nostra bimba che stava a casa per la prima voltqa con il nonno... E invece mi sono ritrovata spettatrice (e non solo...) della storia di questi 5 condannati a morte, raccontata con la solita delicatezza e con tanto realismo di cui è capace il regista Jeunet. Ti ritrovi a soffrire con questi soldati e a sperare che ce la facciano, che sopravvivano allo spazio fra la trincea francese e quella tedesca... e intanto si dipana anche la storia di queste due donne, Mathilda ed una giovane prostituta, che entrambe, seppur diversissime, cercano i loro amori, gli angeli della loro vita. Mathilda è stata definita da una recensione che ho letto qualche giorno fa "la nonna di Amelie"; non credo, è cresciuta, difende fino allo stremo la vita del suo amore, perchè il suo Manech non può esere morto. Belli i giochi tipicamente femminili tipo "Se il controllore entrerà nello scompartimento o il treno imboccherà una galleria prima che abbia contato fino a sette, allora Manech non può che essere vivo"!
Non era il film che credevo, ma bene per Audrey Tautou l'essersi distaccata dalla favoleggiante, seppur deliziosa, Amelie che mi aspettavo di ritrovare.
Buona visione!
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diario notturno
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lunedì 31 gennaio 2005
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speranza e occhi di bambino.
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Cinque soldati vengono condannati a morte. Prima guerra mondiale. Tra la trincea tedesca e quella francese c'e' la terra di nessuno. E' li che i 5 dovranno morire, dati in pasto al nemico. Il film racconta la storia di quei cinque. Di uno in particolare: Manech. Quello che sentiva un cuore palpitare dentro la sua mano. Quello che aveva lasciato un amore ad attenderlo. Quello che aveva la voglia di vivere dentro agli occhi. Mathilde, la sua ragazza apprende della morte dei cinque. Si aggrappa a tutto pur di tenere viva la speranza. Sdraita in camera sua, sussurra "se il cane entra prima dell'ora di cena significa che Manech e' vivo". Intimi giochi fanciulleschi sui quali coltivare la speranza.
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Cinque soldati vengono condannati a morte. Prima guerra mondiale. Tra la trincea tedesca e quella francese c'e' la terra di nessuno. E' li che i 5 dovranno morire, dati in pasto al nemico. Il film racconta la storia di quei cinque. Di uno in particolare: Manech. Quello che sentiva un cuore palpitare dentro la sua mano. Quello che aveva lasciato un amore ad attenderlo. Quello che aveva la voglia di vivere dentro agli occhi. Mathilde, la sua ragazza apprende della morte dei cinque. Si aggrappa a tutto pur di tenere viva la speranza. Sdraita in camera sua, sussurra "se il cane entra prima dell'ora di cena significa che Manech e' vivo". Intimi giochi fanciulleschi sui quali coltivare la speranza. Il film si sviluppa come un puzzle, con Mathilde che ricompone le tessere. Mathilde e' l'unica fiamma di vita e speranza. Lotta romanticamente fino alla fine. Jeunet e' un regista romantico, che sembra voler vedere la storia filtrata dagli occhi di un bambino. Un bambino che vuole credere. E questo sguardo lo si legge limpido in una realta' che sembra essere tutto, fuorche' un posto per sguardi infantili. In questo il punto di contatto con il suo precedente film, Amelie'. Eccede, come in Amelie', con i colori e la luce. Allora perfetti nel rendere la vita che sprizzava da ogni poro da Amelie', ora un po' stucchevoli nel ricreare i colori della Francia degli inizi del '900. E' vero anche che a me l'effetto "seppia" non e' mai piaciuto, perche' infasullisce. Bello il finale. ***
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