Michele Anselmi
il Riformista
Fantapolitica, certo, un po’ alla vecchia maniera, stile anni Sessanta, quando c’erano i blocchi, la guerra fredda, uno strascico di maccartismo. E infatti alla base di The Manchurian Candidate c’è un bel romanzo thriller-satirico di Richard Condon, dal quale lo scomparso Frankenheimer, quello dell’aIIarmante Sette giorni a maggio, trasse nel 1962 il film Va’e uciddi. Lì ad essere riprogrammato tramite lavaggio del cervello, affinché uccidesse il futuro presidente degli Stati Uniti e per far salire alla casa Bianca un “candidato mancese “manovrato dai comunisti”, era un reduce dalla guerra in Corea; nel complicato remake che il radical Jonathan Demme ha portato ieri fuori concorso alla Mostra cambia naturalmente lo scenario: irrompono i fantasmi bellici di Desert Sthrm, la paranoia del dopo 11 settembre, le leggi antiterrorismo che restringono gli spazi di libertà individuale, i riflessi dell’attuale campagna elettorale per la presidenza. [...]
di Michele Anselmi, articolo completo (4752 caratteri spazi inclusi) su il Riformista 3 settembre 2004
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