paolo ciarpaglini
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giovedì 14 febbraio 2008
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the bourne supremacy.
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Se il primo 'The Bourne Identity' aveva convinto e fatti a pezzi i vari James Bond, comprese moltissime pellicole incentrate sull'uomo, contro se stesso, contro tutti, questo ne è l'incarnazione assoluta. La seconda, 'obbligatoria' puntata, di un'elettrizzante film che aveva ancora tanto da dire. Quì Jason Bourne è più maturo e devastante, interpretato da un Matt Damon strepitoso. Raramente mi è capitato di assistere a due ore di film, che non fanno una piega, che convincono dall'inizio alla fine. Grande regia, ritmo serrato, musiche azzeccatissime. Non ci sono controfigure, Matt è lì in prima persona a far sì che tutto sia più credibile. Trasmette adrenalina pura. Un'uomo in cerca di un passato che non da tregua, che lo insegue ed uccide chì ama.
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Se il primo 'The Bourne Identity' aveva convinto e fatti a pezzi i vari James Bond, comprese moltissime pellicole incentrate sull'uomo, contro se stesso, contro tutti, questo ne è l'incarnazione assoluta. La seconda, 'obbligatoria' puntata, di un'elettrizzante film che aveva ancora tanto da dire. Quì Jason Bourne è più maturo e devastante, interpretato da un Matt Damon strepitoso. Raramente mi è capitato di assistere a due ore di film, che non fanno una piega, che convincono dall'inizio alla fine. Grande regia, ritmo serrato, musiche azzeccatissime. Non ci sono controfigure, Matt è lì in prima persona a far sì che tutto sia più credibile. Trasmette adrenalina pura. Un'uomo in cerca di un passato che non da tregua, che lo insegue ed uccide chì ama. Una machina che ha sì perduto la memoria, ma che possiede ancora nel subconscio, 'tutto ciò che serve', per renderlo un'arma letale. Forse proprio quell'amnesia ha fatto sì che il suo passato, non solo sia andato perduto, ma abbia mutato un killer spietato in un uomo. Adesso la violenza è usata per difendersi, come un'animale braccato. E nessuno è alla sua altezza, Bourne è il migliore, quasi un'eroe invincibile. Giunge alle tue spalle senza che te ne accorgi, ti osserva e potrebbe uccidere ma: "è facile, è proprio accanto a lei". Un fantasma a cui tutti danno la caccia, dietro ogni angolo, in ogni luogo. 'Non si può uscire'. Le cineprese non esistono, Jason Bourne è Matt Damon o Matt è Jason Bourne, viene da chiedersi. Perchè l'uomo che vediamo in azione è talmente verosimile all'attore, da divenire un tutt'uno. Strepitoso action-movie, sullo sfondo i servizi segreti, le verità nascoste, la loro corruzione. "..anzi, credo di doverle delle scuse. Vuol rientrare.. parliamone" - "si riposi Pam, ha un'aria stanca". Fantastico.
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gius
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giovedì 8 novembre 2007
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veramente un bel film...
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in genere i sequel lasciano sempre l'amaro in bocca e viene quasi da dire "ma chi gliel'ha fatto fare!", questo invece è un film ben concepito e ben realizzato con un Damon più in parte del 1° film ormai perfettamente calato nel ruolo di Jason Bourne e una regia frenetica ma nn angosciante.
Nel complesso veramente un bel film, probabilmente il migliore dei tre...
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d.l.
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domenica 17 giugno 2007
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molto bello
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Di solito i sequel non sono sempre a livello del primo film. Questo film è un'eccezione...
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nik
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mercoledì 9 maggio 2007
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un capolavoro
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La prosecuzione di The Bourne Identity, un film capolavoro con scene mozzafiato e attori sicuramente all'altezza. Scorrevole, piacevole e ben curato, ambientato in Europa invece che negli ormai troppo sfrittati USA. Da vedere.
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lester burnham
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sabato 13 gennaio 2007
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the greengrass supremacy
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Non so chi attualmente usi la handy-cam meglio di Greengrass. Personalmente non trovavo un regista così interessante dai tempi di Singer (the Usual Suspect).
Regia e montaggio ad eccezionali livelli.
La musica di Powell (X-Men The Last Stand) è di qualità assoluta.
La sceneggiatura (Tony Gilroy, The Devil’s Advocate) funziona. Con finale è in crescendo.
Fotografia e scenografie danno una sensazione di reale tristezza quotidiana alla vita di uomini su cui i governi investono milioni e milioni per fare il lavoro sporco.
È un film sull’importanza della verità più che sulla memoria. Lo dimostra il viaggio a Mosca che non avrebbe senso diversamente. Due frasi di Jason su tutte proprio nel finale.
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Non so chi attualmente usi la handy-cam meglio di Greengrass. Personalmente non trovavo un regista così interessante dai tempi di Singer (the Usual Suspect).
Regia e montaggio ad eccezionali livelli.
La musica di Powell (X-Men The Last Stand) è di qualità assoluta.
La sceneggiatura (Tony Gilroy, The Devil’s Advocate) funziona. Con finale è in crescendo.
Fotografia e scenografie danno una sensazione di reale tristezza quotidiana alla vita di uomini su cui i governi investono milioni e milioni per fare il lavoro sporco.
È un film sull’importanza della verità più che sulla memoria. Lo dimostra il viaggio a Mosca che non avrebbe senso diversamente. Due frasi di Jason su tutte proprio nel finale. Jason si confessa ad una ragazza, orfana di entrambi i genitori proprio a causa sua: “I killed them. I kill them. It was my job. It was my first time …” e “It changes things, that knowledge. Doesn't it? When what you love gets taken from you, you wanna know the truth.”
Uno dei rari casi in cui la seconda parte di una trilogia non è solo un ponte.
Un film robusto e intenso, che insieme allo sfortunato ma splendido Spartan di Mamet, getta uno sguardo sulle realtà di uomini che, dalla fine della Guerra Fredda, non hanno più bandiere che rendano sopportabile a se stessi il loro agire.
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dj
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venerdì 27 ottobre 2006
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secondo capitolo della trilogia su jason bourne
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Jason Bourne che ha abbandonato la sua vita da agente segreto, si vede costretto a tornare in missione per scoprire chi ha commesso un duplice omicidio facendo ricadere la colpa su di lui. Dal romanzo “Doppio inganno” di Robert Ludlum, il secondo capitolo della trilogia dedicata dallo scrittore all’infallibile killer colpito da amnesia. Rispetto al precedente “The Bourne identity”, di Liman, Greengrass fa un uso quasi ossessivo della telecamera a mano, coadiuvato da un montaggio frenetico, che talvolta ha come l’effetto di ubriacare lo spettatore. Sono sintomi di un tentativo – solo parzialmente riuscito – di realizzare un prodotto che vada al di là del film di genere. La trama non è per nulla originale, ma sono ugualmente molto belle alcune sequenze d’azione, cariche della giusta tensione emotiva; altre invece (come ad esempio il lungo inseguimento d’auto tra le strade di Mosca) risultano meno efficaci.
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Jason Bourne che ha abbandonato la sua vita da agente segreto, si vede costretto a tornare in missione per scoprire chi ha commesso un duplice omicidio facendo ricadere la colpa su di lui. Dal romanzo “Doppio inganno” di Robert Ludlum, il secondo capitolo della trilogia dedicata dallo scrittore all’infallibile killer colpito da amnesia. Rispetto al precedente “The Bourne identity”, di Liman, Greengrass fa un uso quasi ossessivo della telecamera a mano, coadiuvato da un montaggio frenetico, che talvolta ha come l’effetto di ubriacare lo spettatore. Sono sintomi di un tentativo – solo parzialmente riuscito – di realizzare un prodotto che vada al di là del film di genere. La trama non è per nulla originale, ma sono ugualmente molto belle alcune sequenze d’azione, cariche della giusta tensione emotiva; altre invece (come ad esempio il lungo inseguimento d’auto tra le strade di Mosca) risultano meno efficaci. Giudizio: **1/2
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domenica 3 ottobre 2004
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Questo film è stato sopravvalutato dalla pubblicità..diciamo che ci si apettava qualcosa di più anche se tutto sommato non è male!
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sima
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domenica 3 ottobre 2004
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Questo film è stato sopravvalutato dalla pubblicità..diciamo che ci si apettava qualcosa di più anche se tutto sommato non è male!
[+] cioè....
(di cugino di bourne)
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alessandra montesanto
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sabato 7 agosto 2004
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bourne is back
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Paul Greengrass, con il suo Blody Sunday aveva sconvolto , spiazzato e dato fastidio a molti; il suo docu-drama, infatti, che vinse l'Orso d'oro a Berlino, parla della tragedia di Londonderry nel '72 in cui persero la vita 13 civili per mano dei soldati britannici. Come per questo suo lavoro, il regista usa in Bourne supremacy, sequel di The Bourne identity - passato a Locarno due anni fa - la camera a mano e movimenti a scossono tipici del reportage, per dare allo spettatore l'illusione che la camera partecipi agli eventi raccontati e non solo li registri. Molte le location per questo film (da mosca a Berlino, per esempio); molte le scene spettacolari; ma l'attenzione si concentra sull'Uomo: sulla perdita sdella memoria e quindi la sua importanza, per tutti) , ma anche sulla consapevolezza di essere cio che si è.
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Paul Greengrass, con il suo Blody Sunday aveva sconvolto , spiazzato e dato fastidio a molti; il suo docu-drama, infatti, che vinse l'Orso d'oro a Berlino, parla della tragedia di Londonderry nel '72 in cui persero la vita 13 civili per mano dei soldati britannici. Come per questo suo lavoro, il regista usa in Bourne supremacy, sequel di The Bourne identity - passato a Locarno due anni fa - la camera a mano e movimenti a scossono tipici del reportage, per dare allo spettatore l'illusione che la camera partecipi agli eventi raccontati e non solo li registri. Molte le location per questo film (da mosca a Berlino, per esempio); molte le scene spettacolari; ma l'attenzione si concentra sull'Uomo: sulla perdita sdella memoria e quindi la sua importanza, per tutti) , ma anche sulla consapevolezza di essere cio che si è. In questo caso, Jason Bourne è un ex agente della CIA che soffre di amnesia e che vive una vita idilliaca con la sua fidanzata, lontano dai guai. Ma ad un certo punto il suo passato irrompe nella sua tranquillità. Bourne dovrà tornare a fare i conti con se stesso. Buona regia, ma poco spessore.
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[+] i critici cinematografici ...
(di anonimo)
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