Starsky & Hutch

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Un film di Todd Phillips. Con Ben Stiller, Owen Wilson, Snoop Dogg, Vince Vaughn, Carmen Electra.
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Poliziesco, durata 101 min. - USA 2004. uscita venerdì 27 agosto 2004. MYMONETRO Starsky & Hutch * * 1/2 - - valutazione media: 2,80 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Federica Lamberti Zanardi

La Repubblica

tutta una questione di cellule. Anche il successo cinematografico. Chi sa se lo sanno Ben Stiller e Owen Wilson oramai coppia collaudata a prova di botteghino. II feeling di due attori è basato su cellule e feromoni che si trasmette, come un reazione chimica, al pubblico in sala. E ne decreta il successo. Questa è l’accattivante teoria della Royal Society of Chemistry, la serissima associazione dei chimici britannici, che ha stilato una classifica delle 20 coppie di attori di tutti i tempi che hanno incantato con la loro sintonia il pubbliCo. Sapete chi sono i primi in classifica? Spencer Tracy e Katherine Hepburn, compagni anche nella vita, che hanno lasciato il segno nella storia del cinema con film come La costola di Adamo e Indovina chi viene a cena?.
Ma tornando a Stiller e Wilson la conferma della loro sintonia artIstica è data da un film che più di ogni altro aveva bisogno di una buona alchimia fra i protagonisti. Chi poteva, infatti, portare al cinema la coppia più amata dei telefilm degli anni Settanta? Quei poliziotti che hanno inventato uno stile e anche un modo di andare in auto (ricordate? Si diceva: le sgommate alla Starsky e Hutch). Chi se non Ben Stiller, trentottenne figlio d’arte, specializzato in ruoli da imbranato (Tutti pazzi per Mary, Ti presento i miei, E ora arriva Polly) e Owen Wilson, 35 anni, attore e sceneggiatore fra i più richiesti di Hollywood, figlio di una ricca famiglia texana, amici per la pelle nella vita e già compagni di gag in Zoolander e I Tenenbaurn? Così sono loro a incarnare, trent’anni dopo, i due simpatici detective del dipartimento di Bad City nel film diretto dal giovane Todd Phillips, uscito in primavera in America, che sarà presentato il 18 giugno in anteprima al Festival di Taormina (nei cinema uscirà, invece, il 27 agosto).
«Quando il telefilm andò in onda, io avevo dieci anni, i riccioli neri e sognavo di essere come Starsky», racconta Stiller. «Così quando mi hanno proposto di fare il film non ci ho pensato due volte. Mi sono guardato tutti gli episodi delle vecchie serie. E ho cercato di capire quale era la chimica fra i due poliziotti che li rendeva così speciali». Ecco ci risiamo con la chimica. Devono proprio aver ragione gli scienziati inglesi quando spiegano che il segreto sta nel mescolare un giusto cocktail d’ingredienti per ottenere il risultato migliore, proprio come avviene in una reazione di laboratorio. Un fatto straordinario che nel caso del cinema riesce a conquistare l’attenzione degli spettatori e a coinvolgerli emotivamente. Stiller e Wilson sono al quattordicesimo posto della loro graduatoria. Non male, visto che sono preceduti da abbinamenti stellari come Walter Matthau e Jack Lemmon de La Strana coppia o Paul Newman e Robert Redford di La Stangata. «Sono stato io a proporre Owen per la parte di Hutch e non solo perché era biondo come l’originale. Ma perché tutti e due abbiamo sempre pensato che i veri Starsky e Hutch erano davvero fichi: per questo la serie funzionava. E noi due siamo fichi proprio come loro», ha scherzato Stiller.
Certo che il telefilm, nato nel 1975 sulla rete televisiva americana Abc, creato da William Blinn e andato in onda per cinque anni consecutivi (in Italia debuttò sul secondo canale nel marzo del 1979), è diventato un cult per una generazione. Le avventure dei bruno, pignolo, ordinato David Starsky e del biondo, caotico, un p0’ cialtrone Ken Hutchinson (detto appunto Hutch) hanno inventato un genere che ha fatto nascere molti doni successivi: da Chips a Miami Vice fino al recentissimo XFiles. Tutte serie che hanno basato il loro successo proprio sulla sintonia fra i due protagonisti. Ma Paul Michael Glaser, lo Starsky originale, e il suo compagno David Soul, avevano qualcosa di speclaie. Un qualcosa che i produttori e gli autori dei i film, dal regista allo scenografo al costumista, hanno cercato di conservare intatto.
Così Ben Stiller e Owen Wilson sono davvero molto sImili ai loro predecessorI televisivi: stessi maglioni, collettoni larghi, pantaloni a zampa di elefante. Stessa ironia e stessa sensazione di essere contro l’establishment, tipica degli anni Settanta ma anche molto moderna. «Starsky e Hutch sono stati i primi poliziotti con i capelli lunghi, sempre un po’ al di sopra delle regole», ha spiegato Wilson. «L’America albra era uscita dalla guerra del Vietnam e i due detective avevano l’aria dì chi era solo in parte dentro il sistema ma sotto, sotto lo contestava». Il film, quindi, è un vero e proprio tuffo negli Settanta. Niente a che vedere con le altre trasposizioni cinematografiche di vecchi telefilm televisivi: come Charlie’s Angels tutto effetti speciali o Hulk molto più psicanalitiCo e politicizzato dell’originale con Lou Ferrigno. Nel film di Phillips, invece, non manca nulla di quello che aveva fatto della serie tv un cult.
Nemmeno la mitica Ford Torino rossa a bande bianche. Quell’auto su cui i due poliziotti percorrevano in lungo e largo le strade di Los Angeles annunciando, fra sgommate e testa coda, il loro arrivo ai criminali della città. «Ora lo posso dire: Ben è un pessimo pilota. Non sa guidare nemmeno una bicicletta», si è lasciato sfuggire Owen Wilson. E non manca l’esperto informatore Huggy Bear, qui interpretato dal popolare rapper Snoop Dogg.
Ma il momento che ha davvero commosso tutti, dal crItici americani (non troppo teneri) agli spettatori (30 milioni di dollari di incasso al primo week end) è stato l’apparizione nel film di David Soul e Paul Michael Glaser. Gli attori, ormai sessantenni, in una delle ultime scene regalano ai loro «eredi» una Ford Torino rossa fiammante. La coppia, che non compare nella classifica dei chimici britannici perché sono stati «analizzati» solo film e non telefilm, è stata davvero una delle più affiatate e fortunate délia tv. Ma solo per quel breve periodo: per cinque splendide serie. Dopo il destino non è stato generoso con loro. Soul, vive a Londra in un piccolo monolocale, senza un soldo in tasca, arrangiandosi con piccole parti in spettacoli teatrali, si è sposato quattro volte e ha sei figli. Glaser ha visto morire di Aids (a causa di una trasfusione infetta) la prima moglie Elisabeth Meyer e la figlioletta Ariel, mentre il secondogenito Jake è sieropositivo.
Da Il Venerdì di Repubblica, 11 giugno 2004


di Federica Lamberti Zanardi, 11 giugno 2004

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