Mare dentro |
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Un film di Alejandro Amenábar.
Con Javier Bardem, Belén Rueda, Lola Dueñas, Mabel Rivera, Celso Bugallo.
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Titolo originale Mar adentro.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Spagna 2004.
uscita mercoledì 8 settembre 2004.
MYMONETRO
Mare dentro
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La dignità della vita nella scelta di morire.di UccioliberoFeedback: 626 | altri commenti e recensioni di Ucciolibero |
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venerdì 26 febbraio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel film "Mare dentro" di Amenabar ci tuffiamo nella vita vissuta e nella morte sognata di Ramon (interpretato da una splendido Javier Bardem), soffriamo assieme al protagonista l'immobilità e la sofferenza di chi non può fare nemmeno un passo per abbracciare chi ama. Ci troviamo nella condizione di desiderare la morte di Ramon (che, a sua volta, la desidera con tutte le forze rimaste) e speriamo fino all'ultimo che questo accada nella maniera sognata dai protagonisti. Ci facciamo confondere dalla possibilità di un amore "praticamente impossibile" e accettiamo con liberazione l'atto d'amore finale. Insomma nella dialettica tra vita e morte, tra amore e malattia, tra mobilità e immobilità, sta la chiave di questo riuscito e profondo lungometraggio, in cui tutti i personaggi sono essenziali, necessari, in cui non c'è niente di superfluo o eccessivo, nemmeno le divagazioni oniriche di Ramon. Quei sogni, quei voli immaginati hanno la delicatezza delle farfalle che planano tra gole e canaloni di un paesaggio aspro ma accogliente e arrivano al mare, grembo e conclusione di tutte le avventure, quel mare dove tutto inizia e tutto finisce, quel "mare dentro" che ci da la forza di iniziare, di cambiare, ma anche di morire. Il linguaggio del regista è asciutto (i dialoghi, la trama, i personaggi, non concedono nulla alla pietà né allo stereotipo della malattia invalidante), non c'è mai il tentativo (come spesso accade) di dettare regole che valgano per tutti. Amenabar prova a mettere al centro di tutto la dignità della vita e le scelte di ogni essere umano. Il finale, tragico e meraviglioso, dipinge un mare che continua ad agitarsi dentro di noi e non risolve (perché non può e perché non vuole) il dubbio che, fin dall'inizio, macera le nostre coscienze e i nostri cuori. Lo sguardo perso (forse incosciente) di Julia, la donna a cui Ramon invia la sua ultima poesia, ci fa pensare, ci fa parlare, ma non ci indica nessuna strada. Quella strada, sembra dire Julia, ognuno di noi, se vorrà, dovrà percorrerla da solo. "Buon viaggio, compagno!".
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