Claire è un’adolescente e come tale è in una fase delicata dello sviluppo, che si protende vero l’età adulta con il rischio però di non riuscire a staccarsi dalle figure genitoriali, probabilmente è andata a vivere da sola anche per questo o semplicemente per un desiderio di autonomia che hanno gli adolescenti. Alcuni comportamenti, che potrebbero sembrare patologici, possono essere in realtà una fase di transizione, le risorse dell’io della protagonista l’aiuteranno a superare le iniziali difficoltà. Il film esordisce con l’inquadratura della madre terra, dalla quale tutto ha origine, dalla quale si trae nutrimento per crescere. Claire è una raccoglitrice di cavoli: simbolo infantile dai quali si crede nascano i bambini (forse Claire sta metaforicamente cercando il proprio bambino sotto i cavoli e/o le proprie origini, il proprio sè) oppure vorrebbe tagliare via quell’utero gravido nel quale prende vita il figlio, o semplicemente per utilizzare il ricavato della vendita dei cavoli per potersi acquistare delle pellicce di coniglio con le quali poter coltivare la propria passione “il ricamo”.
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Claire è un’adolescente e come tale è in una fase delicata dello sviluppo, che si protende vero l’età adulta con il rischio però di non riuscire a staccarsi dalle figure genitoriali, probabilmente è andata a vivere da sola anche per questo o semplicemente per un desiderio di autonomia che hanno gli adolescenti. Alcuni comportamenti, che potrebbero sembrare patologici, possono essere in realtà una fase di transizione, le risorse dell’io della protagonista l’aiuteranno a superare le iniziali difficoltà. Il film esordisce con l’inquadratura della madre terra, dalla quale tutto ha origine, dalla quale si trae nutrimento per crescere. Claire è una raccoglitrice di cavoli: simbolo infantile dai quali si crede nascano i bambini (forse Claire sta metaforicamente cercando il proprio bambino sotto i cavoli e/o le proprie origini, il proprio sè) oppure vorrebbe tagliare via quell’utero gravido nel quale prende vita il figlio, o semplicemente per utilizzare il ricavato della vendita dei cavoli per potersi acquistare delle pellicce di coniglio con le quali poter coltivare la propria passione “il ricamo”. Infatti, Claire mira a questo tipo di realizzazione professionale, abbandonare il lavoro di cassiera, sicuramente poco creativo e fonte di non poche conflittualità, in particolare perché aspetta un figlio avuto in segreto col macellaio, quest’ultimo pero’ preferisce pagare Claire pur di sbarazzarsi di questa ingombrante responsabilità. Claire a sua volta sentendosi respinta come ragazza-madre riversa tutta l’aggressività sul futuro nascituro, rifiutandolo: vorrebbe abortire o abbandonarlo in ospedale. Questo rifiuto del suo stato di gravidanza a volte si trasforma in diniego (esce in motorino sotto la pioggia). Altre volte, invece, mente alle sue colleghe dicendo loro che è ammalata di cancro, è ingrassata a causa del cortisone e per questo perde i capelli (in realtà se li strappa). Nel primo sogno: si nota col defluvium una devitalizzazione, dovuta alla difficoltà a staccarsi dalla madre come passaggio dall’adolescenza all’essere donna e madre, oltre che figlia. Posso ipotizzare quindi che Claire non abbia superato il lutto originario. Di conseguenza non si è stutturato un io integro, ne la fiducia di base, ne un investimento oggettuale maturo. Di conseguenza questo problema si ripresenterà in adolescenza.
Dalla ginecologa Claire dimostra una certa ambivalenza; è come se da una parte sembra vergognarsi di partorire dove abita, dall’altra però, incuriosita dal rumore del cuore, le chiede di scrivere il sesso del nascituro sul foglio.
Claire ha una famiglia litigiosa, dove probabilmente è mancata la figura di un padre separante la diade fusionale madre-figlia, il padre è anche colui che dona il pensiero e permette lo sviluppo psicosessuale. Ne risente anche il fratello minore, che non riesce a studiare e si traveste da zucca (una zucca vuota non ha pensieri), il quale cerca rifugio a casa della sorella che funge un po’ da madre. Claire vive da sola in un appartamento freddo e senza il riscaldamento; forse questo stato di cose è paragonabile al suo stato interiore… sembra non desiderare più nulla, è sempre più isolata, anche se ha un’amica alla quale scrive e si confida (anche Madame Melikian scriveva il diario: come un mettere fuori di sè i pensieri per far più chiarezza a sè e al proprio figlio). Al ritorno dell’amica Lucile c’è uno scambio di confidenze sull’avvenuto rapporto sessuale di Claire, ma quando le è richiesto di far vedere la pancia lei nega ancora una volta. Conosce Guillon, anch’egli coinvolto in un doloroso lutto e con un senso di colpa di non essere riuscito a salvare l’amico Iskan, che poi si rivelerà essere il figlio di Madame Melikian (M.M). Guillon ha ancora le escoriazioni sul viso, segno di un trauma da poco avvenuto e che con il superamento dello stesso saranno destinate a scomparire. La madre dei due ragazzi è una donna virile, ordina e fa agire è un continuo “devi”, il padre è un uomo assente e tutt’altro che impegnato a svolgere il ruolo di “minaccia di castrazione” per il figlio Guillon, preferisce piuttosto rifugiarsi a sgusciare le noci. La noce ha un frutto prezioso, che in Claire è marcia (metafora di come sente il suo frutto in grembo, ma anche in rapporto alla forma del gheriglio che sembra essere l’organo del pensiero).
Quando tutto sembra destinato a non essere elaborato Claire si reca da M.M per chiedere un lavoro non in regola (non chiede di avere un ruolo neppure a lei).
L’una si nutre di cavoli l’altra di latte e pane…la donna annusa il latte quasi a interrogarsi del suo essere ancora una buona madre. Il latte è buono!!! M.M si presenta una donna in lutto per il figlio, sembra impassibile, congelata negli affetti e nell’espressione. Le origini sono armene e si può ipotizzare che almeno qualcuno nella sua famiglia abbia subito le persecuzioni naziste, questo potrebbe essere collegato a qualche possibilità di lutto transgenerazionale, che le rende difficile l’elaborazione dl lutto del figlio. Lavora come ricamatrice ma sembra aver perso in creatività, il lavoro non le procura più gioia e probabilmente lo fa per solo per sopravivere: Rachamier diceva che nessuno crea senza associare una parte di diniego a un a certa quantità di lutto.
Quando Claire insistentemente suona alla sua porta si ritrovano due donne in stato di necessità.
Il primo giorno di lavoro M.M. mette alla prova Claire, la quale si accorge che M.M soffe molto (vede che si reca a chiudere la porta della camera dl figlio, come se volesse chiudere col passato doloroso), ma è anche l’unica persona che si accorge che Claire è incinta. Quando lo capisce cambiano anche i suoi sentimenti, che non sono più di distacco e freddezza, è come se si identificasse in Cleir, nella madre che è stata a sua volta; ma l’accoglie anche come figlia. Comincia così a valorizzarla nella persona “hai dei bellissimi capelli è un peccato nasconderli”. Claire invece è alla ricerca di una “madre buona” e si muoverà sul registro dell’imitazione della ricamatrice per apprendere il lavoro di ricamo e identificazione di aspetti della ricamatrice (Claire si sentirà sempre più sicura nel suo lavoro, fino al punto di lavorare autonomamente), questo probabilmente l’aiuteranno anche a integrare in sè quelle parti buone e cattive della “filatrice primordiale” e insieme ad operare un ricamo di parti dell’io di Claire (l’io-pelle che in Claire non è molto integro). Anche il lavoro di M.M dopo aver conosciuto la ragazza sembra migliorare in rapporto alla creatività, infatti quando Claire vede il suo lavoro al telaio sembra immergersi in una costellazione di luci e suoni. Claire è visibilmente stupefatta. Guillon darà il suo contributo nell’elaborazione del lutto andando a prendere la moto incidentata (come riparazione) e facendo dei complimenti a Claire, la quale si scoprirà probabilmente come donna da desiderare. Infatti, per Claire cambia la musica (pop). Invece le cose vanno diversamente per M.M., la quale tenta di superare il lutto dell’amore per il figlio e di riscoprirsi nel ruolo di donna e non solo di madre(mettersi il rossetto rosso colore dell’amore, le calze a rete come donna seduttiva); ma in realtà non sembra esserne capace e tenta il suicidio (suicidosi) assumendo alcuni psicofarmaci. Racamier spiega che la suicidosi ha modalità di relazione, infatti Claire aveva le chiavi della casa di M.M e si ritrova a soccorrerla e a prendersi cura di lei e paradossalmente almeno all’inizio ad essere accusata di averla salvata. Claire si dimostra molto affezionata a M.M e si offende di fronte all’offerta di soldi (non si possono ripagare materialmente gli affetti, forse l’aveva fatto anche con suo figlio?). Ma la musica cambia e lei ritorna (il rock è la forza, la rabbia, l’azione), sembra non arrendersi e le porta dei biscotti e la valigia con il ricambio della biancheria come segno di affetto. In sala d’attesa dell’ospedale M.M. chiede per la prima volta notizie sul figlio a Guillon, verso il quale M.M sembra rivedere il proprio figlio (gli accarezza la mano), ma G. si ritrae come per non voler confondere i ruoli: non è suo figlio e non potrà sostituirlo. Guillon accompagnando Claire si ritrova a sfiorarle i capelli, lei è imbarazzata, ma non turbata, sembra stia nascendo un affetto. Parlando ancora con M.M Claire le confida di sentirsi come un cuculo, che fa le uova nel nido di altri uccelli, scalzando la nidiata vera e ponendosi come parassita e dipendente da una madre adottiva. Ma M.M non la pensa così e la responsabilizza anche sul fatto che non potrà contare sempre sull’appoggio di lei; come una buona madre scherza e ironizza quando Claire strappa inavvertitamente il ricamo, perché si può riparare. Come contrasto si vede la madre di Claire, apprensiva la aspetta sulla soglia di casa, chiederle un bacio e sollecita nell’aiutare la figlia (le asciuga i bicchieri, si preoccupa del posto di lavoro che ha lasciato e le chiede perché non gliene ha parlato). Claire sembra aprirsi a lei, le mostra la pancia ma la madre denega la sua gravidanza.
Nel frattempo il rapporto tra le due ricamatrici si consolida sempre di più, cambiano alcune cose: il tumore da maligno diventa benigno. In Claire compare la gratitudine e il regalo e la vita riprende anche con la preparazione di cibi più elaborati e con l’abbozzo da parte di M.M di una canzone (il mondo non si è fermato mai un momento…). Poi parte per Parigi dove porterà a Delacroax alcuni suoi abiti e una stola ricamata da Claire (quasi per aprirle il futuro). Al ritorno si vede che M.M è visibilmente cambiata: più morbida nell’espressività e nei sentimenti (è felice e soddisfatta), curata nel vestire. Anche Claire sembra accettare la sua maternità e femminilità (guardandosi allo specchio si passa la mano sulla pancia), il desiderio sessuale sembra risvegliarsi, può cominciare a pensare al suo bambino (prende il foglio del sesso del bambino nascosto nel giradischi) e finalmente ha coronato la passione della sua vita: il ricamo. Entrambe le ricamatrici, come abbiamo visto, hanno saputo lavorato all’unisono in un lavoro di riparazione e ricamo dei propri vissuti. Infine Guillon si rivela come colui che spezza la diade madre-figlia. La metafora del pesce è ricollegata a Claire come madre e donna piena di uova, che G. dopo aver pescato rimette in acqua, non per abbandonarla, bensì per ridarle la vita e amarla. Claire sembra essere giunta ad un investimento oggettuale maturo nella consapevolezza che anche lasciandosi ci si può ritrovare.
L’ultimo sogno: compaiono le due madri. Claire ha una bambina in braccio come avvenuto riconoscimento del proprio ruolo di madre e figlia, anche se la madre è sempre presente. Nella realtà farà presente alla madre del suo stato gravidico e insieme a M.M ricamerà un abito rosso con spirali che mi ricordano la simbologia dell’albero della vita: nasce dalla terra per protendersi verso l’alto; il rosso è l’amore che per entrambe le donne ha attraversato la loro vita.
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