Lei mi odia

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Un film di Spike Lee. Con Anthony Mackie, Kerry Washington, Ellen Barkin, Monica Bellucci, Jim Brown.
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Titolo originale She Hate Me. Commedia drammatica, durata 138 min. - USA 2004. uscita venerdì 22 ottobre 2004. MYMONETRO Lei mi odia * 1/2 - - - valutazione media: 1,75 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Natalia Aspesi

La Repubblica

Stanno succedendo in Italia pasticci con inseminazione e fecondazione assistita, scambi di provette, confusioni seminali, figli colorati da genitori scoloriti. Fosse per Spike Lee, un simile disastro non potrebbe capitare: perché infatti la folla di signore ansiose di maternità di Lei mi odia, fuori concorso, diffidando delle tecniche riproduttive come si vede fallaci, ricorrono all'antico e pur sempre simpatico metodo naturale, offerto a gentile pagamento da un sano trentenne.
Nero, il che permetterà anche a Monica Bellucci dalla pelle candida di partorire (nel film ovviamente) due gemelli neri senza stupirsi. Da quasi vent'anni Spike Lee, 47 anni, fa film arrabbiati sulla società americana, però sia lui che i suoi diciotto film sono passati dai ghetti di Brooklyn di Fa la cosa giusta, 1989, ai quartieri alti di Manhattan, dai piccoli reati da pizzeria ai grandi crimini finanziari.
Lei mi odia comincia appunto con un crimine di inside trading tipo Enron in una multinazionale farmaceutica, per poi subire una specie di scambio di provette o di pellicola. Jack (Anthony Mackie), l'elegante vice presidente della società il cui vaccino antiAids non è stato approvato, viene licenziato per aver denunciato i maneggi finanziari dopo aver assistito al suicidio del solito scienziato tedesco (David Bennent, il bimbo-nanetto del memorabile Tamburo di latta di Schlondorff). Di colpo, via i magnifici capi firmati, con giubbotto, berretto e schiena curva, l'impoverito giovanotto non è più nessuno, un nero come tanti: e a questo punto entriamo con un certo sconcerto in un altro film, dal thriller finanziario alla commedia sexy. Irrompono nella bella casa del disoccupato, con le poltrone di Le Corbusier e i quadri di Lucien Freud, due bellissime signore nere, la sua ex fidanzata Fatima (Kerry Washington) e la di lei nuova compagna Alex (Dania Ramirez).
Ricche e molto innamorate l'una dell'altra, gli danno 5000 dollari a testa per essere messe incinte contemporaneamente, cosa che il povero ragazzo, tra un vorticare di giarrettiere nere e tacchi a spillo rossi, fa con un certo entusiasmo. Donna d'affari, Fatima organizza una piccola impresa: ogni sera gli porta un gruppetto di signore, quasi tutte di colore, tutte lesbiche, che ne richiedono i volonterosi servigia prezzi dsempre più alti: dapprima molto carine, poi sempre meno, sino a vere e proprie energumene, che gridando e sbatacchiandolo talvolta con gusto per l'intera notte, lo lasciano esausto malgrado le pillole azzurre che inghiotte a palate.
Dice Lee, berretto rosa, camicia di seta a disegni optical, orecchino di diamante: "Possedere tante donne in una notte, soprattutto quelle indisponibili come le lesbiche, è una tipica fantasia maschile, ma io la ribalto, trasformandola in un incubo, anche per il maschio afroamericano di cui si favoleggia la potenza".
Negli Stati Uniti gran discutere da parte delle lesbiche: "Per fortuna, vuole dire che non sono un gruppo monolitico, come non lo siamo noi neri o voi italiani. Avevo una consulente, Tristan Taormino, scrittrice lesbica, che mi ha fatto conoscere molte coppie di donne gay. Sono stato accusato di aver fatto capire che in fondo anche con un maschio non è male, di non aver tenuto conto che mai una vera lesbica ricorrerebbe a un uomo per avere un figlio, con la libertà d'accesso alle banche del seme che c'è oggi. Ma non mi sembrava molto divertente o spettacolare mostrare delle signore che a gambe per aria vengono inseminate con una siringa".
Anche in Italia sono sempre più numerose le donne lesbiche che diventano madri, evitando la collaborazione di un uomo. La maggior parte va in Olanda, dove qualunque coppia si presenti dichiarandosi sterile può accedere all'inseminazione o alla fecondazione assistita. Monica Bellucci, che nella realtà diventerà mamma il 23 settembre, è la figlia lesbica del solito ricco mafioso italiano incaponito a diventare nonno: diafana lei nella breve parte, irresistibile John Turturro, il boss che disgustato di come il cinema racconta i suoi amici, fa una perfetta imitazione di Brando nel Padrino.
Finale rosa ma impegnativo: Jack mette su famiglia con l'ex fidanzata, la di lei compagna e i due amabili piccini nati dalla sua rimunerata collaborazione: e tutti gli altri diciannove (Jack non ha mai fatto cilecca)? Senza padre, strillano felici con le loro doppie mamme. Spike Lee torna negli Stati Uniti per partecipare alla campagna presidenziale a fianco di John Kerry: "Purtroppo i democratici danno per scontato che i neri votino per loro, invece questa volta devono mettercela tutta. Faccio gli scongiuri perché vincano, anche se sarà solo per un pugno di voti. Un grande aiuto lo sta dando il documentario di Michael Moore, Farenheit 11/9".
E le lesbiche per chi voteranno? "Il vice presidente Cheney le sta ingannando con la storia della figlia gay: chi decide tutto è Bush, che negherà sempre diritti civili come il matrimonio gay. Bush è falso come il biglietto da 3 dollari che appare nei titoli di testa del mio film, con la sua faccia al posto di quella di Washington. Anche questo dettaglio dirà qualcosa a chi è ancora incerto sul voto".
Per i neri comunque, la vita anche quando pare perfetta, è sempre difficile, dice Lee: "Basta niente e finisci in prigione, come capita a Jack, che non viene creduto soprattutto perché lui, pur laureato ad Harvard, resta un nero che ha denunciato un bianco. E per questo ho voluto ricordare nel mio film quel Frank Wills, sorvegliante della sede del partito democratico a Washington, che per primo nel 1972 scoprì il Watergate: era nero, perse il posto, nessuno lo ringraziò né ne ricorda il nome".
Da La Repubblica, 6 settembre 2004)


di Natalia Aspesi, 6 settembre 2004)

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