La fiera delle vanità

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Un film di Mira Nair. Con Reese Witherspoon, James Purefoy, Romola Garai, Jonathan Rhys Meyers.
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Titolo originale Vanity Fair. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 140 min. - Gran Bretagna, USA 2004. uscita venerdì 11 marzo 2005. MYMONETRO La fiera delle vanità * * - - - valutazione media: 2,20 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
alesya domenica 27 giugno 2010
she walks in beauty, like the night Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
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She walks in beauty, like the night/Of cloudless climes and starry skies;/And all that’s best of dark and bright/Meet in her aspect and her eyes:/Thus mellow’d to that tender light/Which heaven to gaudy day denies. (Byron – Vanity fair opening )

A volte il titolo di un film può lasciarci perplessi e sembrarci inadatto al soggetto , ma in questo caso mai titolo è stato più appropriato : ” la fiera della vanità ” è senza ombra di dubbio una pellicola vanitosa in ogni senso nelle sue pretese narrative e nella possente resa visiva : tratto da un romanzo di William Makepeace Thackeray (col quale il cinema ha già avuto modo di familiarizzare grazie a ” Barry Lyndon ” ) il film segue la scalata alla buona società della bella Becky Sharp ( una raggiante Reese Witherspoon al massimo della forma ) , umile figlia di un pittore in miseria e di una ballerina , che dopo una giovinezza trascorsa in una scuola per signorine come domestica all’ombra dell’agiata amica Amelia Sedley (una giovane Romola Garai qui all’inizio della sua carriera ) , riesce proprio con lei a lasciare l ‘ istituto per lavorare come governante presso la famiglia Crawley ; per la ragazza l’occasione di evitare l’angusta occupazione si presenta immediatamente nel ricco e poco avvenente fratello dell’amica , che viene però presto persuaso dalla malalingua di George Osborne (un Jonathan Rhys - Meyers antipatico al punto giusto ) giovane soldato promesso ad Amelia , a ritirare le proprie attenzioni : Becky non si arrende e preparato nuovamente il bagaglio con le sue iniziali inizia una nuova tappa della sua scalata che sembra cambiare definitivamente la sua sorte : dopo essere stata governante presso il bizzarro sir Pitt Crowley , la giovane riuscirà a sposare Rawdon (un James Purefoy eccessivamente paralizzato dalla divisa che indossa ) , affascinante rampollo della famiglia apparente dotato di una solida situazione economica , e con lui si prepara a iniziare una nuova vita di splendori ; ma la battaglia di Waterloo (nella quale Rawdon combatterà e George perderà la vita ) e l’esclusione dal testamento della ricca zia patronessa di Rawdon portano la coppia di nuovo sull’orlo della povertà e spingono Becky verso l’ambiguo appoggio del marchese di Steyne (affascinante e perfetto come sempre Gabryel Byrne ) , che chiederà in cambio del suo appoggio un prezzo troppo alto ; anche quando perderà tutto nuovamente , la giovane troverà comunque la forza di rifare i bagagli e andare avanti . [+]

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topkarol88 giovedì 29 gennaio 2009
una perfetta eplosione di colori Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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“ Vanità, decisamente il mio peccato preferito!” . Prenderò in prestito le parole di Al Pacino per cercare di spiegare come a volte la vanità, il più insidioso dei sette peccati capitali, riesca facilmente a manipolare le vite delle persone. Rebecca Sharp, interpretata dalla bellissima Reese Witherspoon, rimasta troppo presto orfana di entrambi i genitori e senza un posto dove vivere, verrà assunta presso un collegio femminile dove, lavorando come domestica, acquisirà un’ istruzione e una dose di arrivismo tali da permetterle, appena terminati gli studi, di iniziare la sua grande ascesa sociale. Lasciata la scuola con Amelia Sedley, nel film Romola Garai, nobile per nascita nonché sua migliore amica, la piccola Becky capirà da subito cosa vuol dire vivere da istitutrice cercando inutilmente di farsi rispettare da un mondo di nobili che giudica le persone solo in base al lignaggio. [+]

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maryluu mercoledì 5 marzo 2008
l'ascesa sociale di un'orfana istitutrice Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Questo film, tipicamente ottocentesco, rispecchia in pieno i miei gusti personali e la mia ammirazione per quel mondo. L'elemento principale è l'ascesa sociale di un' orfana istitutrice, che sogna di diventare nobile e che disposta a tutto, finirà col perdere di vista le cose importanti della vita, scendendo a bassi compromessi. Colta, affascinante ed elegante spingerà molti uomini a cercare la sua attenzione. E sfrutterà chiunque si ponga sulla sua via. Molto profondo l'amore che Rawdon Crawley, ufficiale dell'esercito, proverà nei suoi confronti, che lo spingerà a rinunciare a tutto per lei, anche alla ricca eredità di una vecchia zia. Il suo amore si contrappone all'eterno opportunismo di Becky Sharp. [+]

[+] complimenti ancora (di andrea)
[+] film tipicamente ottocentesco (di rosso werner)
[+] per maryluu (di lilli)
[+] salve a tutti (di reiver)
[+] x tutti (di maryluu)
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andrea giostra domenica 16 dicembre 2012
la caducità della vanita'. Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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 Vanity Fair (2004)
Quella del 2004 è la seconda versione del film tratto dall’omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray. La prima, del 1923, in versione muto e bianco e nero, è con la regia e scenografia di Hugo Ballin.
La versione del 2004 di Mira Nair, “specializzata” nel valorizzare e raccontare la sua bellissima terra, l’India, che nel 2001 con il film “Monsoon Wedding” la consacra a livello internazionale con il meritato Leone d’Oro alla 58^ Mostra del Cinema di Venezia, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore sulla caducità e futilità della vanità.
Reese Witherspoon è bravissima nell’interpretare il difficilissimo ruolo di protagonista della famosissima Becky Sharp di quello che è stato definito il più bel romanzo dell’ottocento colonialista inglese, capolavoro di Thackeray, pubblicato in Inghilterra nel 1846. [+]

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La fiera delle vanità | Indice

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