burton99
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domenica 27 febbraio 2011
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quando si dice capolavoro
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Io attribuisco a questo film cinque stelle, in quanto in questo film c'è la sensazione di stare per tutta la sua (lunga) durata davanti allo schermo, senza mai staccare gli occhi da esso. Undici oscar se li è ampiamente meritati. Peter Jackson è un grande regista, il regista che ha sfornato la più grande trilogia di tutti i tempi, e anche il più grande epilogo di tutti i tempi.
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peppe97
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domenica 13 febbraio 2011
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una pellicola "...ma non come il seguente"
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Per chi non capisce il significato del titolo,può scoprirlo andando a leggere il mio commento sul film "Titanic".
Dopo aver fatto ciò posso continuare il commento precedebte dicendo che,è vero,Titanic può essere inimitabile e irripetibile,ma a differenza dell'ultimo capitolo tratto da Tolkien,è meno "coinvolgente e sorprendente":Titanic possiede dei caratteri storici ed emozioanti;quest'ultimo,invece,oltre a possdere i suoi aspetti è munito di fantasia,sorpresa e originalità che,a mio parere,nessun regista potrà riproporre,a prescindere dai premi che potrà ottenere.
Visto che questi due film sono "classici" vi consiglio con tutto il mio"cuore" di vederli senza dimenticare un altro film che è simile a questi ultimi:Il Padrino.
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Per chi non capisce il significato del titolo,può scoprirlo andando a leggere il mio commento sul film "Titanic".
Dopo aver fatto ciò posso continuare il commento precedebte dicendo che,è vero,Titanic può essere inimitabile e irripetibile,ma a differenza dell'ultimo capitolo tratto da Tolkien,è meno "coinvolgente e sorprendente":Titanic possiede dei caratteri storici ed emozioanti;quest'ultimo,invece,oltre a possdere i suoi aspetti è munito di fantasia,sorpresa e originalità che,a mio parere,nessun regista potrà riproporre,a prescindere dai premi che potrà ottenere.
Visto che questi due film sono "classici" vi consiglio con tutto il mio"cuore" di vederli senza dimenticare un altro film che è simile a questi ultimi:Il Padrino.
Credo che questi ultimi tre film possono essere paragonati a sinonimi di CINEMA,PREMI OSCAR e ORIGINALITA'!
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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un capolavoro
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Si conclude dopo sei anni di lavorazione la trilogia dedicata al Signore degli Anelli. E Peter Jackson firma quello che è probabilmente il suo capolavoro, dirigendo con una maestria acquisita in quattro anni d’attività (quelli necessari a realizzare i precedenti due capitoli), che sfocia qui in una delle più straordinarie e perfette rappresentazioni di un mondo mitologico. Jackson ha creato un crescendo d’emozioni che non si smorzano mai lungo tutto il film. Assolutamente straordinario l’arrivo di Gandalf a Minas Tirith o l’accensione dei fuochi di segnalazione che svettano sulle più alte cime delle montagne, oltre le nuvole, perfetta metafora della fratellanza umana nel momento del bisogno; la preparazione alla guerra dell’esercito di Sauron nella Torre Nera e, naturalmente, la battaglia dei cavalieri di Rohan capeggiati da Re Thèoden che falciano, letteralmente, l’armata degli orchi.
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Si conclude dopo sei anni di lavorazione la trilogia dedicata al Signore degli Anelli. E Peter Jackson firma quello che è probabilmente il suo capolavoro, dirigendo con una maestria acquisita in quattro anni d’attività (quelli necessari a realizzare i precedenti due capitoli), che sfocia qui in una delle più straordinarie e perfette rappresentazioni di un mondo mitologico. Jackson ha creato un crescendo d’emozioni che non si smorzano mai lungo tutto il film. Assolutamente straordinario l’arrivo di Gandalf a Minas Tirith o l’accensione dei fuochi di segnalazione che svettano sulle più alte cime delle montagne, oltre le nuvole, perfetta metafora della fratellanza umana nel momento del bisogno; la preparazione alla guerra dell’esercito di Sauron nella Torre Nera e, naturalmente, la battaglia dei cavalieri di Rohan capeggiati da Re Thèoden che falciano, letteralmente, l’armata degli orchi. Ma la cosa che più sorprende è che, nonostante le tre ore e venti di durata, si senta a tratti la necessità da parte di alcune scene di un maggior e più ampio respiro, perché a volte si ha la sensazione che il film corra troppo e che alcuni tra i protagonisti compiano un percorso evolutivo di cui viene mostrato allo spettatore solo lo stato iniziale e quello finale, suscitando qualche dubbio. Per il resto Jackson si districa magistralmente nei meandri di una storia che mescola alla perfezione strepitose ed epiche battaglie con i più profondi sentimenti umani d’amore, odio, fratellanza e solidarietà. La sceneggiatura, firmata dallo stesso regista con la moglie Fran Walsh e con Philippa Boynes, tocca a tratti livelli d’altissimo cinema e con richiami ad un’atmosfera teatrale degni delle migliori trasposizioni scespiriane (il sacrificio di Faramir ad opera del padre che si cosparge d’olio per essere bruciato vivo assieme al figlio è assolutamente strepitoso!). Tuttavia i fedelissimi seguaci del libro di Tolkien avranno di che lamentarsi, dato che moltissime sequenze mancano del tutto o intraprendono una strada completamente diversa: se però ad esempio non si sente la mancanza di un nuovo scontro tra Gandalf e Saruman, cosa che nel libro invece c’è ma che nel film avrebbe distolto troppo l’attenzione e spodestato la sovranità del vero protagonista cattivo (Sauron), non si riesce proprio a comprendere perché una storia di tale potenza e coinvolgimento emotivo possa sfociare in una molteplicità quasi infinita di finali tanto da toccare, aimè, il ridicolo involontario di alcune scene. Infatti, nonostante tutti i tagli, il regista sembra aver voluto tenere con tenacia una parte finale di quasi venti minuti per mostrare i destini dei vari componenti della compagnia, senza però riuscire a celare completamente il vero scopo di alcune scene, del tutto auto celebrative, in cui i protagonisti entrano in una stanza ad uno ad uno, come per ricevere un applauso finale quando ancora ci sono quindici minuti buoni di film! A dimostrazione di ciò, il fatto che manchi il finale con Saruman che vaga per i boschi della Contea e quello tra Gimli e Legolas.
Qualche incongruenza di sceneggiatura, ma molte delle scelte fatte risultano azzeccate: la cantata di Pipino mentre Faramir va verso una morte certa (anche se lo sciagurato doppiaggio italiano ha completamente rovinato la scena), o il bacio in fronte di Frodo a Sam come addio; e altre meno: mostrare Aragorn che canta alla sua incoronazione (bastava la sua voce off). Gli interpreti sono tutti eccellenti: se Sean Astin ha avuto un’evoluzione sorprendente (la sua interpretazione è migliorata a vista d’occhio da film a film), convince meno proprio il protagonista Mortensen, penalizzato forse dalla mancanza di alcune scene che affinino il suo personaggio. Sorprendente invece l’interpretazione di John Noble nel ruolo di Denethor, perfetto nella sua ascesa alla pazzia, e assolutamente grandioso (come sempre) McKellen che meriterebbe l’Oscar solo per il primo piano del suo viso straziato dal dolore e con gli occhi ricolmi di lacrime, mentre immagina di aver perso Sam e Frodo. Tutti gli altri, a cominciare da Wood, se la cavano egregiamente, anche se una menzione speciale va fatta per Mirando Otto, col dubbio però che sia il suo personaggio di eroina a destare risalto più che la sua interpretazione. Niente di speciale invece ha da offrire Liv Tyler, un po’ insipida nel ruolo di Arwen e Serkis per la prima volta con la sua faccia, interpreta Smèagol nel prologo iniziale. Non vivono di rendita gli effetti speciali, curati dalla Weta, assolutamente sorprendenti che, pur mostrando un progresso (basta confrontare il primo piano di Gollum ad inizio film, con quelli del secondo), non si discostano dai toni dei precedenti due episodi: ma le miniature sono assolutamente perfette, vedi Minas Tirith, e gli effetti sonori veramente strepitosi, come quelli della colonna d’energia scaturita dalla Torre Nera. Perfetta anche la fotografia di Andrei Lesnie, che se aveva destato qualche sospetto nel secondo film, qui non ci fa accorgere della distinzione tra miniature e realtà, e riesce a riprendere i personaggi alla perfezione nel contesto in cui si trovano. Come l’epico Ben Hur di Wyler nel 1960 e l’inaffondabile Titanic di Cameron, questo terzo grandioso capitolo finale di un’altrettanto grandiosa trilogia, raccoglie la preziosa eredità degli 11 premi oscar confermandosi il terzo miglior film della storia del cinema. Meravigliosa come sempre la colonna sonora di Howard Shore, uno dei pilastri portanti del film, più liricheggiante che mai e capace di missare perfettamente tutti i temi d’accompagnamento principali dei vari popoli e con un nuovo motivo, quello degli uomini, assolutamente eroico e trionfale.
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seba90
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mercoledì 11 agosto 2010
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lacrime
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dttah
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giovedì 29 luglio 2010
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la speranza... divampa!
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Non c'è orco,occhio o nazgul che possano negare la riuscita di questo capolavoro, un film che ci catapulta instantaneamente in un mondo a metà tra realtà ed immaginazione, tra male e bene, una pellicola che ci spedisce nella terra di mezzo, un luogo pervaso dall'odio e dall'avidità, ma che conserva nelle sue radici amore e pace. La sceneggiatura, l'interpretazione, la scelta dei personaggi e dei movimenti, tutto è assolutamente perfetto, un'armonia di musiche e immagini che ci regalano un campione di incassi e visioni.
L'assoluta riuscita di questo film sta nel regalare allo spettatore la facoltà di immaginare, è questa la chiave di Volta nel racconto tolkeniano, si lascia spazio alla speranza, all'immaginazione, alla fantasia, non è una semplice storia fina se stessa, è un mondo che continua a vivere nella mente di chi ha potuto assisterne al suo sviluppo.
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Non c'è orco,occhio o nazgul che possano negare la riuscita di questo capolavoro, un film che ci catapulta instantaneamente in un mondo a metà tra realtà ed immaginazione, tra male e bene, una pellicola che ci spedisce nella terra di mezzo, un luogo pervaso dall'odio e dall'avidità, ma che conserva nelle sue radici amore e pace. La sceneggiatura, l'interpretazione, la scelta dei personaggi e dei movimenti, tutto è assolutamente perfetto, un'armonia di musiche e immagini che ci regalano un campione di incassi e visioni.
L'assoluta riuscita di questo film sta nel regalare allo spettatore la facoltà di immaginare, è questa la chiave di Volta nel racconto tolkeniano, si lascia spazio alla speranza, all'immaginazione, alla fantasia, non è una semplice storia fina se stessa, è un mondo che continua a vivere nella mente di chi ha potuto assisterne al suo sviluppo. L'immensa metafora dietro al capolavoro di Jackson non è distruttiva, anzi, è propositiva ed è questo il messaggio che il regista (e lo scrittore) vogliono mandarci, un messaggio di speranza, di trionfo del bene, di ambizione, di fede nel proprio obbiettivo. Non c'è utopia ne "Il signore degli anelli", non sarà difficile scorgere le lunghe distese della contea, gli infiniti mari occidentali, le verdi paludi degli Ent, il volo delle enormi acquile. E' sufficiente chiudere gli occhi e lasciar crescere quel piccolo Hobbit dentro di noi.
La scelta dei colori e degli ossimori è eccezionale. Il mondo di Sauron è illuminato unicamente dalle fiamme proveniente dalle fornaci, le tenebre ed il male sono avvolte intorno ad esso.
L'acqua insieme alla luce del sole,invece, sono il simbolo della natura, della purezza e della salvezza della razza umana.
Anche quì, suggerisce Gandalf, divampano fiamme: di speranza.
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tekken
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martedì 29 giugno 2010
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the lord of the rings
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Nonostante l'operazione di indubbia difficoltà, Peter Jackson è riuscito a realizzare una trasposizione quasi perfetta di quello che è, a mio parere, il più bel romanzo fantasy di tutti i tempi, regalandoci un'opera senza precedenti. Una regia straordinaria, accompagnata da effetti speciali, scenografia, fotografia e colonna sonora fantastiche, hanno fatto del film, e dell'intera trilogia, un capolavoro del genere fantasy. Da elogiare sono anche i membri del cast, perfetti nei loro ruoli, fra tutti Ian McKellen, Viggo Mortensen ma anche attori meno conosciuti come Sean Astin o David Wenham, che grazie alla loro partecipazione nella trilogia hanno ottenuto la fama internazionale. Le parti migliori del film sono, senza dubbio, le scene di battaglia, veramente epiche ed entusiasmanti.
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Nonostante l'operazione di indubbia difficoltà, Peter Jackson è riuscito a realizzare una trasposizione quasi perfetta di quello che è, a mio parere, il più bel romanzo fantasy di tutti i tempi, regalandoci un'opera senza precedenti. Una regia straordinaria, accompagnata da effetti speciali, scenografia, fotografia e colonna sonora fantastiche, hanno fatto del film, e dell'intera trilogia, un capolavoro del genere fantasy. Da elogiare sono anche i membri del cast, perfetti nei loro ruoli, fra tutti Ian McKellen, Viggo Mortensen ma anche attori meno conosciuti come Sean Astin o David Wenham, che grazie alla loro partecipazione nella trilogia hanno ottenuto la fama internazionale. Le parti migliori del film sono, senza dubbio, le scene di battaglia, veramente epiche ed entusiasmanti. Almeno per me, è impossibile, nonostante gli oltre 200 minuti, stancarsi di rivedere questa pellicola che rimarrà di certo nella storia del cinema.
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g. romagna
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venerdì 16 aprile 2010
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il ritorno del re
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La via indicata da Gollum conduce effettivamente a Morgor, ma le insidie che presenta sono tali per cui nessuno è riuscito a percorrerla interamente senza perire prima. Frodo, soggetto sempre più alla cupidigia connessa al possesso dell’anello, è preda degli inganni di Gollum, di cui è vittima, alla fine dei giochi, Sam. Costui però, tenace e coraggioso fino all’ultimo, rimane fedele al suo compagno d’impresa, ed il suo ruolo si rivelerà determinante. Nel mentre, le truppe di Sauron, dopo la sconfitta rimediata al Fosso di Helm, si preparano all’ultima e decisiva battaglia: l’obiettivo è conquistare Gondor. In sua difesa accorrono tutti i membri del regno di Rohan e delle terre vicine, ma non sono ancora sufficienti.
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La via indicata da Gollum conduce effettivamente a Morgor, ma le insidie che presenta sono tali per cui nessuno è riuscito a percorrerla interamente senza perire prima. Frodo, soggetto sempre più alla cupidigia connessa al possesso dell’anello, è preda degli inganni di Gollum, di cui è vittima, alla fine dei giochi, Sam. Costui però, tenace e coraggioso fino all’ultimo, rimane fedele al suo compagno d’impresa, ed il suo ruolo si rivelerà determinante. Nel mentre, le truppe di Sauron, dopo la sconfitta rimediata al Fosso di Helm, si preparano all’ultima e decisiva battaglia: l’obiettivo è conquistare Gondor. In sua difesa accorrono tutti i membri del regno di Rohan e delle terre vicine, ma non sono ancora sufficienti. Aragorn, legittimo erede del regno sotto attacco, assieme ai fedeli Gimli e Legolas, conscio dell’importanza capitale dello scontro, riuscirà allora a schierare dalla sua parte persino quei soldati morti che, millenni prima, erano stati maledetti dal suo avo Isildur, la cui maledizione poteva essere sciolta solamente da un discendente. Rimane poi da distruggere l’anello, superando l’occhio supervisore di Sauron e la ritrosia, via via sempre più forte, di Frodo… Un ultimo episodio dai connotati esaltanti ed avvincenti quanto i predecessori. Tirando le somme, non si può che togliersi il cappello di fronte al lavoro sfornato da Peter Jackson (ripeto: non di sole magie del budget si tratta), che in circa nove ore complessive di proiezione ha saputo dare forma ad un’opera capace di legare allo schermo, nella spasmodica attesa di conoscerne il finale, anche coloro che – come il sottoscritto – non sono assolutamente appassionati del genere. Persino le interpretazioni giocano il loro ruolo: di qualità, tra le altre, quelle di Viggo Mortensen (Aragorn) e, soprattutto, Ian McKellen (Gandalf), lucide e carismatiche tanto quanto l’epicità della vicenda richiedeva. Non molto felice tuttavia la scelta di Elijah Wood nel ruolo di Frodo, piuttosto freddo ed inespressivo. Giungere al termine di una saga del genere lascia dentro una certa soddisfazione per l’esservi stati – come spettatori – partecipi, nonché l’intima convinzione, una volta di più, che sia un bene che ogni tanto il grande cinema sia anche questo: pura azione e, soprattutto, emozione. Un lavoro che sarà, certamente e giustamente, ricordato negli anni.
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keanu
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mercoledì 10 marzo 2010
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capolavoro !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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CAPOLAVORO ASSOLUTO DEL CINEMA ... ... ...
UN FILM CHE RESTERA' NELLA STORIA !!!
UN KOLOSSAL DEL FANTASY/AVVENTURA. UN FILM PERFETTO DALLA SCENEGGIATURA ALLA COLONNA SONORA, DAGLI EFFETTI SPECIALI AL MONTAGGIO, DAL SUONO ALLA SCENOGRAFIA !!!
BELLISSIMO, NON MI STUFERO' MAI DI GUARDARLO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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paolo-42
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giovedì 4 marzo 2010
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allora...
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Lo trovo il più noioso della trilogia. Più di tre ore di noia.
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(di paolo-42)
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(di paolo-42)
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(di sawclaudio)
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mister_wnb
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domenica 14 febbraio 2010
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in una parola...
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