antonella
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martedì 31 ottobre 2006
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io non ho paura
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C’era una volta un paese del Sud baciato dal sole e le cui messi biondeggiavano sotto un immenso cielo blu, appena striato da bianche nuvole.C’era un bambino di dieci anni, bruno di capelli e di carnagione, dal profilo fiero e sicuro.Vicino al paese, lì dove le spighe sono più bionde che mai, dove sono più fitte, quasi impenetrabili, c’era una casa abbandonata. Accanto alla caasa diruta c’era un buco, nero e profondo come la più cupa disperazione. Dentro al buco c’era un bambino, biondo e spaventato come una bestiola ferita. Il bambino era cieco dalla paura e per la luce alla quale non era più abituato. Lo avevano gettato lì degli esseri che sembravano persone perchè avevano le fattezze degli umani, assomiglaivano così tanto ş mamma e papà.
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C’era una volta un paese del Sud baciato dal sole e le cui messi biondeggiavano sotto un immenso cielo blu, appena striato da bianche nuvole.C’era un bambino di dieci anni, bruno di capelli e di carnagione, dal profilo fiero e sicuro.Vicino al paese, lì dove le spighe sono più bionde che mai, dove sono più fitte, quasi impenetrabili, c’era una casa abbandonata. Accanto alla caasa diruta c’era un buco, nero e profondo come la più cupa disperazione. Dentro al buco c’era un bambino, biondo e spaventato come una bestiola ferita. Il bambino era cieco dalla paura e per la luce alla quale non era più abituato. Lo avevano gettato lì degli esseri che sembravano persone perchè avevano le fattezze degli umani, assomiglaivano così tanto ş mamma e papà. Ma dietro il loro sguardo dolce, dietro i loro gesti affettuosi, nascondendo un’anima nera come quel del pozzo scavato nella terra. Non erano uomini, erano orchi. L’ultimo film di Gabriele Salvatores, tratto dall’omonimo roamnzo di Niccolò Ammaniti – anche sceneggiatore – è un film attualisimo perchè parla dellì’infanzia violata, dei difficili rapporti familiari, della cieca cupidigia che non si fema di fronte ş niente e nessuno. Il regista ci racconta la storia con una narrazione fluida che procede senza scossoni, scandita delle frequenti dissolvente al nero e delle riprese con la steadycam che sfiora i lucenti campi di grano. Giuseppe Cristiano, nelle parti di Michele il protagonista, regge bene la difficile prova mostrando qualità che con l’avanzare del film si apprezzano ş piano.
Un’eccessiva lunghezza ed una scarsa dinamicità delle scene più concite rendono l’opera ş tratti un po paesante. Cosi come convince poco il personaggio interpretati da Diego Abatantuono – peraltro ottima la sua prova -, troppo simile ai personaggi divertenti e scanzonati dei precedenti film di Salvatores da risulatare poco credibile come capo di una banda di malviventi.
Comunque, “Io non ho paura “ rimane un film valido e molto interessante, da vedere per assistere al finale avvincente della partita tra Orchi contro Angeli.
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[+] ottima recensione
(di anonimo131965)
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andrea
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sabato 19 agosto 2006
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grandioso
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Un ottimo film: Salvatores capisce che per fare un film decente coi bambini non bisogna solo farli piangere o ridere, ma bisogna che creino nello spettatore una sorta di alter ego.
I bimbi sono perfetti da fabio tetta che riesce perfettamente a far odiare il teschio, a Di Pierro che è bravissimo nella parte del bambino impaurito, Abatantuono è un grande con quell'aria da arrogante che piglieresti a schiaffi da mattina a sera
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kiara#14
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martedì 13 giugno 2006
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io non ho paura
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secondo me è stato un ottimo film ,soprattutto come recitava il raggazzo che impersonava Michele
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perfidosa 94
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domenica 23 aprile 2006
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beeeeee
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Questo film è molto bello e consiglierei a tutti di vedere!!! però c'è da dire una cosa cioè è molto meglio il libro perchè leggendo il libro si capiscono bene le emozioni che prova il protagonista e poi alcuni pezzi nel libro sono molto più approfonditi e molto più BELLI!!!! quindi vi consiglierei di vedere il film!!! ma anche di leggere il libro che è ancora più bello!!!!!Ciaoo!!!!! by La meyo!!!!!! Giorgia
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roby
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giovedì 20 aprile 2006
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un ottimo film...
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questo film è troppo ma troppo bello....complimenti...le scene colpiscono moltissimo....ah giuseppe cristiano (michele)è stato veramente bravo...:-) un bacio ciao ciao
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cineofilo92
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giovedì 6 aprile 2006
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dramma all'italiana
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Campi di gramo fanno sfondo a questa delicata trama, originale e fuori dal comune, estremamente centrata sui problemi dell'infanzia e dei supplizzi dei sequestri di bambini degli ultimi decenni. C'è sempre Abatantuomo, ma questo non intacca la sceneggiatura, intensa e difficile da comprendere.
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bezdomny
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martedì 22 marzo 2005
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sacrificio
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Un impegnativo esercizio di equilibrismo compositivo eseguito maldestramente. Salvatores tenta di proiettare la vicenda evolutiva del decenne Michele in una dimensione fortemente chiaroscurale, ma la modulazione delle tonalità, l'alternanza di temi e suggestioni, sfondi e primi piani risulta forzata e schematica. La triangolazione tra avventura di scoperta preadolescenziale, gangster movie rustico e racconto dark per bambini è condotta in modo assai rigido e spigoloso, e a risentirne è il disegno complessivo del film, principiato a mano libera e ultimato col normografo. Se la prima parte - assolata e biondeggiante - è infatti dedicata all'irrequieta esuberanza delle prove preadolescenziali, la seconda - plumbea ed autunnale - carambola tra improbabili baruffe malavitose e tetraggini vistosamente posticce.
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Un impegnativo esercizio di equilibrismo compositivo eseguito maldestramente. Salvatores tenta di proiettare la vicenda evolutiva del decenne Michele in una dimensione fortemente chiaroscurale, ma la modulazione delle tonalità, l'alternanza di temi e suggestioni, sfondi e primi piani risulta forzata e schematica. La triangolazione tra avventura di scoperta preadolescenziale, gangster movie rustico e racconto dark per bambini è condotta in modo assai rigido e spigoloso, e a risentirne è il disegno complessivo del film, principiato a mano libera e ultimato col normografo. Se la prima parte - assolata e biondeggiante - è infatti dedicata all'irrequieta esuberanza delle prove preadolescenziali, la seconda - plumbea ed autunnale - carambola tra improbabili baruffe malavitose e tetraggini vistosamente posticce. Il baricentro di questo instabile triangolo è fissato da Salvatores nel corpo e negli occhi del piccolo Michele, che, ovviamente, non è in grado di portare sulle spalle il peso dell'intero film. La sua esile figura è letteralmente consumata dalle innumerevoli inquadrature che non gli danno tregua ed il suo sguardo spaurito è implacabilmente logorato dalle soggettive che è costretto a sopportare. E' essere oggetto o soggetto di sguardo filmico a corrompere, non l'esperienza o l'avvicinamento al mondo degli adulti. In questo senso il ralenti finale - orrendamente estetizzante - costituisce l'estremo e paradossale tentativo di bloccare, di sospendere il processo corruttivo della visione filmica. Il sacrificio è eminentemente cinematografico.
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[+] grande
(di kal-el)
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[+] sei ridicolo
(di kronos)
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elena m.
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martedì 22 marzo 2005
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maestro
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Salvadores, un maestro delle immagini!
Non è un vero e proprio film ma sono delle fotografie che raccontano una storia, prima di essere un regista, è un grande fotografo! Tutto è stato scelto al millimetro, calcolato e ricalcolato ma soprattutto fatto con gran passione (e a parer mio se non c'è quella è meglio non far niente)!
Non c'è altro da dire che...un maestro!
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filothetitan
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martedì 18 gennaio 2005
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io non ho paura
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Dopo aver letto il libro, sono stato un po' deluso da alcune imprecisioni riguardanti lo svolgimento della storia nel film.
comunque sia,il film, riesce a trasmettere tutte le emozioni che il piccolo protagonista, michele, prova durante la sua avventura.
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tommaso
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martedì 18 gennaio 2005
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molto bello e intrigante
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Il film mi è piaciuto molto però in alcune parti e incoerente con il libro e forse ho meso quattro stelline perchè forse sapevo già cosa aspettarmi e se non avessi letto il libro avrei dato anche cinque stelline.
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