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gio 88
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domenica 16 marzo 2008
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fame chimica uno dei migliori film del cinema ital
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Ho visto il vostro film e mi è piaciuto molto.La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che non è la solita commedia del cazzo, questo è un film che riflette la realtà di tutti i giorni. Un lavoro faticoso e poco gratificante, i ragazzi che ammazzano le giornate tra una canna e l'altra, i problemi con gli immigrati e la voglia di lasciarsi tutto alle spalle nel tentativo di realizzare qualcosa di concreto. Opportunità che la società di oggi ancora non offre. E poi c'e la partecipazione di zulu il cantante dei 99posse. Io stesso mi sono ritrovato in questo film.Spero che ci sarà una continuazione, ciao a tutti.
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paolo
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sabato 23 febbraio 2008
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di sinistra?
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Il film forse vorrebbe essere di sinistra, ma il finale è molto conformista!
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reiver
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giovedì 9 agosto 2007
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non male
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Nonostante qualche incongruenza e leggerezza,il film complessivamente non mi è dispiaciuto.La sua parte migliore è sicuramente l'efficace descrizione della periferia degradata di una grande città ,del sentimento di amicizia che lega i protagonisti,del senso di vuoto e sgomento di chi si appresta a diventare adulto ma non ha nessuna certezza alle sue spalle.
Il punto di vista è quello di un ventenne,ed è per questo che il mondo delle persone "mature" (genitori,datori di lavoro,abitanti del quartiere,poliziotti) è rappresentato in termini abbastanza sommari,senza particolari approfondimenti:è questa la pecca più consistente della pellicola.Per concludere,un complimento a Valeria Solarino:brava e bellissima ,anche col piercing al labbro,che a me non piace.
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Nonostante qualche incongruenza e leggerezza,il film complessivamente non mi è dispiaciuto.La sua parte migliore è sicuramente l'efficace descrizione della periferia degradata di una grande città ,del sentimento di amicizia che lega i protagonisti,del senso di vuoto e sgomento di chi si appresta a diventare adulto ma non ha nessuna certezza alle sue spalle.
Il punto di vista è quello di un ventenne,ed è per questo che il mondo delle persone "mature" (genitori,datori di lavoro,abitanti del quartiere,poliziotti) è rappresentato in termini abbastanza sommari,senza particolari approfondimenti:è questa la pecca più consistente della pellicola.Per concludere,un complimento a Valeria Solarino:brava e bellissima ,anche col piercing al labbro,che a me non piace.
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cassandra
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domenica 17 giugno 2007
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assolutamente da vedere
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Mi ci sono imbattuta anch'io per caso e ne sono stata subito rapita. Alla base di questo film c'è la realta ,non edulcorata, delle periferie. Non sembra nemmeno un film italiano tanto è veloce,girato bene,a tratti amaro ma anche ironico . bello bello bello. lo consiglio
p.s. complimeni all'attore (non professionista) matteo gianoli, strepitoso!
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ale
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domenica 6 maggio 2007
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il coraggio di descrivere la realtà
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Niente da dire, era da tempo che non vedevo un film del genere: che non si preoccupa di creare un grande cast, ma che si affida a piccoli attori (che per'altro sono perfetti in tutti i loro ruoli) per raccontare una vicenda che potrebbe essere comune a molte città italiane. La droga è protagonista, e porta con sè un insoddisfazione di fondo e un mal di vivere non facili da descrivere, senza scadere nei luoghi comuni. E la forza del film sta proprio qua: non avere grandi pretese e proporsi semplicemente di raccontare la realtà nella maniera più concreta possibile.
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massaro
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venerdì 5 gennaio 2007
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ble film in milano
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Bel film spettacolare! e stato girato su pellicola in modo da far riasaltare la qualità!! cioò vuol dire anche piu spesa. Conosco di persona Antonio Boccola (regista) e veramente una brava persona e spero che in futuro faccia molto successo vai Antoniooooo
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piero
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giovedì 15 giugno 2006
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la fame insaziabile di chi vive in periferia
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Ci sono film, o meglio ci sono storie raccontate nei film che possono essere racchiuse nel testo di una canzone. E' il caso di "Fame chimica” degli esordienti Antonio Bocola e Paolo Vari.
“Brucia sulla faccia il bisogno di ciò che non hai / Fame chimica, fame che non sazierai mai”, canta in apertura Luca “Zulù” Persico, già 99 Posse ora Al Mukawama, una sorta di coro greco che commenta l’assurda battaglia degli ultimi contro gli ultimi arrivati, per il controllo di una piazza inesistente (“Yuri Gagarin”), al centro di una periferia dove il niente è fin troppo esistente.
Tutto intorno la cornice di una fame “chimica”, non reale ma indotta dai modelli sociali dominanti, che spinge a voler possedere ad ogni costo una messe di beni e servizi superflui, il cui consumo attesta l’appartenenza al club di “coloro che ce l’hanno fatta”.
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Ci sono film, o meglio ci sono storie raccontate nei film che possono essere racchiuse nel testo di una canzone. E' il caso di "Fame chimica” degli esordienti Antonio Bocola e Paolo Vari.
“Brucia sulla faccia il bisogno di ciò che non hai / Fame chimica, fame che non sazierai mai”, canta in apertura Luca “Zulù” Persico, già 99 Posse ora Al Mukawama, una sorta di coro greco che commenta l’assurda battaglia degli ultimi contro gli ultimi arrivati, per il controllo di una piazza inesistente (“Yuri Gagarin”), al centro di una periferia dove il niente è fin troppo esistente.
Tutto intorno la cornice di una fame “chimica”, non reale ma indotta dai modelli sociali dominanti, che spinge a voler possedere ad ogni costo una messe di beni e servizi superflui, il cui consumo attesta l’appartenenza al club di “coloro che ce l’hanno fatta”.
All’interno di questa cornice c’è posto per la storia di amicizia e amore tra Claudio (Marco Foschi, solida formazione teatrale), Manuel (Matteo Gianoli, una rivelazione) e Maya (Valeria Solarino, vista poi ne “La febbre”), tutti e tre alla ricerca di una via d’uscita da una residenza che è già di per sé una condanna. Tre attori giovani non professionisti o non ancora professionisti, con le facce giuste per i ruoli di “zarri” della “Barona” e di Quarto Oggiaro.
La voce della ragione spesso inascoltata, la rivendicazione della dignità operaia sacrificata da sindacati e politici sull’altare della flessibilità che arricchisce tantissimo pochissimi, sono affidate al talento navigato di Teco Celio nella parte del padre pensionato di Claudio: tre apparizioni di pochi minuti che da sole varrebbero il film.
Un film il cui seguito lo potrebbe aver scritto 13 anni fa il “burattinaio di parole” Francesco Guccini: “Milano muore di malinconia, di sole che tramonta là in periferia (…) Lontano il centro è quasi un altro mondo (…) Samantha presto cambierà quartiere per un destino che non sa vedere, Andrea diventerà padrone di una pizzeria”. Chissà che la (non abbastanza) premiata ditta Bocola & Vari non riesca a costruirci un altro bel film come “Fame chimica”.
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nikoletta
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domenica 16 aprile 2006
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bravissimi
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film splendido, di cui ho conosciuto l'esistenza su sky. Bravissimi i due attori, rispecchia una realtà presente in tante periferie. Mi è piaciuto tantissimi
complimenti anche al regista
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premgiten
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sabato 18 giugno 2005
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ricordare per non giudicare
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zappando ho visto casualmente il film su Sky, sono rimasto progressivamente affascinato e a poco a poco ho ricordato un momento della mia vita, rimasto sepolto nei ricordi dimenticati. I tempi sono diversi ma, la trasposizione negli anni '70 non si distoglie dalla realtà espressa. Cambiano i tempi, diversi sono gli stili ma, rimane protagonista l'influenza sociale sulle vite di tutti noi. La lotteria della vita non ha pietà e dispone dei destini di ognuno in modo beffardo, si è ciò che altri vogliono che Tu sia e solo per alcuni è possibile modificare il proprio destino a dispetto di tutto. Risulta drammatico come ci si prenda facilmente gioco di chi "conta poco" per produrre alibi politici a favore dei potenti.
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zappando ho visto casualmente il film su Sky, sono rimasto progressivamente affascinato e a poco a poco ho ricordato un momento della mia vita, rimasto sepolto nei ricordi dimenticati. I tempi sono diversi ma, la trasposizione negli anni '70 non si distoglie dalla realtà espressa. Cambiano i tempi, diversi sono gli stili ma, rimane protagonista l'influenza sociale sulle vite di tutti noi. La lotteria della vita non ha pietà e dispone dei destini di ognuno in modo beffardo, si è ciò che altri vogliono che Tu sia e solo per alcuni è possibile modificare il proprio destino a dispetto di tutto. Risulta drammatico come ci si prenda facilmente gioco di chi "conta poco" per produrre alibi politici a favore dei potenti. Il potere ha bisogno di contenere ed inibire il desiderio di riscatto del popolo che altrimenti, presa coscienza di se...
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johnskid
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sabato 11 dicembre 2004
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realtà vera ma falso problema
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Ho trovato emozionante la presa d'atto di uno spaccato di realtà della mia città, dove alcune immagini del film riprendevano anche il mio quartiere.
La gioventù di Milano, ha accostato il problema della droga e di quel menefreghismo che insito alla maggioranza dei giovani con il problema dell'integrazione multietnica, cavalcando così di fatto la falla che c'è nel sistema di un falso problema e ricostruirne una battaglia politica favorendone l'integrazione.
Ma questo film mette in evidenza che poteri forti relazionano la mancanza di politiche di sviluppo nel mondo di lavoro giustificandone lo spaccio di droga e quindi l'invivibilità di un quartiere che sfocia in alterghi di carattere socioculturale.
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Ho trovato emozionante la presa d'atto di uno spaccato di realtà della mia città, dove alcune immagini del film riprendevano anche il mio quartiere.
La gioventù di Milano, ha accostato il problema della droga e di quel menefreghismo che insito alla maggioranza dei giovani con il problema dell'integrazione multietnica, cavalcando così di fatto la falla che c'è nel sistema di un falso problema e ricostruirne una battaglia politica favorendone l'integrazione.
Ma questo film mette in evidenza che poteri forti relazionano la mancanza di politiche di sviluppo nel mondo di lavoro giustificandone lo spaccio di droga e quindi l'invivibilità di un quartiere che sfocia in alterghi di carattere socioculturale.
Non è così, la droga è un problema e la mancanza di lavoro è un'altro problema.
Io sono disoccupato ma non perquesto vado a rapinar banche perchè belusconi non mi da lavoro, l'educazione all'onestà è qualcosa di più profondo e non si tratta di giudicare senza conoscerne il problema, perchè io il problema lo conosco visto che vivo nei quartieri di Milano.
Se una cosa non si deve fare perchè è male, allora non la si deve fare.(anche se comprendo che la disperazione fà fare brutte cose)
Quando si decide di fare del male si deve essere coscienti di quello che si stà facendo, e trarne le conseguenze senza giustificarne la causa per via della mancanza di lavoro o per via di una integrazione imposta dall'alto.
Il film mette in evidenza l'amicizia che esiste tra le persone e che è un valore assoluto dell'umanità...in qualsiasi situazione e forma si presenti.
Il film è stato bello fino a che non è caduto nell'imbuto della iprocrisia politica, complessivamente devo dare un voto al film direi che è stato buono andante sull'ottimo.
10/12/2004
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