lorpre87
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domenica 28 dicembre 2008
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film godibilissimo, al limite del teatrale
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Grande interpretazione delle otto attrici, ritmo incalzante e toni al limite del teatrale e della commedia musicale.
Da non perdere anche per l'atmosfera tipicamente francese e i continui, gustosi colpi di scena.
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pippi
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domenica 10 agosto 2008
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8 donne e un mistero
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Questo film mi decisamente spiazzato.E'affascinante io l'ho visto un sacco di volte e non m sono mai stancata di vederlo.Ci sono 8 donne e una di quelle non sapendo che poteva creare un disastro totale ha ha costuito una scena macabra ispirandosi ai libri che leggeva quelli polizzieschi e di spionaggio per far sentire a il padre tutti i segreti che avevano le 8 donne;lei pensava che se il padre(pieno di problemi finanziari e già lasciato dalla moglie)avrebbe ascoltato tutti i segreti lui avrebbe risolto tutto e sarebbe scappato con la figlia piu piccola ma ha fatto diventare uno scherzo una scena di morte e si è suicidato
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salvatore de cristofaro
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martedì 1 aprile 2008
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affascinante
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Fresco e spumeggiante come una coppa di champagne.Il film,ambientato in Francia,rivela di momento in momento nuovi particolari sulla personalità e il modo di vivere di 8 donne riunite in un salotto e legate tra di loro in vario modo.Stupenda la ricerca cromatica,deliziose le canzoni(ogni personaggio ha un suo momento canoro)splendide le attrici che rappresentano il cinema francese ai suoi massimi livelli.Sorprende e avvince fino all'inatteso coup de théatre conclusivo.
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eeeeee
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venerdì 25 maggio 2007
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molto bello
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leonardo g.
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mercoledì 23 agosto 2006
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il mistero fra rappresentazione teatrale e realtà
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François Ozon, regista poliedrico di thriller profondamente psicologici, come "sotto la sabbia" e "swimming pool", si ritrova a dirigere una commedia teatrale.
Un giallo, svolto quasi tutto in un salone della Francia bene di fine anni '50, le cui protagoniste sono otto donne, che con la giustificazione apparente della morte del "pater familias" si raccontano fra piccole menzogne, ricatti, voltafaccia, litigate e verità rivelate.
Ognuna di loro è associata a un fiore (velenoso), pronto a colpire con la dolcezza della piena femminilità, ma anche con gli strali venefici, che non ammettono esclusione di colpi. E' una lotta senza quartiere, fatta di continue scoperte.
Gaby sta per lasciare il marito (presunta vittima)per un altro uomo, che è anche l'amante della scandalosa cognata Pierrette.
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François Ozon, regista poliedrico di thriller profondamente psicologici, come "sotto la sabbia" e "swimming pool", si ritrova a dirigere una commedia teatrale.
Un giallo, svolto quasi tutto in un salone della Francia bene di fine anni '50, le cui protagoniste sono otto donne, che con la giustificazione apparente della morte del "pater familias" si raccontano fra piccole menzogne, ricatti, voltafaccia, litigate e verità rivelate.
Ognuna di loro è associata a un fiore (velenoso), pronto a colpire con la dolcezza della piena femminilità, ma anche con gli strali venefici, che non ammettono esclusione di colpi. E' una lotta senza quartiere, fatta di continue scoperte.
Gaby sta per lasciare il marito (presunta vittima)per un altro uomo, che è anche l'amante della scandalosa cognata Pierrette.
Mamy vive assorta nell'autismo della sua tirchieria perennemente avvinazzata, anche se vuole proporsi come anziana saggia e timorata di Dio.
Augustine, rispettivamente, sorella di Gaby e figlia di Mamy, è una povera zitella, incattivita dalla vita e dal suo amore impossibile per il cognato.
Catherine e Suzon, le due figlie di Gaby, nascondono amari segreti.
La nuova cameriera, Louise, amante del padrone di casa, ma protesa ad immedesimarsi psicologicamente ed intenzionalmente in Gaby, crea non poco scompiglio con la sua bellezza perversa.
La governante, Chanel, è invece solo rea d'amare Pierrette.
Nel film tutto è portato all'eccesso: la clausura nella villa rapita dal gelo invernale; la gravidanza della giovane Suzon; l'umiliante scoperta dell'omosessualità di Chanel, che viene fatta appositamente cadere e lì giace per alcuni secondi, incapace di rialzarsi; le isterie di Augustine; le confessioni alcooliche dell'omicidio di Mamy; la sprezzante alterigia della bellissima Louise; l'assurda complicità fra Gaby e Pierrette; le bugie e i dispetti dell'adolescente Catherine.
Ci si dimentica quasi totalmente dell'omicidio.
Ogni attrice, attraverso una canzone, ritaglia l'essenza della propria storia.
Ma fra scene esilaranti, come il ritrovamento della capacità di camminare di Mamy, il litigio fra quest'ultima e le figlie al momento della confessione dell'omicidio del padre, i balli della seduzione di Pierrette e di Louise, compaiono anche veri moti dell'animo: la rivelazione dell'amore di Gaby per il vero padre di Suzon, nella quale lei rintraccia ogni giorno le più dettagliate minuzie somatiche e che vela di lacrime il volto di Pierrette nascosto dietro un tendaggio rosso; il "messaggio personale" di Augustine per l'amore che non arriverà mai più; la dichiarazione d'amore di Louise per la sua ex-padrona di casa; l'affetto incondizionato di Chanel per le due bambine che ha cresciuto.
Alla fine tutto si chiarisce e la commedia degli equivoci si trasforma in vera e propria tragedia dal valore simbolico:
le sei donne intrecciano un minuetto di morte, mentre Mamy, tramite le splendide parole d'una poesia d'Aragon, da più anziana del gruppo, spiega alla più giovane, Catherine, quale è l'essenza dolorosa della vita e dell'amore.
Una conclusione totemica, in cui alla tristezza sconfinata e stilizzata del ballo si coniuga il doloroso insegnamento dell'essere-nel-mondo.
Le attrici si congedano con un inchino.
Finzione e realtà, una volta tanto, coincidono.
leonardo g.
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stefano
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mercoledì 25 gennaio 2006
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femmine fatali
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A prima vista, potrebbe sembrare un tipico giallo alla Agatha Christie: una villa isolata in mezzo alla neve, otto donne costrette a stare sotto lo stesso tetto… mentre, nel frattempo, il padrone di casa giace senza vita nella sua stanza, con un coltello da cucina conficcato nella schiena. Ben presto, salterà fuori che la sua rispettabile famiglia non è poi così impeccabile come appare, e che tutte le signore presenti alla villa avevano un ottimo motivo per desiderare la sua morte: ma chi di queste è l’assassina? Nei primi minuti del film, lo spettatore ha l’impressione che si tratti più di una parodia che di un vero e proprio giallo: ma guardando al di là della superficie di frivola leggerezza tipica del cinema francese, ben presto ci si rende conto che 8 femmes è in realtà un gioco teatrale di formidabile precisione, un adorabile divertissement il cui principale merito è quello di aver saputo riunire il fior fiore delle attrici francesi.
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A prima vista, potrebbe sembrare un tipico giallo alla Agatha Christie: una villa isolata in mezzo alla neve, otto donne costrette a stare sotto lo stesso tetto… mentre, nel frattempo, il padrone di casa giace senza vita nella sua stanza, con un coltello da cucina conficcato nella schiena. Ben presto, salterà fuori che la sua rispettabile famiglia non è poi così impeccabile come appare, e che tutte le signore presenti alla villa avevano un ottimo motivo per desiderare la sua morte: ma chi di queste è l’assassina? Nei primi minuti del film, lo spettatore ha l’impressione che si tratti più di una parodia che di un vero e proprio giallo: ma guardando al di là della superficie di frivola leggerezza tipica del cinema francese, ben presto ci si rende conto che 8 femmes è in realtà un gioco teatrale di formidabile precisione, un adorabile divertissement il cui principale merito è quello di aver saputo riunire il fior fiore delle attrici francesi. Come di fronte a un palcoscenico, lo spettatore si trova ad assistere a un allegro gioco al massacro che non risparmia niente e nessuno, e che metterà alla berlina tutte le ipocrisie, le falsità e i pregiudizi della famiglia; mentre le otto protagoniste di questa cinica commedia umana, nell’arco di un’intera giornata, si fronteggiano a colpi di affermazioni al vetriolo, tirando fuori una dopo l’altra i propri scheletri nell’armadio. Il cast è di prim’ordine: Catherine Deneuve è una tipica moglie borghese snob e perbenista, mentre Fanny Ardant è la sua disinibita cognata, lo scandalo della famiglia. Isabelle Huppert, grande attrice poco avvezza ai ruoli da commedia, recita troppo sopra le righe nella parte bizzarra della zia zitella e bigotta, ma in compenso è magnifica nei momenti drammatici (straordinaria l’espressività del suo sguardo). Eccellente uso simbolico dei colori per delineare i diversi personaggi, a ciascuno dei quali è assegnato un particolare numero musicale. Il film sa alternare con abilità dramma e commedia, divertimento e commozione: spassosissima la scena in cui le due rivali Deneuve e Ardant si azzuffano l’una con l’altra e finiscono sul pavimento a scambiarsi effusioni saffiche. E il finale, con l’immancabile colpo di scena, per una volta non lascia delusi. Consigliabile a tutti gli appassionati del giallo… tranne che per le feste di famiglia.
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sabato 21 gennaio 2006
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orripilante
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[+] bellissimo!!!!!!!!!
(di ombra133)
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