Moonlight Mile - Voglia di ricominciare |
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Un film di Brad Silberling.
Con Susan Sarandon, Dustin Hoffman, Jake Gyllenhaal, Holly Hunter, Gordon Clapp.
continua»
Titolo originale Moonlight Mile.
Drammatico,
durata 120 min.
- USA 2002.
MYMONETRO
Moonlight Mile - Voglia di ricominciare
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La negazione che salva la vitadi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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mercoledì 12 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Fin dalle sequenze iniziali di Moonlight mile – Voglia di ricominciare si capisce che Dustin Hoffman non “interpreta” il personaggio di Ben, ma lo lascia vivere o, meglio, lo fa vivere lasciandosi guidare dall’istinto più che dalla tecnica. Il perbenismo di facciata e l’apparente quanto goffo controllo della situazione con cui vive la cerimonia funebre sono un segno di fragilità che, più e meglio della miglior drammatizzazione in linea con i canoni classici, evidenzia la disperazione interiore di un padre che sta seppellendo la figlia. La sua scelta interpretativa poi si amalgama perfettamente con quella di Susan Sarandon, il cui personaggio vive le sue emozioni apertamente e con una rabbia disperata. Ben è bloccato dal dolore e, se dipendesse da lui, fermerebbe il tempo. Hoffman sceglie di rappresentare questo stato d’animo con una impressionante staticità emotiva. Lo stesso attore così ne descrive le caratteristiche: «Ben si rifugia nella negazione. Il suo modo di affrontare la perdita e il lutto è di negarne l’esistenza. Ferma il tempo e si limita a sostituire la figlia con il fidanzato». Il registro della sua recitazione cambia quando Joe si innamora di Bertie e gli frantuma il sogno di fermare il tempo. La metamorfosi è preceduta da un’inquadratura, una sola, nella quale l’attore con lo sguardo da un lato mostra la rabbia per quello che appare come il tradimento del ragazzo e dall’altro la consapevolezza di dover finalmente elaborare il lutto. Da quel momento Hoffman aggiunge caratteri alla sua recitazione, la arricchisce di gestualità mentre anche il corpo appare meno bloccato, più sciolto, più dinamico nel movimento, sottolineando così il progressivo riemergere di Ben dal tunnel dell’immobilità emotiva.
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