stefanocapasso
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sabato 22 febbraio 2014
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percorso a ritroso alle origini del disagio
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Lo stile narrativo pulito e preciso e una serie di tematiche complesse affrontate con profondità e dettaglio fanno della visione di questo film un viaggio introspettivo a tratti anche doloroso.
Irene anziana madre di tre figli vive sola nella sua grande villa alle porte di Roma ferma nel tempo, e nei ricordi. Cosi come è lei, sublimata nel ricordo di un marito e di una passata vita familiare apparentemente felice e che tenta di mantenere viva mantenendo intatti i riti del gruppo, i pranzi, le feste e persino le convenzioni. Ma è proprio la sua discendenza che piano piano comincia a cedere e a manifestare il disagio di questo blocco fondato su una falsa immagine di se che hanno tutti i componenti della famiglia.
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Lo stile narrativo pulito e preciso e una serie di tematiche complesse affrontate con profondità e dettaglio fanno della visione di questo film un viaggio introspettivo a tratti anche doloroso.
Irene anziana madre di tre figli vive sola nella sua grande villa alle porte di Roma ferma nel tempo, e nei ricordi. Cosi come è lei, sublimata nel ricordo di un marito e di una passata vita familiare apparentemente felice e che tenta di mantenere viva mantenendo intatti i riti del gruppo, i pranzi, le feste e persino le convenzioni. Ma è proprio la sua discendenza che piano piano comincia a cedere e a manifestare il disagio di questo blocco fondato su una falsa immagine di se che hanno tutti i componenti della famiglia. Tutti tranne Chiara, la nipotina più piccola che si appresta a fare la comunione. I suoi occhi ancora vedono quello che è: le inquietudini inespresse della famiglia. Ed è lei, l’istanza narrante, nel suo delirio onnipotente di bambina a credere di innescare la trasformazione con una preghiera che cerca la verità. A catena tutti i segreti, le frustrazioni dei tre figli escono fuori rivoluzionando non poco l’assetto della piccola comunità, fino a toccare la stessa Irene che ormai dentro il turbine dei cambiamenti si renderà conto di quanto sia stata povera la sua vita amorosa, passionale e sessuale col marito. E’ la paura di entrare in contatto con il proprio corpo, con le proprie emozioni, e allo stesso modo la paura di entrare in contatto con l’altro che struttura un sistema bloccato, dove nessuna vede l’altro realmente. Dove, in sostanza, mancano relazioni e affetti nutrienti, e allo stesso tempo c'è il bisogno di conservare la propria identità familiare, il proprio gruppo di appartenenza. Il giorno della comunione segnerà il passaggio ad una nuova era, probabilmente dolorosa ma certamente più vera, dove ognuno potrà costruire un’identità più reale.
Sono davvero tanti i temi affrontati, come è naturale quando il tema centrale sia la famiglia, luogo dove si creano, si formano, si amano e confliggono gli esseri umani.
Ho fatto una riflessione: nel cinema italiano le storie e i personaggi partono spesso da una grande inconsapevolezza, sono adulti e irrisolti e il loro racconto termina sempre nel momento in cui, assumendo questa consapevolezza devono operare una trasformazione. Ma questa trasformazione non viene mai raccontata
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gionni47
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martedì 22 ottobre 2013
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e' sempre la solita storia!
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Da registi ed attori del loro livello mi sarei aspettato molto di più! Oppure mi ero illuso. Guardando il film, che non sono riuscito a vedere tutto per la noia sopraggiunta, mi è venuto di fare un paragone con uno sceneggiato televisivo come "un posto al sole" che, pur essendo inferiore, tratta degli stessi temi o quasi. Gli argomenti del film sono quelli ritriti della famiglia, i tradimenti, le gelosie, le lacrime, incomprensioni ed i gay che ora sono tanto di moda. E non è che la narrazione sia tanto originale, anzi è piuttosto noiosetta! Un po' di originalità non guasterebbe e darebbe nuovo impulso al cadente cinema italiano.
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lorfos
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domenica 21 luglio 2013
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più che altro, un inno alla depressione
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Figure stereotipate e situazioni del tutto prevedibili. L'immaginario del nostro cinema non riesce ad andare oltre.
Non è la Comencini la sola ad essere affetta da questa voglia matta di occuparsi di rapporti fra persone, dando l'idea di sbirciare dal buco della serratura. Un po' tutti i registi italiani lo fanno. Tanto che ormai si fa fatica, guardando una pellicola, a capire chi l'abbia diretta. L'unica cosa di cui si può essere certi è che la produzione ha ricevuto un bel po' di contributi pubblici. Vista l'appetibilità del tema, nessuno altrimenti si sarebbe lanciato in un simile investimento.
La trama si sviluppa attorno alle situazioni classiche e conflittuali del nostro tempo tra droga, sesso e rock&roll, ma la dinamiche appaiono banali e alla fine ci si annoia.
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Figure stereotipate e situazioni del tutto prevedibili. L'immaginario del nostro cinema non riesce ad andare oltre.
Non è la Comencini la sola ad essere affetta da questa voglia matta di occuparsi di rapporti fra persone, dando l'idea di sbirciare dal buco della serratura. Un po' tutti i registi italiani lo fanno. Tanto che ormai si fa fatica, guardando una pellicola, a capire chi l'abbia diretta. L'unica cosa di cui si può essere certi è che la produzione ha ricevuto un bel po' di contributi pubblici. Vista l'appetibilità del tema, nessuno altrimenti si sarebbe lanciato in un simile investimento.
La trama si sviluppa attorno alle situazioni classiche e conflittuali del nostro tempo tra droga, sesso e rock&roll, ma la dinamiche appaiono banali e alla fine ci si annoia. La classica moglie insoddisfatta, il classico gay indeciso all'outing, i classici ragazzi privi di valori e speranze. Alla fine tutti vivono infelici e scontenti. Insomma, lasciate ogni speranza voi ch'entrate: l'inno alla depressione che andrete ad ammirare non vi coinvolgerà più di tanto ma vi spingerà occasionalmente a guardare l'orologio per vedere quanto manca alla fine.
Purtroppo di più non ci si poteva attendere da questo film e le attese sono state centrate.
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lella sabadini
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venerdì 9 settembre 2011
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ottima prova di cristina comencini
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Il valore di questo fim risiede nell'abilità di scavare a fondo nell'animo dei protagonisti con tono lieve e con colpi di scena che tengono sempre viva l'attenzione dello spettatore ma con una profondità che riesce a definire la storia, la vita e le emozioni di ciascuno dei personaggi.
Lo sguardo della Comencini va in profondità e non concede sconti : dalla madre ( una splendida Virna Lisi) ai nipoti adolescenti ognuno a proprio modo alle prese con la difficoltà di "diventare grandi"fino alla nipotina che riflette sulla crudeltà dell'amore, che come una spada, "taglia" e non unisce: tutti si rivelano impietosamente nelle loro debolezze riuscendo a strappare anche qualche sorriso.
Alla fine, rivelatasi, la famiglia si ricompone nella realtà, spesso spietata,che quasi sempre si cela dietro l'apparenza faticosamente costruita di armonia e serenità che nasconde però tanti conflitti irrisolti e problemi taciuti.
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weach
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domenica 24 aprile 2011
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tentativi cercansi !!!!!!!!!!!!!
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Cristina Comencini, deve fare sempre i conti con i paragoni e con il nome che porta.
Nel film assolutamente introspettivo, Cristina è brava nel riuscire a dipingere la complessità di sentimenti che si incrociano all'interno di una famiglia medio borghese..
L'approfondimento , a tratti intenso ,coglie la complessità della comuncazione fra noi umani, il senso di solitudine , la voglia di essere .
l'ìinadeguatezza degli strumenti di espansione che si riescono ad imbastire ,
Il tempo che scorre è tiranno e rende ansioso il divenire e la prospettiva di un cambiamento.
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Cristina Comencini, deve fare sempre i conti con i paragoni e con il nome che porta.
Nel film assolutamente introspettivo, Cristina è brava nel riuscire a dipingere la complessità di sentimenti che si incrociano all'interno di una famiglia medio borghese..
L'approfondimento , a tratti intenso ,coglie la complessità della comuncazione fra noi umani, il senso di solitudine , la voglia di essere .
l'ìinadeguatezza degli strumenti di espansione che si riescono ad imbastire ,
Il tempo che scorre è tiranno e rende ansioso il divenire e la prospettiva di un cambiamento.
Una Virna Lisi e una Margherita Buy prendono prendono in mano il copione proposto della regia rendendolo più vivo e meno statico; il fluire dell' introspezione sfiora momenti piacevole, intelligenti, graditi.
Una pellicola piene di buone intenzioni che, a tratti ,raggiunge profondità mentre in altri rasenta la banalità.
La discontinuità della tensione di questa commedia drammatica italiana ci porta ad inserire questa filmografia solo fra i tentativi , quasi riusciti, di costruire qualcosa di più rilevanto di quanto normalemte viene offerto dal nostro piccolo cinema italiano. .
Un film che merita attenzione e 3 stelle d'oro
grazie
weach illuminati
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marvelman
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domenica 28 settembre 2008
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film tipo soap-opera !!!
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Troppe situazioni intricate e commoventi ( io molte volte ho trattenuto a stento le lacrime , in quanto mi sono immedesimato , come nei momenti d'amore/odio tra i due omosessuali ) e l'unico che si salva è Lo Cascio , uno dei più grandi attori in prospettiva futura !!!
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bia
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sabato 12 luglio 2008
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pensala kosì : c'è d peggio
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oddio l'ho visto mi paicei l film anke se nn si capisce poi alla fine se il figlio è omo o no... vabbuò... cmq
voglio sapere il nome di " camelo " è trpp belloooooooooooooooooooooooooooooo!! uffaaaaaaaaaaaaaa ;(;(;( ditemeloooooooooo
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xexe
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sabato 26 gennaio 2008
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beautiful day
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Oggi è il più bel giorno della mia vita. E' il giorno della mia comunione e tutti sono felici. Almeno per un giorno, almeno per un istante. Domani tutto tornerà alla normalità. I miei genitori torneranno a litigare. Mia nonna ad avere rimorsi sulla sua vita non vissuta. Mio zio alla sua contrastata omosessualità. Forse per qualcuno ci sarà uno spiraglio di felicità, ma per me no. Per me che sono così piccola e ingenua fuori, ma così grande e forte dentro. Un film davvero emozionante che merita certamente di essere vissuto dal profondo delle nostre emozioni.
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fabrizio
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giovedì 19 luglio 2007
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bellissimo
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fra
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martedì 19 settembre 2006
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forte, intenso
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Un film intenso che affronta con grande stile temi difficili da"pugno sullo stomaco": sessualità, corpo e passionalità, tradimento, bugie, rapporti famigliari, rimorsi, accettazione di sè stessi.
Complimenti a Cristina Comencini.
Consigliato a chi cerca nel cinema un modo di scavare su di sè.
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(di annaaa)
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