Il mestiere delle armi |
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Un film di Ermanno Olmi.
Con Sandra Ceccarelli, Christo Jivkov, Sergio Grammatico, Dessy Tenekedjieva
Storico,
Ratings: Kids+16,
durata 105 min.
- Italia 2001.
MYMONETRO
Il mestiere delle armi
valutazione media:
3,07
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Premesso che è l'opera di un autore nel pieno della maturità, Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi ci sembra dichiarare due grandi antecedenti. Da una parte Roberto Rossellini, quello dei film didattici per la televisione come La presa del potere da parte di Luigi XIV; dall'altra Robert Bresson e i suoi oratori sacri in forma cinematografica, di cui basterà ricordare Il processo di Giovanna d'Arco o Lancillotto e Ginevra. La cosa straordinaria è che Olmi coniuga e sintetizza, in modo tutto suo, questi due momenti altissimi di storia del cinema: perché gli ultimi giorni di vita e la morte di Giovanni de' Medici sono messi in scena con la precisione storica di quel Rossellini e, al contempo, rappresentati come una Via Crucis dell'eroe alla maniera di Bresson. Se il veterano regista bergamasco ha avvertito l'esigenza di rivolgere lo sguardo al passato non lo ha fatto per evitare il presente, ma per raccontarcelo da un altro punto di vista. Il personaggio storico di Giovanni dalle Bande Nere, capitano di ventura al servizio di Papa Clemente VII durante la campagna contro i lanzichenecchi di Carlo Romano V, ha diversi legami con l'oggi. Secondo il regista, Giovanni era un idolo dei suoi tempi, dalla popolarità paragonabile a quella di un campione sportivo odierno. In secondo luogo fu vittima del progresso: ci lasciò la pelle a causa di una delle prime (era il 1526) bocche da fuoco impiegate in guerra, un falconetto ceduto da Alfonso d'Este ai nemici di Giovanni la cui fabbricazione ci viene mostrata nei particolari e che riappare lungo la narrazione, come un presagio, fino al colpo fatale. Al contrario il film, implacabilmente refrattario alle risorse postmoderne degli effetti speciali, è realistico, a partire dalle armature fatte rifare su disegni dell'epoca; ma soprattutto nella straordinaria materialità con cui riesce a rappresentare gli oggetti: il cannoncino, il crocefisso che i soldati infreddoliti vogliono bruciare suscitando l'ira di Giovanni. Il mestiere delle armi contiene anche le prime scene di sesso del cinema olmiano, però sono scene che, più luttuose delle scene di morte, lasciano un gusto di cenere.
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