Un sogno per domani

Un film di Mimi Leder. Con Kevin Spacey, Helen Hunt, Haley Joel Osment, Jay Mohr, Angie Dickinson.
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Titolo originale Pay it Forward. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 123 min. - USA 2000. MYMONETRO Un sogno per domani * * * - - valutazione media: 3,31 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Buoni propositi e semplicità. Straordinario Spacey Valutazione 4 stelle su cinque

di Giorpost


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martedì 9 settembre 2014

Kevin Spacey è senza alcun dubbio uno dei migliori interpreti al mondo. Tra le sue performance migliori vanno citate quelle strepitose de ‘I soliti sospetti’ e ‘American Beauty’,  oltre ad una vasta filmografia basata su ruoli mai convenzionali inseriti in opere talvolta campioni di incassi, talvolta passate sotto silenzio.
Un sogno per domani(USA, 2000) poteva essere una di queste, una pellicola uscita in sordina (vedi K-Pax ) ma che ha invece regalato una strabiliante interpretazione sia del grande attore del New Jersey che del piccolo genio Haley Joel Osment, in un perfetto asse voluto dalla regista Mimi Leder per una storia creata dalla volitiva penna di Catherine Ryan Hyde autrice del libro ispiratore del film chiamato in origine ‘Pay it forward’, titolo illuminante sull’ idea attorno alla quale si sviluppa la vicenda.
 
Las Vegas. Trevor è un bambino molto sensibile, certamente sopra la media per quanto concerne l’ approccio alle materie umanistiche. Eugene Simonet è il suo professore in seconda media, uomo apparentemente chiuso e burbero, caratterialmente affine a Trevor per lo più a causa di un difficile passato per il quale porta vistosi segni sul volto. Non è un insegnate qualsiasi, riesce ad attrarre l’ attenzione dei ragazzi stimolandoli con discorsi mai scontate, ponendoli sempre dinnanzi a quesiti e scelte, esigendo comunque rispetto, disciplina e puntualità. Un giorno assegna una sorta di compito in classe con il quale sprona gli alunni a creare un’ idea che possa risultare utile a migliorare il mondo nel quale vivono,  un’ intuizione che possa cambiare, in meglio, la vita delle persone. Tra tutte le bizzarrie proposte dagli studenti, esce fuori il pensiero altruistico di Trevor, il quale pensa ad una sorta di catena di Sant’ Antonio benefica, con la quale s’ impegna a fare tre favori a tre persone diverse a patto che queste facciano altrettanto verso altri individui e così via, titolando l’ intuizione ‘passa il favore’. L’ aiuto che intende Trevor deve riguardare qualcosa d’ indispensabile per un uomo o una donna in seria difficoltà che non saprebbero come uscirne senza l’ intervento di terzi. L’ idea piace molto a Eugene tant’ è che la pubblicizza al resto della classe e Trevor, dunque, inizia la sua avventura. Mentre risolve il primo caso (aiutare un senzatetto tossicomane interpretato da Caviezel) scopriamo che sua madre Arlene (Helen Hunt ) è una spogliarellista separata col vizio dell’ alcool e ci rendiamo conto che è proprio la vita di Trevor che ha bisogno di una mano in quanto nulla pare facile nelle sue giornate, a partire dal padre assente e considerando che, incredibile ma vero, è lui a prendersi cura della madre e non il contrario. Quando il ragazzo comincia a rendersi conto degli ostacoli che non tardano ad arrivare anche nell’ aiutare il prossimo, capisce che Arlene e Eugene necessitano di stabilire un contatto umano e, quindi, organizza un incontro combinato tra i due con l’ ennesima intuizione (un finto incontro genitore - insegnante). Lo sviluppo del film è certamente scontato nella forma, ma davvero intenso nella sostanza soprattutto quando comincia a prendere piede il personaggio interpretato da uno Spacey davvero straordinario, attraverso il quale scopriamo il vero Eugene, timido ed introverso uomo attanagliato dalla solitudine, invaso da un campionario di abitudini e consuetudini che hanno in lui provocato, nel tempo, un distacco perentorio dall’ altro sesso, con estrema difficoltà nel relazionarsi. Quest’ aspetto della sua personalità deriva da quel difficile passato accennato e non tarda ad essere spiegato quando, in una delle scene più belle del film e dopo che la scintilla tra i due si è già accesa, lui le racconta di un padre violento che gli ha provocato, ancora adolescente, ustioni di primo grado sul viso che lo hanno segnato per sempre. Un racconto che si dipana attraverso un’ accesa discussione dovuta al rientro a casa del marito di lei, disposta nonostante tutto a ‘perdonare’ il padre di suo figlio, una scelta che Eugene trova incomprensibile. Ma la vera svolta si avrà quando la catena di ‘passa il favore’ comincia a trovare intrecci in ogni dove, come la nonna di Trevor che aiuta un ragazzo di colore che vive di espedienti: la madre di Arlene vive da barbona lontana dalla figlia da tre anni. Sarà l’ idea di Trevor a farle riavvicinare. Ma a Trevor, secondo i suoi calcoli, manca ancora un gesto e, proprio nel giorno in cui un giornalista arriva fino alla sua scuola per intervistarlo, comunicandogli (con grande sorpresa di tutti) che quel passaparola è arrivato fino in California assumendo i crismi di un fenomeno culturale di proporzioni immense, Trevor vede la sua vita prendere quella piega che non ti spetti. Finita l’ intervista, si rende conto che Eugene e la madre si sono appartati e riappacificati e che ormai hanno iniziato una vera storia d’ amore, spinti proprio dalle sue dolci parole fatte di una rara integrità morale. Poi, spinto dall’ entusiasmo, trova la forza per di chiudere il cerchio facendo l’ ultimo favore rimasto, aiutando un coetaneo attaccato dai bulli, finendo tragicamente e mortalmente accoltellato. L’ opera si conclude con una memorabile sequenza nella quale vediamo centinaia di persone recarsi presso casa di Trevor per rendere omaggio ad un bambino che ha insegnato al mondo come si possa stare meglio facendo del bene, mentre sullo sfondo si intravedono automobili avvicinarsi da ogni dove per tributargli affetto e compassione.
 
Mimi Leder (Deep Impact) non cerca virtuosismi ne tantomeno atmosfere ad effetto, ma punta alla pancia dei componenti del cast (e dello spettatore) e alla sostanza. Il tutto ruota fluidamente attorno al talento immenso di Spacey, che raramente sbaglia, il quale trova una sinergia forse inaspettata con quell’ interprete de ‘Il sesto senso’ che ha attraversato l’ età pre-adolescenziale recitando in numerose pellicole di successo dimostrando di avere, per quella fascia d’ età, una bravura mostruosa.
 
Un film semplicemente bello, dai contenuti lodevoli, con un finale che lieto non è ma che lascia una speranza, un sogno per domani, appunto. Una volta tanto, forse, è stato azzeccato anche il titolo italianizzato.
 
Voto: 8

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